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I nostri Background!

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> IL SIGNORE DEGLI ANELLI
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MessaggioInviato: Lun Ott 01, 2007 4:15 pm    Oggetto: I nostri Background! Rispondi citando

Dato che i background ci costano tempo, siamo obbligati a farli e alla fine è uno spreco non farli leggere agli utenti del forum, creo questa sezione ove postarli! così gli altri vedono come ognuno interpreta il proprio esercito!

Quindi avanti! ognuno scriva un bel tema sulla propria armata e quando ci saranno eventi e tornei interni e non, basterà pescare qui il BG!
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"Quando un corpo è arturiano, che ti frega?"
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Lawrance
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MessaggioInviato: Ven Ott 12, 2007 6:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Vabbè giacchè ci sono e nell'ora di filosofia mi annoiavo apro io le danze.

Ecco il BG per la mia armata di Erebor:

Il figlio di Glòin

Il cielo sembrava ancora assopito quella mattina, colorato di un triste grigio azzurrino, ma nonostante una fioca luce rosa che preannunciava l’alba, le stelle erano ancora ben visibili. I giovani esploratori nani erano comunque ben svegli e vigili sul fianco della montagna, in cerca di un possibile nemico. Con loro stava Gimli, figlio di Glòin, figlio del prode nano che molti anni prima ebbe la fortuna di vedere la riconquista della rocca nella quale ora viveva. Non era sua compito quello della sentinella, ma spesso gli era piacevole svegliarsi presto ad osservare il mondo: il confine di Bosco Atro, la città di Dale ancora addormentata che si rifletteva nel lago e le cupe montagne di Mordor, dalle quali erano mesi che ormai usciva perennemente fumo. Non erano più tempi sicuri quelli, era chiaro che il male per lungo tempo dimenticato e creduto perduto era di nuovo in azione. Giorni nefasti si avvicinavano, per i nani, ma anche per tutti gli altri, elfi o uomini che fossero. Questi giorni erano preannunciati da alcuni eventi che non lasciavano tanta speranza: pattuglie di esploratori attaccate nei pressi del bosco da creature oscure che ne condividono la sicurezza insieme agli elfi, o anche reggimenti di crudeli uomini dell’est che sempre più spesso si spingevano verso ovest; ma per fortuna erano eventi rari….. Mentre pensava, grida acute si innalzarono dalla città sul lago insieme al fumo e ad un odore acro mischiato a qualcos’altro, odore di sangue!
Le campane di allarme della città presero a battere forte, mentre la minaccia si rendeva chiara,, dal bosco erano fuoriuscite frotte di goblin accompagnate da grosse mute di lupi selvatici, che nel silenzio mattutino avevano iniziato a bruciare le case e ad ucciderne gli abitanti. Gimli rapidamente iniziò a scendere dal fianco della montagna tramite un ingegnoso sistema di carrucole per raggiungere il contingente che Re Dàin stava sicuramente radunando. Non si sbagliava, ranghi luccicanti di Guerrieri Nani si disponevano rapidamente e disciplinatamente di fronte al loro signore pronte per la marcia. Arcieri testavano le corde degli archi mentre guerrieri imbracciavano i loro possenti scudi, gli esploratori invece precedevano l’esercito avanzando più rapidamente e subito. Mentre il Re dava i suoi comandi e file e file di fieri guerrieri barbuti lo osservavano e gli stendardi garrivano al vento, veniva velocemente preparata una piccola Balista da campo, un gioiellino di ingegnera e meccanica, più leggero di quelle di altre razze e più semplice da usare ma ugualmente potente.
Quando tutto fu pronto le trombe squillarono e i nani cominciarono ad avanzare pronti a respingere qualsiasi invasore, il loro Re era con loro, vecchio ma potente e Gimli alla sua destra lo accompagnava, preparando la sua ascia per l’imminente battaglia. Quel giorno molte teste di goblin avrebbero ornato la via verso Erebor e molti Nani avrebbero vestito pellicce di lupo!

Khazad-ai-menu! Dwarf powa! Wink
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Avanti, avanti, Cavalieri di Thèoden! Gesta crudeli vi attendono: fuoco e stragi! Saran scosse le lance, frantumati gli scudi, e rosso il giorno prima dell'alba! Cavalcate, cavalcate! Cavalcate verso Gondor!
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Erkenbrand
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MessaggioInviato: Sab Ott 20, 2007 5:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

BG dedicato a Gondor:

Gondor in Fiamme

-Capitano,capitano!
Faramir si svegliò di soprassalto:era buio,probabilmente il sole non era ancora sorto;Faramir riuscì a distinguere nell'oscurità la figura di Damrod,il suo fedele braccio destro.
-Mi dispiace svegliarvi,ma dobbiamo proseguire...
Faramir,ancora un po' assopito,capì che dovevano proseguire il loro cammino verso Henneth Annun,la loro base segreta.
Si accorse che gli altri raminghi erano già tutti in piedi e pronti al cammino,si alzò e prese le sue cose pronto ad incamminarsi.
-Tutto bene,capitano?-continuò Damrod-mi sembrate un po'scosso...
Faramir rispose:
-E' stato un'altro di quei sogni...io che entro in acqua e lui è lì,nella barca,con il corno rotto...non riesco a credere che sia morto...
-Boromir era per tutti noi fonte d'ispirazione,mi dispiace davvero per voi...Mangiate qualcosa,-seguitò Damrod porgendogli del pane-,prendete!
-Grazie...
Non parlarono per tutto il resto del viaggio e Faramir rimase molto pensieroso.
Dopo un paio d'ore che camminavano e il sole era sorto la copagnia sentì un rimbombo proveniente da Sud lungo una strada sotto di loro:un centinaio di guerrieri Esterling marciavano verso Nord diretti a Minas Morgul o al Cancello Nero;erano già alcune settimane che battaglioni di orchi e uomini malvagi attraversavano le loro terre diretti verso le fortezze dell'Oscuro Signore.
Le casacche verdi e marroni dei raminghi li nascondevano alla vista di quegli uomini vestiti d'oro e rosso.
Avrebbero preparato un'imboscata,una cosa ormai comune in quei giorni:muovendosi come ombre tra gli alberi li avrebbero circondati,sfruttando la posizione sopraelevata,e,al segnale,avrebbero colpito con i loro letali archi seminando la morte tra i ranghi nemici.
-Si pentiranno di aver varcato i confini di Gondor...-disse Faramir estraendo l'arco.
Fece un segno e dozzine di frecce piovvero sui nemici,che si accorsero troppo rardi della trappola.
I raminghi finirono ciò che restava dell'armata a colpi di spada senza subire perdite.
-Bel lavoro,uomini,-disse Faramir-,proseguiamo...
Continuarono il viaggio senza sapere che di lì a pochi giorni la situazione sarebbe degenerata.
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BLACK PRINCE
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MessaggioInviato: Lun Dic 31, 2007 4:44 pm    Oggetto: MORIA Rispondi citando

Ecco il mio!!!Spero vi piaccia!!!

-Khazad-dum!!-

-Finalmente siamo arrivati!!!-

-Il regno di Durin!!!!-

Tutti i nani della spedizione esultarono una volta entrati nell'immenso reame di Nanosterro.Grida di gioia si udivano negli enormi saloni un tempo testimonianza della potenza dei nani.
Orfin e Ain si abbracciarono in un gesto di felicità.La spedizione dei nani aveva finalmente riconquistato le miniere dopo numerosi tentativi falliti pagati a caro prezzo.Ad un certo punto la gioia e la felicità furono interrotte dall'arrivo di Turin e di due esploratori nani gravemente feriti.

-I goblin!!!-

-Ci hanno attaccato al cancello orientale!!!-

-Una trappola!!!-Esclamò Ain terrorizzato

-Che notizie dal cancello Occidentale???-Chiese Roin

-I nostri guerrieri sono stati attaccati dall'Osservatore e i rimanenti sono stati uccisi dagli arceri goblin durante la ritirata!!!-

-Cosa facciamo Capitano???-Esclamò Ain

-Ritiriamoci nel secondo salone e aspetteremo i rinforzi da Ereborn!!!-Disse Orfin

-Non disperate ce la faremo!!!-

-Ricacceremo i goblin dal nostro legittimo regno!!!-

Orfin non ebbe neanche finito di parlare quando un goblin predatore balzo dall'oscurità e gli fraccasso la testa con la sua ascia a due mani.Il cadavere del capitano rovinò a terra seguito dagli occhi dei suoi guerrieri increduli.Subito cinque nani esporatori si avventarono colmi di rabbia verso il goblin che getto a terra l'ascia a due mani ed estrasse dalla fondina una lunga scimitarra.allora dall'alto si sentì:

-Adesso!!!!!!-

L'aria fu squarciata da un sibilo di frecce scagliate da alcune crepe nei muri.Sette nani caddero a terre agonizzanti.I tamburi incominciarono a battere.I nani impauriti cercarono di raggrupparsi pronti a vender cara la pelle.Allora dal buoi uscirono decine e decine di goblin.In prima linea Durburz e due capitani goblin che incitavano i goblin alla carica.I goblin predatori arrivarono dalle spalle dei nani lanciando le loro accette.Turin vide Fundin rantolare a terra quando un'accetta da lancio gli si conficco nel collo.I nani si batterono fino alla morte per vendicare i propri compagni caduti.Le guardie di ferro fedeli anche nella morte al loro capitano trafissero cinque goblin che gli si erano avventati contro.Ma non poterono contenere la furia di Durburz.Una guardia venne decapitata dalla furia del re di Moria mentre le altre vennero uccise dai due capitani goblin e dai predatori.Ain venne caricato da un predatore che, con un colpo d scimitarra sull'elmo, gli fece perdere i sensi.L'ultina cosa che Ain vide fu Durburz che saliva su una roccia nel mezzo della mischia esponendo agli ormai decimati nani il cadavere di Orfin.Dicendo:

-Ecco cosa vi aspetta se entrate nel mio regno!!!-

Ain si risvegliò alcune ore dopo.Durburz gli risparmiò la vita e gli diede la testa mozzata del suo grande amico e capitano Orfin da riportare alla Montagna solitaria.
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Lawrance
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MessaggioInviato: Sab Gen 12, 2008 11:32 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco questo è per la mia armata de Il Cancello Nero Very Happy :

La Rovina di Arnor

La malvagia presenza, avvolta da una nera cappa, si stagliava contro il cielo notturno. La luce della luna colpiva la figura, mettendone in risalto le mani, bianche come la morte, dalle dita lunghe e ossute. Per un momento, un pallido raggio lunare incontrò il freddo metallo lucido di un anello. Intorno alla figura ammantata, ne una cicala cantava, ne un lupo innalzava il suo grido alla luna, solo il rumore di un freddo respiro che pareva lontano, eco dei tempi remoti. Non tutto era però immobile: due occhi, più profondi della notte, scrutavano da sotto il manto la città lontana, e pensieri venivano formulati da un’entità non più corporea. L’essere cercava di capire perchè Fornost non cadeva: le bande di orchetti, numerose ma deboli, subivano agguati nei boschi da esseri invisibili, e la morte pioveva sotto forma di frecce; gli attacchi a Fornost anche se estenuanti non davano buoni risultati. Fornost era tutto ciò che restava dell’antico reame, ombra di Arnor dei tempi che furono. I difensori della città erano numerosi come solo l’avanguardia delle antiche armate, nonostante questo resistevano: i lupi venivano cacciati, gli orchetti respinti e gli spiriti scacciati dai cuori saldi dei guerrieri e del loro re, Arvedui.
Mentre pensava, l’antico spirito osservava la città, circondata dalle alte mura, invalicabili se difese dai guerrieri. Se non poteva abbatterle o ucciderne i difensori come poteva fare?
Allora come un lampo, la sua mente di oscurità inarrivabile ricordò una creatura, scampata al massacro della 1° Era, a cui non sarebbero servite scale o torri, una creatura che le mura avrebbe potuto scavalcarle; la morte sarebbe sopraggiunta su leste ali.
Ma non bastava, gli arcieri di Fornost erano abili e i loro archi possenti, bisognava impegnarli. Gli orchetti avevano fallito in questo, ma il suo padrone prima della sconfitta aveva cercato di rimediare alle loro debolezze, e una nuova razza di orchi era nata: Orchi più grossi, orchi più forti.
Con le armi giuste, Fornost sarebbe caduta, insieme alla testa del suo Re.
La notte era silenziosa e illuminata da una fredda luna, e un grido raggelante si innalzò dalle ombre.
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MessaggioInviato: Dom Gen 13, 2008 7:10 am    Oggetto: Rispondi citando

Questo è x Rohan....Scusate ma l'ho fatto 1 pò di fretta!!! Evil or Very Mad

La limpida brezza prima del sorgere del sole dominava la pianura.Siera posata delicatamente e lentamente sulle rigogliose terre dei signori dei cavalli.L'ormai famosa gloria d'un tempo si stava offuscando dinanzi alla potenza del male che si spingeva sempre più spesso per saccheggiare le fattorie e le case degli uomini dell'Ovestfalda.In lontananza si vedeva fumo alzarsi all'orizzonte,simbolo del passaggio degli eserciti della mano bianca.Non sontano dal villaggio in fiamme si distingueva chiaramente un numeroso gruppo di orchetti e Uruk Hai dalla mano bianca che si spostava verso ovest.Il re Theoden volle di persona contrastare la crescente minaccia.Fece sellare e bardare Nevecrino,il migliore tra i cavalli,e organizzò una spedizione per vendicarsi della sofferenza inflitta al suo popolo da Saruman il Bianco.Gli Orchetti furono sorpresi in campo aperto dalla cavalleria.Questi vedendo di essere braccati aumentarono il passo dirigendosi verso 1 versante roccioso con 1 stretto passaggio.Qui Theoden aveva appostato i suoi arceri e il resto della fanteria comandata da Merriadoc Brandibuc.Al suo segnale decine di frecce e di giavellotti pionbarono suglio orchetti.Poi si passò alla carica.Merry insieme alla sua guardia del corpo guidavano l'attacco come la punta di 1 freccia.Gli orchetti vennero massacrati velocemente e il resto fu falciato dalla cavalleria mentre li accerchiava da dietro.Quello fu un grande giorno x il signore del Riddermark ma ancora altre prove l'avrebbero raggiunto...
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Ahriman
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MessaggioInviato: Sab Feb 02, 2008 9:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

questo è il mio BG degli elfi:

"Silenzio" disse ad un certo punto il capitano.
"siamo ad un passo dalla fortezza di Dol Guldur. Ricordate il piano: dobbiamo distrarre il grosso delle truppe nemiche per favorire l'attacco del bianco consiglio".
Ormai erano in viaggio da giorni, in tutto erano 4 comandanti al governo di circa quaranta elfi impassibili perfino di fronte a quel mare di terrore che proveniva dalla fortezza.

Improvvisamente una freccia scoccata da un arciere probabilmente orco si andò a sconficcare in un tronco.
L'ordine fu immediato "al riparo".
Quasi subito si sentì un frastuono di tamburi e corni che suonava all'unisono con i passi degli orchi in avvicinamento.
Dopo qualche secondo uno dei capitani scorse le prime sagome del nemico e diede il comando agli arcieri di tirare.
Subito una folata di frecce piombò sulla prima linea avversaria che cadde a terra morta, però subito altri orchi li sostituirono come se non avessero fine.

Appena l'esercito del necromante si fu avvicinato a portata di tiro, gli elfi, all'ordine dei loro capitani, uscirono allo scoperto e andarono alla carica lanciando pugnali a tutto spiano.
Prima che arrivassero in corpo a corpo anche la seconda linea orchesca cadde a terra sanguinante.

Fu come se un’onda si andasse a schiantare sugli scogli, subito alcuni elfi morirono, ma gli altri, sostenuti dai comandanti, incominciarono a combattere meglio: nessun colpo degli orchi, rozzi com'erano, riusciva a sorpassare la lama elfica destreggiata abilmente dai loro padroni silvani.

La battaglia proseguì ancora a lungo, ma ormai i cadaveri orcheschi giacevano a migliaia sul campo, la schermaglia sembrava vinta, quando un suono di tamburi molto forte riscosse l'attenzione della schiera: quattro troll si avvicinavano minacciosamente incuranti degli alleati e proprio quando si stavano per avventare sugli elfi un canto bellissimo attirò la loro attenzione... svariate sentinelle si erano avvicinate al combattimento e stavano cominciando a seminare il caos tra le linee nemiche e ad infondere coraggio agli alleati.
Distratti da quel canto così soave i troll non si accorsero di essere ormai circondati dai capitani.

Nel giro di qualche minuto l'esercito di mordor incominciava a ritirarsi disordinatamente verso Dol Guldur.
La battaglia era stata vinta e questo faceva presumere che anche il gruppo d’eroi stesse avendo la meglio sullo spirito di Sauron.
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Nelle turbolente profondità dell'Occhio del Terrore, tra le nebbie oscure di gas del Maelstrom, su lune dimenticate e mondi morti si nascondono le spaventose fortezze e le terribili flotte da guerra degli Space Marine del Caos...
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Khamûl
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MessaggioInviato: Mar Apr 22, 2008 12:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco il mio sulla gloria di Khazad-Dum! spero vi piaccia! Very Happy Very Happy

La battaglia tra il Bene e il Male nella Terra di Mezzo non è sempre combattuta alla luce del giorno.
I tamburi suonavano cupe, profonde e malvagie melodie, nascosti nel profondo delle miniere di Moria, in caverne oscure dove i colpi secchi delle ossa sulla pelle tesa rimbombavano meglio. Nel buio del Fosso di Barazinbar un grido rauco si udì solitario, ma molti altri giunsero presto in risposta. Nali, un esploratore nano della compagnia del Sesto Fosso, arrancò sul ponte di pietra che permetteva di attraversare il fosso della miniera. Dopo la battaglia del Crocevia, la sua Pattuglia era stata quasi completamente distrutta dai goblin. Questi avevano assalito di sorpresa Khazad-dum qualche giorno prima, riuscendo sempre ad accerchiare le truppe di guardia e le pattuglie di esploratori in modo da non lasciare superstiti che avrebbero avvertito il re Durin e il suo poderoso esercito.
Erano due giorni ormai che Nali stava scappando dai predatori, ma quegli inseguitori erano implacabili e feroci. Sentì con chiarezza alcuni passi e si mise a correre. Non c’era più tempo.
Udendo le terribili notizie che l’esploratore gli portava, Durin non rispose, ma si alzò dal suo trono dorato. Afferrò la sua ascia, l’ammirò per un istante e poi l’abbatté sul pavimento di pietra. Mardin sorrise, stringendo la sua fedele lancia Torozul.
- I goblin la pagheranno.- tuonò il re. Nali urlò di contentezza.
L’esercito di Durin si schierò ordinatamente dietro il ponte di Barazinbar. Durin osservò le file serrate dei suoi fedeli guerrieri, mirò le loro asce, gli archi e gli scudi possenti. Poi il suo sguardo si posò sui ranghi laterali, dove gli esploratori bilanciavano le asce da lancio e le guardie di Ferro sguainavano le spade. Infine, guardando le guardie di Khazad che indossavano le maschere da guerra, contemplò la forza e la possanza della sua armata, ma soprattutto l’ostinato coraggio dei soldati che rimanevano impassibili nonostante la consapevolezza di una dura e sanguinosa battaglia. Dall’oscurità uscì un goblin, non normale, ma grosso e forte. Doveva essere il loro re. Ridendo, lanciò un grido rauco e in risposta i tamburi iniziarono a battere, e una fitta, infinita schiera di goblin comparve dal buio. Il re dei goblin emise un altro stridio, e sei predatori lo circondarono, la sua guardia del corpo. Durin non aspettò oltre. Tutto l’esercito reale di Khazad-dum tuonò un canto di guerra e si lanciò all’assalto. Una raffica di asce da lancio degli esploratori abbatté la guardia del re dei goblin, e subito Durin gli fu addosso, ruotando l’ascia in archi rapidi e micidiali. In un fiotto di sangue nero la testa del re volò addosso al suo ufficiale. La battaglia fu feroce e sanguinosa, perché entrambi gli schieramenti erano micidiali, e vantavano guerrieri di straordinaria prodezza fisica. I nani erano meglio equipaggiati e combattevano più abilmente dei guerrieri di Sauron, ma per ogni goblin che uccidevano ce n’erano altri quattro in attesa alle sue spalle. Durin e le sue guardie di Khazad penetravano con facilità nella formazione nemica, mentre Mardin conficcava Torozul nel ventre degli sventurati Troll che se lo trovavano davanti, ma i capitani più forti e gli sciamani tenevano in riga le loro truppe, e talvolta qualche plotone elitario riusciva a costringere i nani ad arretrare, con i guerrieri che inciampavano nel sangue e nei cadaveri. Finalmente, dopo ore di lotta, la guardia di Ferro era riuscita a sfondare un lato della formazione e stava assalendo i goblin alle spalle. La vittoria era ormai vicina. Durin estrasse il corno di Zirak Zigil, un cimelio creato durante i primi giorni di Khazad-dum. Lo suonò con potenza, e sentendolo i goblin andarono in rotta e fuggirono disperati. Ma le grida di gioia dei nani gli morirono in gola. Un profondo ruggito scosse Barazinbar, e un portale esplose nel fuoco, e dall’apertura nella roccia formatasi uscì un essere spaventoso, enorme e malvagio, una creatura di Ombra e Fiamma. Con un fendente abbatté le due guardie di Khazad che proteggevano Durin. I goblin riorganizzarono le truppe per un nuovo attacco, radunandosi attorno al demone come le falene attratte da una luce. Il Balrog avanzò verso Durin, schioccando la sua frusta di fuoco. Questi, dopo un attimo di esitazione, lo caricò con una furia inaudita facendo saettare l’ascia in archi micidiali, e il suo grido sovrastò gli avvertimenti disperati dei compagni e rimbombò per tutto il fosso, e in lui risplendette, più vivida che mai, l’antica gloria del padre della sua razza.
- Baruk Khazad! - blob8 blob8 blob8 blob8
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Non metterti fra il Nazgûl e la sua preda! Rischieresti non di venire ucciso a tua volta, ma di essere portato via dal Nazgûl e condotto nelle case del lamento, al di là di ogni tenebra, ove la tua carne verrà divorata e la tua mente raggrinzita verrà esposta nuda all'Occhio Senza Palpebre!
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MessaggioInviato: Ven Set 05, 2008 8:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco il mio di Arnor Wink
L'ho fatto un pò più lungo del solito perchè mi andava..... Wink
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La caduta di Fornost

La notte era calata su Fornost.La città un tempo testimonianza della potenza di Arnor,ora giaceva sotto cupe ombre che vi si annidavano al difuori delle sue possenti mura e bastioni.La città,ormai unica roccaforte sicura del regno di Arnor era divenuta un punto di riferimento per tutti coloro,che in quei giorni di assoluta ombra,tentavano di opporsi alle soverchianti forze di Angmar.Le potenti e invincibile armate di Arnor,che un tempo marciavano fiere e impavide contro il nemico,erano ormai solo un ricordo che apparteveva al passato.Nonostante tutto una di queste era resistita all'erosione causata dal tempo e dalle innumerevoli battaglie.I suoi vessilli erano fonte di coraggio e di luce in uomini ormai privi di speranza e coraggio.Ad essa era stata assegnata la difesa della cittadella,dove risiedeva l'ultima speranza di Arnor: il re Arvedui.Erano ormai settimane che Angmar assediava senza successo Fornost,ma tutto cambio nel giro di una notte.Re Arvedui venne svegliato da urla di orrore e paura provenienti dalla città circostante.Affacciatosi vide un'immenso numero di orchetti e servi dell'oscuro re attraversare i cancelli principali.La difesa ,così fieramente e coraggiosamente condotta dalla guardia nella prima cerchia, di mura era stata spezzata.Ora tutti i supertiti si dirigeva verso i portoni della cittadella dove venivano fatti entrare in gran fretta dai soldati prima che le porte venissero chiuse.Arvedui,impugnata la spada e indossata l'armatura,arrivò nel cortile della cittadella.Qui il suo capitano più audace e coraggioso,Draimir,stava radunado le truppe della sua armata mentre i raminghi guidati dal Dunedain Alsfar prendevano posizione dinanzi alla gradinata del palazzo del consiglio.
Camminando verso i soldati,Arvedui vide Malbeth,saggio anziano e membro del suo consiglio.Stava seduto su una panca, pensieroso e affaticato.Arvedui gli si avvicinò e non appena gli fu dinazi Malbeth rispose:-Non avere paura del tuo nemico-Non sei destinato a perire ma a vivere per vedere il crollo finale del regno.
Subito dopo aver pronunciato quelle parole,il portone della cittadella venne squarciato da una roccia scagliata da una catapulta nemica.Subito Arvedui,aiutò Malbeth ad alzarsi e si posizionarono dietro all'orgogliosa falange dell'ultima armata di Arnor.Centinaia di Orchetti allora pionbarono dal portone verso i soldati arnoriani.Il loro comandante Draimir gridò a gran voce:-Barriera pronti!-
Immediatamente si senti un rumore metallico degli scudi che venivano messi uno affiancato all'altro con le lane che puntavano accuminate verso il nemico che si avvicinava.L'aria venne squarciata dal sibilo delle frecce dei raminghi che trafissero numerosi orchetti i quali si gettavano a terra agonizzanti.
Dalle tenebre che vi erano al difuori del cancello si udì uno strillo malefico e subito Malbeth diede uno spintone ad Arvedui.Non passo neanche un secondo che un dardo nero passava sopra la testa del re mentre cadeva.Il re,ringraziato il suo vecchio salvatore si desto di nuovo dinnanzi ai nemici.Ne trafisse decine e con forti parole, incoraggio i soldati ad avanzare e a mantenere la posizione.Dopo alcune ore di scontro gli orchetti decisero di ritirarsi insieme al loro oscuro leader.Mentre i prodi soldati di Arnor si riprendevano dalla strenuante battaglia e incominciavano a pontellare il cancello,Arvedui piangeva i caduti e si prestava ad attendere il suo destino incombente.
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"Al di là dell'ombra il Flagello di Durin è in agguato. Il mondo dovrà cambiare e qualche altro potere dovrà sopraggiungere prima che il popolo di Durin varchi di nuovo la soglia di Moria."
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Khamûl
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MessaggioInviato: Mar Set 30, 2008 5:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco il mio su Minas Morgul, mi è venuto 1 po' lunghetto... Very Happy

Concentrati al massimo, scivolavamo nella foresta come fantasmi, veloci e silenziosi. I nostri mantelli verdi e le armature di cuoio ci rendevano perfettamente mimetizzati nella folta vegetazione e, aiutati dall’oscurità del tardo tramonto, eravamo quasi invisibili. Nonostante la lunga corsa e la difficoltà dei movimenti nel groviglio di piante, nessuno di noi mostrava segni di cedimento né di stanchezza. La dura vita nlle terre selvagge aveva cambiato e temprato tutti. Ma penso che nessuno si era ancora abituato del tutto. Tranne il comandante. Faramir era forte, agile, furtivo, coraggioso. Ma negli ultimi tempi era molto più cupo, teso, irrequieto.

Il sentiero serpeggiava tra due alte colline dai versanti scavati e rocciosi, ricoperte da una fitta boscaglia. Ci posizionammo lì, in due gruppi, uno al lato est e uno a quello ovest, cercando posizioni riparate ma che concedessero una buona visuale sul sentiero. Faramir guidava la truppa del versante est, mentre Damrod, il suo ufficiale, quella ad ovest. Io ero nella truppa di Faramir.

Mi ero appena nascosto quando li sentimmo arrivare: un rumore indistinto di passi, grida stridule, clangore di armi e armature, ruggiti selvaggi. Poco dopo comparvero. Un grosso squadrone di orchetti invase il sentiero, comandato da un grosso esemplare. Udii Faramir mormorare qualcosa riguardo a Grishnakh, capitano di Minas Morgul. Il nome della torre maledetta mi raggelò il sangue nelle vene. Comparve anche un Troll, governato a fatica dagli orchi sorveglianti, che trainava un carro coperto.
Quando l’orda fu circa a metà sentiero, Faramir alzò un braccio e tutti i raminghi incoccarono una freccia nei loro archi. Io tremavo. Faceva sempre effetto su di me il togliere la vita, persino a quelle creature abominevoli e crudeli. Strinsi l’arco e mirai ad uno degli orchetti, tenendo d’occhio Faramir con la coda dell’occhio. Questi, aspettati un paio di secondi, abbassò repentinamente la mano e un’ondata di frecce si abbatté sugli orchetti sorpresi. Il loro comandante, però, reagì con incredibile rapidità, quasi si aspettasse l’imboscata. Gli orchetti si raggrupparono, unendo i loro rozzi scudi a formare una barriera. Cosa aspettano? Pensai. Perché non ci cercano nel bosco? Aspettano di venir crivellati? Ma poi il troll tolse il telone dal carretto e vidi che dentro c’enano delle strane palle nere. Ne afferrò una, mentre un orco l’accendeva con una torcia. Pece! Il mostro la scagliò con forza inaudita verso gli alberi. Atterrò poco distante da me, ed esplose bruciando un paio di miei compagni e illuminando a giorno l’area. Mentre scagliava altre palle di fuoco, protetto dagli scudi dei compagni, un gruppo di arceri cominciò a tirare ovunque frecce incendiarie, mirando proprio agli alberi che crollavano ad uno ad uno, mangiati dalle fiamme. Terminata questa operazione, l’area era illuminata a giorno e molte aree erano scoperte, senza più alberi che ci nascondessero. Come la mia zona. Sul momento non mi preoccupai di nascondermi meglio, ma quando gli orchetti sciamarono sui versanti delle colline per cercarci, Faramir decise di ritirarci.

Corsi come un pazzo verso la zona ancora boscosa, ma appena vi entrai una creatura mi colpì, facendomi ramazzare a terra. Alzai lo sguardo. Era un Numenoreano Nero. Alzò la spada per finirmi, ma una freccia lo colpì in pieno petto. Mi alzai, madido di sudore e tremante dalla paura, e notai che molti altri Numenoreani Neri uscivano ora dal bosco attaccando i raminghi che, incredibilmente sorpresi e incalzati alle spalle dagli orchetti, erano in preda al panico e nella confusione più totale. Vidi Faramir, immobile ed in lacrime, che assisteva come imbambolato al massacro dei suoi fidati compagni e amici. Vidi il capitano orchetto, Grishnakh, avvicinarsi da dietro al mio capitano, la spada in pugno. Faramir si accorse di lui in tempo e, voltandosi di scatto, gli sferrò un potente colpo che avrebbe ucciso l’orco se questi non avesse levato lo scudo, che andò in frantumi. Grishnakh era comunque in difficoltà, non potendo competere con la bravura del figlio di Denethor, ma proprio quando Faramir levò la spada per dare il colpo di grazia, una profonda oscurità piombò immediatamente sul campo di battaglia. Non vidi più nulla, e calò il silenzio. Nessuno si muoveva, tranne uno. Passi pesanti, stridore d’armatura, il fruscio di una spada sguainata.
L’oscurità si dissolse in un soffio di vento. D’istinto cercai con lo sguardo la fonte dell’ombra. Un orrendo sospetto si insinuava nella mia mente. Lo vidi, e tutte le mie peggiori paure ebbero conferma. Un Nazgul. Stava in piedi, immobile, di fronte a Faramir che, in ginocchio, lo fissava incantato. Mi misi a correre. Dovevo salvare il capitano.

Sento freddo. Sento dolore, una profonda e interminabile tortura mi avvolge il ventre. Guardo in basso, verso l’origine della sofferenza. Rosso. La spada dello spettro è penetrata fino all’elsa.
Guardo in alto. Un cappuccio nero, come la notte. È vuoto. Ma non è morto. Non è neanche vivo. Percepisco il suo stupore, la sua rabbia.
Guardo al mio fianco. Vedo un uomo che corre. Scappa, si gira. È Faramir. Ce l’ho fatta.
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MessaggioInviato: Dom Ott 12, 2008 8:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco quello per Mordor

La giornata era giunta all'imbrunire.Il sole stava calando e la notte incombeva come un'ombra lesta e gelida sulle foreste dell'Ithilien del nord.Una grande colonna di oltre cinquecento uomini procedeva ordinatamente verso nord.Le loro armature e il suono regolare delle trombe e dei tamburi scandiva la loro avanzata lungo la strada.Al comando dell'esercito di Gondor stava Boromir,figlio maggiore e pupillo del sovrintendente.Si era offerto di condurre una parte della guarnigione di Osghiliath a nord,per presidiare l'alto corso dell'Anduin.Con lui,un suo capitano fidato,Aldroth,che aveva combattuto valorosamente durante la riconquista della città sull'Anduin.L'esercito era ormai in marcia da ore,con il figlio del sovrintendente,il suo capitano e una cinquantina di cavalieri alla testa della colonna.Tra le sterpaglie del bosco però,occhi malvagi osservavano con attenzione i loro movimenti.
-C'è qualcosa che non va-Disse Boromir preoccupato
-Cosa?Apparte questhhhhhhhhhhhn....-Dal buio una freccia venne scagliata e sibilando si conficcò nel collo di Aldroth.Il sangue del valoroso capitano di Gondor andò schizzando sulla faccia di Boromir mentre cadeva da cavallo.
-Subito suonare l'adunata!!-Gridò Boromir a una cittadella vicino a lui che teneva una tromba d'argento.Mentre però si accingeva a suonarla venne colpita da tre frecce in pieno petto e cadde a terra.
All'improvviso dai due lati del sentiero,come fossero sbucati dall tenebre,dozzine e dozzine di orchetti sciamarono verso le inermi file gondoriane.I raminghi non riuscirono neanche a scoccare le loro micidiali frecce che gli orchetti li furono già addosso.I soldati di gondor si schierarono a difesa della strada,unendo gli scudi e puntanto le lance verso il nemico,pronti a sostenere la carica.Con loro Boromir,il simbolo della speranza vivente.Girò il suo destriero il quale si impennò prima di caricare.Con coraggio e vigorasa forza si avvento sugli orchetti,trafiggendone una decina in carica.All'improvviso,dall'oscurità emerse un enorme troll,bardato con un'armatura scura e brandente una pesante spada.Esso si avvento su Boromir con tutto il suo impeto,facendolo cadere da cavallo e rovinare e terra.Il figlio del sovrintendente si rialza a fatica,preparandosi ad affrontare il troll che stava avanzando verso di lui.Nella mischia invece,la battaglia stava volgendo a favore delle forze del male.Ormai stremati e provati dalla battaglia,essendo circondati,i soldati gondoriani facevano impeto verso l'esterno,tentando di uscire dalla sacca.Una quindicina di essi si cinserò attorno a Boromir e fecero insieme impeto verso l'esterno.Il loro coraggio e valore fu premiato e riuscirono a sfondare il lato più fragile dello schieramento.Ma non erano ancora salvi,da alcuni cespugli venne scoccata una raffica di frecce che colpì molti di loro,incluso lo stesso Boromir il quale dolorante si precipitò verso un cavallo.Gli orchetti arcieri uscirono dai cespugli,più piccoli di orchi normale e più fragili,deponettero l'arco e,estraendo lunghi pugniali da caccia si avventarono sui pochi sopravvissuti,molti dei quali erano ancora agonizzanti a terra.Boromir,girò il cavallo e cavalcò a sud verso Osghiliath a portare la funesta notizia al padre.L'ultima cosa che vide fu uno spettro dell'anello che saliva su un pulpito nel mezzo della mischia e che lo fissava,avvolto da gelide e cupe nubi. Neutral
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MessaggioInviato: Ven Ott 17, 2008 7:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco, mi mancava, Bg per i Feudi e per Barad-Dur assieme Wink :

Dol Amroth per Gondor

Una bruma rossastra avvolgeva i verdi colli preannunciando l’alba, ma la vicinanza del mare rendeva umida l’aria e scivoloso il terreno. Nonostante la vista ridotta, il clangore delle armi e le rozze grida degli orchetti arrivavano chiare alle orecchie di Angbor, che si muoveva silenzioso assieme ad alcuni dei suoi, per giungere rapidamente a contatto.
Quella stessa notte gli orchetti avevano dato l’assalto alle coste del sud di Gondor, massacrando numerosi pescatori del Pelargir; gli uomini della valle del Ringlò e i cacciatori di Morthond, al seguito degli alti arcieri Duilin e Derufin, erano giunti il prima possibile, sottovalutando le forze del nemico e ritrovandosi così ben presto subissati ed in rotta.
Una lieve speranza era rinata all’arrivo del signore di Lamedon, ma gli scontri erano disperati e le forze avevano dovuto retrocedere fino ai guadi del fiume Erui. Qui, avrebbero aspettato ‘arrivo della guarnigione di Dol Amroth.
Mentre Angbor pregava nell’arrivo dell’alto principe, un guerriero al suo fianco crollò a terra, abbattuto da una freccia di nero piumata, riportando la sua attenzione allo scontro; dalle grida e dai fischi delle frecce provenienti dai boschi, capì che al loro interno i cacciatori davano battaglia; sui guadi, guerrieri del Pelargir fronteggiavano gli orchetti, impedendogli di sfondare. Un limpido squillo di tromba annunciò l’arrivo degli slanciati guerrieri di Pinnath Gelin vestiti di verde, al seguito di Hirluin il Bello. Gli aggraziati soldati si lanciarono su un folto gruppo di goblin che scendeva dalle colline, nel tentativo di sommergere i difensori con il peso del numero.
Angbor schivò un fendente, e roteando la lama in un arco mortale tranciò il braccio della creatura che aveva di fronte; al suo fianco, un coraggioso guerriero veniva trafitto dalle lame di Mordor. Il sangue schizzò sulla corazza del Senzapaura, che con un impeto di rabbia si lanciò verso un gruppo di orchi scuri e coperti di piastroni; non combattevano in modo disordinato, ma avanzavano compatti. La sua spada cozzò contro uno dei loro imponenti scudi, ma il fendente era tale che trapassò corazza, carne e ossa con la stessa facilità.
Signore fiero e indomito di uomini spietati e feroci, non si rese conto che gli uomini del Pelargir stavano scappando. Abbandonavano la speranza di fronte all’enorme lama nera del Troll, che ora si ergeva imponente sui guadi. A peggiorare il tutto, ululanti e sbavanti warg stavano massacrando i soldati di Hirluin, che in quel momento stava sfilando la spada dal costato trafitto di una delle bestie.
Era tutto perduto, l’assalto a sorpresa aveva ottenuto quanto pianificato, l’eliminazione rapida della resistenza dei Feudi prima che si riunissero. Gli uomini urlavano, abbandonavano le armi e fuggivano, inseguiti dai codardi nemici. Ma non Angbor e i Lamedoniani. Non loro, fieri e spietati. Sarebbero rimasti, fino all’ultimo.
L’alba era giunta, e con essa una canzone dell’antica Numenor. Il canto placò i cuori in tumulto degli uomini, e atterrì i nemici. Chi aveva il coraggio di sfidarli, cantando sul campo del massacro?
Dol Amroth era giunta.
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MessaggioInviato: Dom Ott 19, 2008 6:06 am    Oggetto: Rispondi citando

ecco i nani, 1 po' tardi ma vabbè... Embarassed

- No! No e ancora no! - sbraitò Dain.
- Ascoltatemi, vi prego! Pensate alla nostra vendetta, la gloria della stirpe di Durin sarà riforgiata nell’insegna di Erebor! La nostra fama e la nostra potenza diventeranno leggendarie! Saremo i liberatori, i vendicatori, gli eroi dei nani! Estirperemo il male dal Pozzo Nero e ripopoleremo la gloriosa Khazad-dum, la nostra prima e più grande patria! E se non bastasse, pensate al Mithril! -
Il re di Erebor si sedette sul trono e, con tono pacato, disse al suo interlocutore:
- Mio caro Balin, tu non solo sei il mio più abile generale, ma anche un compagno fedele e un amico senza pari. Tuttavia non posso in alcun modo accontentare il tuo desiderio. Khazad-dum non esiste più, il male è troppo potente al suo interno perché possa essere conquistabile. Ora è Moria, il Pozzo Nero, non la casa di Durin, fiore della gloria dei nani! Tu insegui una chimera. Conosci benissimo qual’era la potenza di Khazad-dum prima della sua caduta, eppure fu sconfitta e distrutta dagli orchi. Cosa ti fa pensare di avere un’esercito abbastanza forte da essere in grado da riprendere un reame la cui potenza superava non solo il tuo esercito, né Erebor, né tutti i regni dei nani messi insieme? -
Balin non rispose. Il silenzio fu interrotto da una guardia che entrò nella stanza. Fece per dire qualcosa, ma fu travolta da un uomo della Valle che, affannato e spaventato, si catapultò da Dain e, con un rapido inchino, disse:
- Scusate l’irruenza, ma è una grave emergenza. Esgaroth è sotto assedio! Migliaia di orchi, macchine da guerra e uomini malvagi! Abbiamo resistito al primo assalto, ma il loro numero è impressionante, non ce la faremo se non ci aiutate! - Dain guardò negli occhi Balin, che annuì in silenzio.
L’esercito dei nani entrò a Esgaroth dal cancello posteriore, di notte e in silenzio. Gli orchi avevano già iniziato l’accerchiamento della città ma gli uomini avevano attivato degli antichi canali che avevano sbarrato la via con le acque del Lago Lungo.
La mattina, accompagnato dal suono dei corni da guerra, l’esercito di orchi e esterling attaccò. I ponti di pietra che collegavano la città alla terraferma erano stati fatti saltare dagli assediati, ma gli orchi ne avevano costruiti molti durante la notte. Le frecce degli uomini cominciarono subito a mietere le fila degli orchi, che tuttavia continuavano l’inesorabile avanzata proteggendosi con gli scudi. Quando però furono abbastanza vicini, numerose altre frecce iniziarono a fendere l’aria, frecce che penetravano senza difficoltà gli scudi orchesci e che ne falciarono molti. Il comandante degli esterling ne raccolse una e imprecò:
- Archi nanici! Sono nani, state attenti! - E serrò la falange dei suoi uomini. Ma nessuno sprecava frecce contro il muro di scudi a torre, tutte le forze erano concentrate sui poveri orchetti che cominciavano a farsi prendere dal panico. Tuttavia una catapulta mandò in pezzi il portone della città e, mentre le torri d’assedio scaricavano orchi sulle mura, la falange di esterling si posizionò sull’entrata del castello, trovandosi davanti un muro di scudi nanici dal quale spuntavano le aguzze lance degli uomini. Dain e Balin uscirono dai ranghi con le loro guardie di Khazad e cominciarono a provocare i servi di Sauron che, incitati da uno sciamano, si lanciarono alla carica. Perfino la serrata falange di esterling si infranse come il mare sugli scogli contro i disciplinati nani. Esploratori e Guardie di Ferro, che aspettavano nascosti ai lati del cancello, attaccarono i reparti laterali degli attaccanti, infliggendo gravi perdite con le loro ascette da lancio. Il grande numero di nemici non riuscì a sopraffare i coraggiosi nani, in quanto lo spazio ristretto del cancello li favorì e questi, instancabili, avanzarono inesorabilmente creandosi la strada sui corpi dei nemici caduti. Inoltre nessuno eguagliava in combattimento i Signori di Erebor, i quali aprirono un varco e guidarono la carica inseguendo la feccia di Mordor fin nell’accampamento, che fu espugnato e distrutto, e gli orchi massacrati e messi in fuga.
Quella sera nella reggia di Erebor si tenne una festa così grande che si dice fosse stata bevuta tanta birra quanto fu il sangue orchesco versato sul campo di battaglia. Dain festeggiò con allegria e divertimento, ma si fece improvvisamente serio e preoccupato quando si scoprì che Balin, assieme a molti dei suoi uomini, era sparito, partito per le Montagne Nebbiose.
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2009 6:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bg per Harad per il torneo di Lega Wink

L'Orda del Serpente

Un leggero vento soffiava per il campo quella mattina, sollevando la sabbia che tutto circondava. Leggere brezze sbuffavano allo stesso modo dei cavalli irrequieti, mentre un giovane sole rossastro gettava i primi timidi raggi sul mondo. Era l'atto finale. Quel giorno Glamorgarth sarebbe caduta ed infine l'intera armata avrebbe riconosciuto in Suladan la figura del vero comandante, ripudiando gli infidi Hasharii. Liberatosi degli spietati assassini, avrebbe potuto guidare poi il grande Harad verso una nuova alba, simile a quella che in quello stesso istante illuminava le punte delle lance che i guerrieri, ancora assonnati, iniziavano a brandire. Le fatiche però, non sarebbero terminate, in quanto c'era ancora un nemico capace di oscurare il suo piano, come il bastone che minaccia il serpente. L'ombra del giogo di Gondor era ancora presente, anche se debole. Tale minaccia, anche se vana, andava cancellata. L'ira dei Sudroni avrebbe colpito lesta e letale, como il morso di una serpe, come il veleno dei suoi denti. L'odio verso gli antichi padroni, sarebbe stato il veleno; i denti, le lance del sud; i muscoli, gli alleati provenienti dalle terre degli Olifanti, dei quali condividevano l'ottusa litigiosità; infine la testa capace di guidare tale corpo all'affondo decisivo, sarebbe stato Suladan stesso. L'albero bianco, sarebbe stato stritolato dalle spire del serpente rosso.
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MessaggioInviato: Lun Ago 17, 2009 8:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Un pò lunghetto ma simpatico... Wink Wink Laughing Cool Cool per il mio esercito degli abitatori del profondo... Laughing Laughing Laughing



Durburtz, re di Moria, si destò dal suo trono una volta presieduto dallo stesso Durin. In quel momento stavano passando un gruppetto di goblin.
Passarono lilenziosamente ed ordinatamente il lunghissimo corridoio che li separava dal trono. Ad ambo i lati del corridoio stavano, a 3 metri l'uno dall'altra le guardie reali di Durburtz: i famigerati predatori. Erano ricoperti da una pesante cotta di maglia che li copriva dalla testa ai piedi. Alla loro cintura, ben visibili stavano le taglienti accette da lancio. Nelle mani brandivano pesanti e lunghe asce. Il gruppetto, composto anch'esso da predatori e un quinto individuo arrivò ai piedi dell'altare. Lì, le guardie reali si congedarono dopo un profondo inchino e presero posto ai lati della scalinata, mentre il quinto individuo rimase fermo nel suo inchino. Durburtz, scendendo dalla scalinata esclamò:
- Martz!!-
- Ragazzo mio!!-
- Finalmente sei arrivato!!-
- Ti ho aspettato con impazienza figliolo, ho un incarico molto importante da affidarti!!-
- Essendo tu uno dei migliori, non conoscevo persona più giusta per esso!!-
Il capitano Martz si destò dal suo lungo inchino. La sua armatura pesante lo ricopriva per la maggior parte del suo corpo. Solo la testa, priva di elmo per cingerla si vedeva chiaramente. Martz era uno dei migliori capitani di Durburtz e da tempo vantava una posizione di prestigio in tutta Moria. Lui stesso aveva guidato l'assalto finale alla tomba di Balin e distrutto insieme ai suoi guerrieri, ciò che rimaneva del contingente dei nani di Ereborn.

- Vi porgo le mie scuse per il ritardo maestà-
- Ma ho dovuto presiedere ad una ispezione delle mie truppe-
Durburtz compiaciuto rispose:
- Tranquillo figliolo, di questi tempi sono pochi i comandanti disciplinati e fedeli come te.
- Siediti pure, devo parlarti-

I due si sedettero mentre dei servitori portarono a loro dei calici di vino.

- Come ti ho detto prima figliolo, ho un'incarico per te-
- Tu sei il capitano più affidabile di tutta Moria e del mio Regno!!-

Mentre parlava Martz annuiva.

- Ti affido il comando delle truppe all'estrema profondità delle montagne Nebbiose-
- Le cose non stanno andando bene laggiù, sempre più spesso arrivano rapporti di incursioni di nani ed elfi, ed esse causano gravi danni-
- Temo che presto anche Moria verrà attaccata direttamente!-

A quelle parolo Martz si destò più rapido del vento.

- Questo mai, Sire!!-
- Mi impegnerò con tutto me stesso alla difesa delle profondità e delle pendici delle montagne!!-
- Fino all'ultimo respiro!!-

A quelle parole Durburtz si alzò, mise la sua mano sulla spalla del suo capitano e gli augurò buona fortuna.
Martz si inchinò e girandosi, incominciò a camminare nuovamente verso il lungo corridoio per raggiungere le sue truppe.

Arrivato al suo accampamento, radunate le sue cose e messo lo zaino in spalla si diresse, seguito da molti dei suoi guerrieri verso una scalinata che andava giù nell'oscurità della montagna. Ad un certo punto i suoi guerrieri si fermarono e con un grido acclamarono la partenza del loro leader.
Dopo alcuni giorni di cammino, Martz giunse finalmente all'accampamento di goblin alle pendici della montagna. Questo era situato al difuori della montagna, anzichè nella stessa. Il morale era a terra a causa delle recenti sconfitte. Giunto inanzi alla tenda del capitano delle truppe volle essere ricevuto dal comandante del posto. Dalla sua tenda, uscì un piccolo goblin che doveva essere il servitore personale del capitano locale. Si diresse verso Martz e dopo essersi inchinato per omaggiarlo escalmò:

- Benvenuto capitano Martz -
- Perdonatemi, ma il Capitano Goltz non è all'accampamento al momento -
- è via ormai da qualche settimana, doveva compiere un'ambasceria alla corte dell'oscuro sire a Dol Guldur, dovrà essere di ritorno fra qualche giorno-

Sentito questo, Martz annui e diede ordine al servo di preparargli qualcosa da mangiare mentre alcuni Goblin li preparavano la tenda. Tuttavia era contento dell'assenza di Goltz, tutti quei giorni di cammino lo avevano affaticato e non aveva voglia di gettarsi in una lunga conversazione sullo stato delle truppe e sulla situazione generale. La cena fu presto servita e dopo aver mangiato, il capitano si congedò e andò a riposarsi. Passarono alcuni giorni e durante quest'ultimi egli ebbe il tempo di famigliarizzare con le truppe e con le bestie presenti al campo. I Goblin che sorvegliavano i piedi delle montagne e le loro profondità erano infatti soliti allevare e tenere con loro come truppe bestie come gli Warg selvaggi. Questi stavano in un recinto ben rinforzato e uscivano di rado per compiere qualche caccia di branco quando erano ormai stufi di mangiare la solita carne andata a male e gli scarti delle cucine dei Goblin. Tra di loro, il più grande e forte era chiamato Gronf. Era infatti il capobranco e aveva una folta crinieri chiara che ne simboleggiava l'anzianità e il suo ranco. Passarono altri sei giorni, ma del capitano Goltz nessuna traccia. Finalmente una mattina all'alba, la sentinella di pattuglia avvistò delle figure nere in avvicinamento da Est, subito martz fece preparare gli arcieri in caso fossero una minaccia. Da lontano infatti i Goblin, anche se in posizione elevata non riuscevano a distinguere le figure in movimento, non contando che ci fosse anche il Sole, che offuscava ulteriormente la loro vista. Dopo una decina di minuti, le figure furono chiaramente distinte. Era Goltz. Insieme al lui una quarantina di Goblin armati e delle strane bestie che li seguivano, una di esse particolarmente grande e veloce. Erano ragni giganti!! Tra di essi, spiccava per grandezza e mostruosità la figura della Regina di questi. Aveva 8 occhi sul capo e 2 grandi mandibole affilate come rasoi. Il suo addome, grande e gonfio, era percorso da piccoli ragnetti che uscivano e andavano dai suoi grandi crateri. I 5 ragni giganti le stavano attorno, quasi come figli impauriti che si avvicinavano alla madre. Goltz avanzo dal gruppo verso Martz e si presentò:

- Salute Martz, grande capitano-
- sono stato informato della tua venuta da un gruppo di pipistrelli mentre arrivavo da Bosco Atro-
- Io sono Goltz, il comandante del profondo-
- Almeno lo sono da pochi mesi, l'ultimo capitano è caduto combattendo in un'imboscata dei nani qua vicino-
- Quei maledetti stanno diventando sempre più ostinati negli ultimi tempi-

Martz allora rispose:

- Così mi hanno detto!!-
- Sono stato incaricato da Durburtz in persona di prendere il comando quaggiù e di aiutarvi!!-

Goltz rispose:

- Ne siamo davvero lieti, e contenti di avere un capitano di cotale fama al nostro fianco!!-
- Poi la nostra ambasceria alla corte del Negromante è andata benissimo!-
- Come puoi vedere ci ha offerto il suo aiuto dandoci alcuni ragni tra i più grossi e veloci e la loro Regina, tra le più temibili di Bosco Atro-

Subito dopo si girò e indicò i ragni che ora erano già impegnati a tessere le loro tele tra alcuni alberi per creare una tana che potesse ospitare la loro regina e riposare loro stessi dal lungo viaggio. Dopo mezz'ora di lavori, i ragni e la loro regina si posarono esausti sulle loro tele. A loro venne dato cibo a volontà e dopo averlo gustosamente succhiato e divorato, essi si coricarono.

Così fece anche il capitano Goltz e le truppe che erano in viaggio con lui.
egli si congedò dal capitano Martz con un profono inchino e tornò alla sua tenda dove, all'entrata lo aspetttava il suo servo personale.
Martz si congedò anch'egli a salì su un grande masso da cui poteva scorgere la vallata circostante. Il vento soffiava, il Sole usciva timidamente da Est annunciano l'inizio dell'autunno con i suoi sempre più fiebili raggi. L'autunno e l'inverno erano davanti e sarebbero stati lunghi e impegnativi per Martz e le sue truppe. Martz estasse la sua spada dal fodero. Essa scintillava alla luce del Sole. Contenplandola disse tra se:

- Questò sara un inverno duro, e tante battaglie ti attendono-

Detto questo si diresse anche lui alla sua tenda. L'indomani avrebbe organizzata un piano con tutte le sue truppe fresche e pronte alla battaglia, sotto la guida di un nuovo e forte capitano.
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