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franz
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MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 1:46 pm    Oggetto: I nostri Background Rispondi citando

Dato che i background ci costano tempo, siamo obbligati a farli e alla fine li legge solo Alfogro (sempre che li legga Wink Wink Wink ..), proporrei almeno di postarli qui sul forum, così gli altri vedono come ognuno interpreta il proprio esercito! Comincio io coi Lupi, seguiranno gli Angeli..

FRANZ-Lupi Siderali-Lupi Bianchi


A Sua Maestosa Ed Illuminata Signoria, Supremo Inquisitore Justarion XII, anno dell'Imperatore 898.M41.

Come da Voi richiesto, quello che segue è il rapporto riguardo all'impiego degli Adeptus Astartes denominati 'Lupi Bianchi' da parte del mio Sommo Signore e Padrone, Inquisitore Tarquinius De Montvert.
Vostra Signoria è già a conoscenza delle motivazioni che hanno costretto il mio Sapiente Padrone a richiedere l'intervento dei suddetti Astartes (ricorderà certamente il tradimento del VII Gondoriano) nonostante i forti dubbi e perplessità riguardo alla loro fedeltà all'Imperatore (sempre Sia Lodato il Suo Altissimo Nome).
Dopo l'accettazione della richiesta, per cui Il Mio Saggio Signore si è impegnato a risarcire con un notevole quantitativo (che personalmente ritengo spropositato) di armi ed equipaggiamenti il capitolo dei Lupi Bianchi, ci siamo trasferiti sul loro pianeta natale, Asterion IV. Il pianeta fu donato oltre 1000 anni fa dall'Inquisitrice scomunicata Yvonne Heliastas ai Lupi Siderali come ricompensa per un loro intervento. Il pianeta non ha nessun valore per l'Imperium, essendo una massa di ghiaccio e nevi perenni; probabilmente proprio per questo i Lupi Siderali ne hanno fatto pianeta natale per una nuova fondazione: come Vostra Somma Signoria già saprà, i Lupi Siderali sono sotto numerose inchieste Inquisitorie per la loro evidente devianza, e la mia umile persona non riesce a comprendere i motivi per cui viene permessa a quel capitolo maledetto l'autorizzazione a diffondere l'impuro seme genetico di quei devianti.
Per l'incursione richiesta dal Mio Grandioso Signore Tarquinius sono stati forniti 100 guerrieri ed una nave d'assalto orbitale, la 'Artiglio Gelido'; il mio Illuminato Signore ha ovviamente protestato per l'esiguo numero di guerrieri (le ricordo che l'incursione planetaria prevedeva una resistenza di oltre 6000 pirati Eldar), ma gli arroganti Astartes si sono detti certi di poter gestire la cosa (e con mio sommo stupore devo ammettere che erano nel giusto).
Il mio Possente Signore ha richiesto di viaggiare sull' Artiglio, per meglio coordinare l'attacco; è stata un'esperienza tra l'orrido e il grottesco.
Quei Marines sono ciò di più distante io possa immaginare da un capitolo di Astartes: rozzi, maleodoranti e sgarbati; non passava giorno senza che scoppiasse una rissa sulla nave - una rissa su una nave dell'Imperatore!
Ogni sera, invece del pasto serale di 15 minuti standard seguito dalle Lodi all'Imperatore (come prescritto dal Codex Astartes), veniva organizzato un banchetto con carni ed alcolci (alcolici su una nave del Santissimo Imperatore!). Al banchetto seguivano contese fisiche al fine di assegnare le armi migliori e il comando delle squadre ai vincitori. E tutto questo sembrava essere il Modus Operandi standard del Capitolo! Possa il Benedetto Imperatore purgare le loro anime corrotte!
Abbiamo conosciuto Hans Bloodfang, il capobranco assegnato alla nostra Sacra missione, e la sua guardia: di rado ho avuto modo di incontrare individui più rozzi e inadeguati. Ubriachezza, scarsa igene personale e modi a dir poco barbari:tutto questo di fronte a un Emissario Della Santa Inquisizione!
Siamo anche venuti a conoscenza (tramite le saghe cantate durante i banchetti, cosa che definirei al limite della blasfemia dato che si suppone che a quell'ora vengano cantate le lodi al Grandioso Imperatore) che il precedente capoguerra, tale Loki Steelmantle, essendo invecchiato oltre le possibilità del campo di battaglia, pur di continuare a combattere si è lanciato in un corpo a corpo con un Carnefice della piaga tyranide. Questo ovviamente lo ha ridotto in fin di vita ed egli si è fatto impiantare in un Sarcofagus. Converrà con me quando dico che avrebbe dovuto invece immolare la propria anima all'Altissimo Imperatore, dato che è evidente che il suo gesto è stato guidato da mera sete di gloria personale piuttosto che dalla giusta ira dell'Imperatore.
Le tralascio il resoconto della battaglia, che avrà certamente già ricevuto. Il mio umile suggerimento è di occultare il reale andamento della battaglia (che mio malgrado devo ammettere essere stato un successo al di là di ogni più rosea aspettativa), dato che da come sono andate le cose i 'Lupi Bianchi' potrebbero erroneamente godere di una certa fama per le loro gesta.
Invece ritengo che sia necessario gettare discredito sul capitolo, ed aprire un'inchiesta Inquisitoria circa la loro devianza genetica. Tengo a sottolineare in particolare l'assoluta mancanza di Fede nell'Altissimo Imperatore che ho riscontrato: non una preghiera è stata innalzata prima della battaglia, né ho visto Cappellani capitolari. A quei barbari sembrava importassero solo gli alcoolici e la battaglia, ed essere ricordati in qualche futile saga; la loro mancanza di fede è talmente palese che mi sembra evidente che dovrebbero essere processati (o, se possibile, direttamente condannati) per eresia.
Non importa quanto valorosi siano come guerrieri: l'Imperium non ha bisogno di barbari indisciplinati, ma di Adeptus Astartes fedeli e inflessibili.
Attendo speranzoso una vostra Illuminata decisione. L'Imperatore protegge.

Il vostro umile servitore,
Gaudius Tiberio Severii

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"Alea iacta est, fricum feratur sit"


L'ultima modifica di franz il Mar Mar 07, 2006 7:11 am, modificato 1 volta
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veccio
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MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 3:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

ok, non è il massimo, anche perchè non scrivevo temini dai tempi delle superiori
ma lo posto lo stesso:



Siamo partiti alla caccia di un nemico… non è mai importato a me o a nessuno dei miei compagni quale e perché lo fosse.
Non siamo stati creati e addestrati per chiederci alcun perché o per farci delle domande, il nostro volere è sempre stato quello del nostro imperatore!
Non abbiamo mai voluto e potuto chiederci se quello che stavamo facendo aveva un senso, se mai fosse realmente esistito un imperatore e se la sua causa era giusta…
Mietere anime, è la nostra vita, è quello che sappiamo fare, è quello di cui abbiamo bisogno… ma perché?
Siamo stati creati privi di coscienza e qualsiasi forma di pensiero è punita con la morte, e a volte mi chiedo perché subire la punizione di questa consapevolezza; perché anche dopo tante vite spezzate in altrettante guerre il mio cervello si ostina a non rifiutare la verità!
In ogni momento mi guardo attorno e non vedo altro che pupazzi che fanno quello per cui sono stati creati… strappare vite, vivono per uccidere senza porsi alcun problema e la mia invidia per quei poveri automi è enorme.
Il dolore lacerante delle mie frustrazioni si attenua solo con il dolce sapore della morte, per cui non posso permettermi di fermarmi, non posso assolutamente farlo…
L’unica cosa che mi trattiene in vita è la certezza che il mio futuro sarà saturo di inarrestabili carneficine necessarie all’esecuzione di ordini impartiteci nel nome di un ormai dimenticato imperatore e mascherati da falsi ideali superiori.
la nostra sete di sangue verrà quindi ininterrottamente soddisfatta, e la loro ipocrisia colmerà la nostra viscerale ed abominevole fame di vite; anche la dove La nostra furia cieca ci ha obbligati in scontri fratricidi.

Il piacere, questo è il motivo per cui vivo, ed è questo il motivo per cui siamo stati creati, istruiti e addestratati, ed ora il mio solo tormento è quello di assicurarmi per l’eternità l’acre sapore delle lancinanti urla che fuoriescono dalle anime delle mie vittime.
Ma ogni notte il mio sonno viene sopraffatto da troppe domande…
A volte la curiosità di perscrutare l’anima degli eretici che tanto temiamo è trattenuta a stento… e se fossimo noi i veri maledetti?
Se fossimo noi gli scellerati che con assoluta ostinazione perseguiamo in una crociata verso il nulla, forti di una grossolana ignoranza?
E se l’estenuante lotta contro l’eresia fosse solo un’ altra menzogna per chiuderci gli occhi?
Se invece la verità fosse la rincorsa alle vie della perfezione e del piacere più sfrenato che tanto hanno bramato le mie vittime prima di lasciarsi spegnere con incurante sofferenza sotto i miei colpi?
Perché tanto riconoscimento verso i principi?
Perché lottare con un simile accanimento fino al punto di non disdegnare neppure la morte?
Ed infine cosa succederebbe se scoprissimo questa tremenda verità?
E se fossero realmente in grado di darmi quello che cerco… il piacere eterno?...
In fondo la degenerazione dell’uomo ha creato questi esseri perfetti sotto ogni punto di vista, questa è a tutti gli effetti un’ evoluzione della specie, un passaggio che si conclude con un inevitabile genocidio delle razze antiche, necessario per lasciare spazio alle vie della perfezione.
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Davide
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MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 7:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

Trasmissione sicura AN34. . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . 0000
Ricevuto . . . . . . . . . . . .. . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . .342423.8M41
A: Alto comando, nave “Remanium” 23GF5W7 . . . . . . .23eeRT23245b
Zona delle Operazioni, RF7612TT, divisione “Incudine” 321Nm7Q . 82
Livello di sicurezza . . . . Classifed . . . .. . . . . . . . . . . . . . .MTH34817
Oggetto : Compagnia Perduta Guerrieri di Ferro ### . . .9832ASiiO9
Riferimento : 123223[###] . . . . . . . . . . .. . . . . . . . 19555394NAR073
Aforisma del giorno : “uccidi in traditore, purifica l’eretico” 7


MD235.23KW {Archived} : 29582 settore 5, livello S
Voci insistenti ci sono giunte circa una compagnia di Space Marines Traditori, appartenenti alla Legione dei Guerrieri di Ferro, che sembra presente su alcuni pianeti periferici dell’Impero Tau; sembra che costoro si trovino in buoni rapporti con gli Alieni, contrariamente al resto dei Traditori. Come richiesto, è stata eseguita una ricerca nei nostri archivi per capire da dove vengano e come si siano separati dal resto dei Traditori.

Dai dati in nostro possesso, risulta effettivamente che una compagnia di Guerrieri di Ferro fosse effettivamente diretta verso quel settore come scorta della nave da guerra “Arpione”, dispersa nel warp assieme ad una delle prime spedizioni nella zona coperta ad oggi dall’Impero Tau, ai tempi in cui il nostro Imperatore spingeva la sua Grande Crociata fino ai confini dei domini dell’Uomo; sembra che in quel periodo una tempesta del warp di dimensioni rilevanti abbia interessato i settori vicini, ed uno sprazzo di questa potrebbe aver coinvolto l’“Arpione” e causato il suo naufragio.
Secondo la nostra ipotesi non tutto l’equipaggio e tutte le navi della scorta sarebbero andate perdute assieme all’ammiraglia. E’ possibile che alcuni membri dell’equipaggio e della scorta siano riusciti a raggiungere le navette di salvataggio ed uscire dalla tempesta; non sarebbe il primo caso registrato di un evento simile, anche se generalmente la permanenza prolungata nel warp senza un adeguato schermo protettivo rende necessaria la soppressione dei sopravvissuti, nel nome dell’Imperatore.
In effetti, nell’ 1231M41 un relitto corrispondente alla descrizione dell’ “Arpione” è stato avvistato in corrispondenza del settore QV937W5 da una nave di servizio locale. Il relitto mostrava le tracce evidenti dell’incontro con un’anomalia warp e, cosa ancor più importante, sembra che varie lance di salvataggio siano state espulse dopo che la nave aveva subito un danno grave al sistema di guida.
E’ interessante notare che, seppur malridotta, la nave ritrovata non mostrava i segni che ci si sarebbe dovuti aspettare dopo un tempo così lungo, in effetti sufficiente a causare la disgregazione, per l’impatto continuo con micrometeoriti, di scafi anche ben più solidi di quello della nave in questione. Dobbiamo presumere che la nave abbia subito, nel corso della tempesta, uno sfasamento temporale dell’ordine di millenni. Un simile scartamento temporale sembrerebbe impossibile se non tenessimo presente la natura mutevole dello spazio warp. I nostri superstiti erano quindi perduti non solo nello spazio, ma anche nel tempo.
Da questo punto in poi non disponiamo di dati sicuri, possiamo fare solo delle ipotesi sulla base di ciò che già sappiamo. Dopo aver saltato d’un balzo le fasi più atroci dell’Eresia di Horus ed i lunghi periodi di riassestamento dell’Imperium, avevano infine raggiunto la loro meta. Possiamo presumere che i superstiti del naufragio, tra cui molti membri della compagnia di Guerrieri di Ferro, siano atterrati su uno dei pianeti esterni dell’impero Tau in piena espansione, quando si sarebbero aspettati un mondo vergine con abitanti barbari dalla tecnologia arretrata. Forse i contatti con i loro emissari sono stati immediati, forse hanno passato anni a cercare di mettersi in contatto con l’Imperium prima dell’incontro con i Tau. A questo punto abbiamo notizia dell’ultimo contatto pacifico da parte loro. La navetta “Yndarel” di pattuglia lungo il golfo di Damocle riceve una richiesta di recupero proveniente da oltre il confine; il codice di identificazione viene ovviamente riconosciuto come appartenente ad una delle Legioni Traditrici, quindi il comandante della nave, supponendo la possibilità di una trappola, decide di tornare sul pianeta più vicino per consultarsi coi suoi superiori. Non conosciamo con esattezza il contenuto della trasmissione, poiché la “Yndarel” verrà intercettata da una flotta scheggia tiranide le cui tracce si perdono in seguito oltre il piano galattico.
Possiamo quindi concludere come i componenti della compagnia perduta, vedendo loro rifiutata la salvezza da parte dell’Imperium, abbiano finito per patteggiare con gli Alieni, finendo per integrarsi nel loro Impero. Ciò è confermato dalla presenza di mercenari Kroot nelle loro file, nonché di armamenti modificati a partire da componenti Tau. Sembra che siano riusciti ad adattare alcune armature da combattimento XV sperimentali per l’uso sul campo da parte loro, nonché modificare le loro armature Terminator per fornire fuoco di supporto mobile in maniera analoga agli esseri conosciuti come Obliteratori che tanto spesso appaiono tra le fila delle loro controparti dell’Occhio del Terrore.
Ciò che deve essere fatto ora è applicare ad essi le stesse tattiche studiate contro le altre Legioni Traditrici, per assicurarci che simili tradimenti non restino impuniti.

Per Vostra concessione,
Ufficio Analisi Istvaar IX, Archivio Trasmissioni

23 83 47AS 3289.7M41

Documento riservato, livello di sicurezza Alpha 7, distruggere entro 3 cicli dalla ricezione!
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black mage
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MessaggioInviato: Lun Mar 06, 2006 10:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

L`alba era tersa e luminosa sul mondo di Tethris.Piante carnose mossero fronde delicate nei primi raggi del sole, l`erba pungente fremette sprofondando le radici nella dura terra.Viticci costrittori serrarono la loro presa sulle rovine di un avamposto imperiale riducendo acciaio e plastica nelle loro componenti base, pronte per l`assorbimento. All`orizzonte i coni eretti di ciminiere di spore vomitavano nei cieli un fumo scuro preparando le nubi che presto avrebbero riversato la pioggia fertilizzante del pomeriggio. Rispondendo allo stimolo della mente collettiva, milioni di xenomorfi dalle mandibole affilate uscirono dai propri viluppi d`incubazione, propagandosi obbedienti per consumare i frutti abbondanti della massa di vegetazione aliena germogliata durante la notte.
Dopo essersi rimpinzate fin quasi a scoppiare, le forme di vita elementare sciamarono verso le vasche di digestione, raccolte attorno a torri di capillari contorti, ponendo fine alle loro brevi vite cedendo quanto raccolto agli acidi delle vasche di raccolta. Fluidi risalirono attraverso le vene trasparenti delle torri irrorandole di colore rosso, rosso come il sangue delle decine di migliaia di soldati della guardia massacrati nella carneficina del giorno precedente ed emettendo filamenti dorati che si protraevano alti nel cielo . Nel gelido vuoto dello spazio grandi bionavi pallide come scheletri si raggruppavano attorno alle estremita` dei filamenti, suggendone il nutriemento.
La coscienza collettiva fu attraversata da un fremito di eccitazione, una vibrazione di impazienza. Il mondo era quasi prosciugato ancora poche rivoluzioni e l`intera biomassa sarebbe stata consumata. Avrebbero risucchiato l`atmosfera e prosciugato gli oceani del pianeta, ricoprendosi di strati di ossigeno idrogeno e cloro preparandosi al lungo viaggio che le attendeva. Quando tutto fosse finito, quando Tethris fosse stato ridotto ad una sterile sfera rocciosa. La bioflotta si sarebbe mossa per ricominciare la propria caccia, alla ricerca di un nuovo mondo preda su cui stendere la propria vorace bramosia. Nuove forme di vita sarebbero state assorbite e nuovi codici sarebbero stati aggiunti alle gia vaste conoscenze della bioflotta.
Inaspettatamente un cambiamento colpi la mente collettiva. Gli xenomorfi interruppero il loro raccolto, qualli che stavano per gettarsi nelle vasche si voltarono, seppellendosi invece nel terreno per trasformarsi in crisalidi, la preda che combatteva era giunta per contendere ai tiranidi il loro bottino, poi una violenta luce bianca esplose nell`atmosfera……….
La cella era angusta non piu` di 3 passi, la presenza dello space marine seppure privo della sua armatura la rendeva ancora piu`disagevole. Congegni chirurgici d`ottone erano agganciati al carapace nero intenti a riparare alcune profonde bruciature. L`inquisitore Kriptman studio il colossale space marine….
<<Sono pronto ad esporre il mio rapporto inquisitore, ho subito di peggio>>.
<<Eri a capo dello squadrone cobra a Tethris e hai partecipato all`Exterminatus>>
<<Sissignore anche se non e`stato molto onorevole uscire dal warp per lanciare qualche missile ciclone e fuggire>>
<<I tiranidi sono creature prive del concetto di onore, mi risulta che avete comunque combattuto ugualmente>>
<<Avevano collocato una doppia cintura di navi da battaglia e mine di profondita` abbiamo coperto la ritirata della altre navi….. e sono sicuro che conoscete il resto>>.
<<Precisamente ma voi cosa avete visto che ne e`stato del pianeta al momento dell`impatto?>>
<<Tethris era completamente cambiato, verdeggiante come un pianeta assassino, ma con l`atmosfera colma di nuvole di strani colori. E c`erano….. spire che si protendevano dalla superficie nello spazio alle quali erano collegate alcune navi tirannidi , vidi i vortici di fiamme diffondersi e moltiplicarsi, il pianeta fu consumato dal fuoco….>>
Su Tethris un interminabile deserto di cenere fu percorso da un fremito poi si spacco in vari punti mentre il primo dei nuovi xenomorfi raggiungeva la superficie e sibilava la propria sfida al cielo vuoto…. Nelle profondita` dello spazio intanto le bionavi erano in preda a una fremente attivita` era tempo di cogliere i frutti definitivi del saccheggio, enormi biomorfi stavano creandosi, la bioflotta aveva al momento deciso di specializzarsi nella creazione di forme di vita superiori e tornare con calma su Tethris a terminare il lavoro lasciato incompleto…….
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I dont worry about the people in my past,there's a reason they didnt make it to my future,gotta take a step on.....
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EnrohK
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MessaggioInviato: Mar Mar 07, 2006 7:14 am    Oggetto: Rispondi citando

I DANNATI DI ENROHK


FORTEZZA IMPERIALE XIIVMM5J
PIANETA ROHKNE D6N9Y


“Signore, i cancelli stanno per cedere !!!” …in sottofondo si udivano boati di esplosioni e urla di terrore, la fortezza imperiale su Rohkne D6N9Y ormai era preda della furia distruttrice degli Space Marines…”Signore, necessitiamo di rinforzi o perderemo la 5^ porta!!...Sign…NOOO..AHAAAAAAAA…………….”

“Dannazione” commentò il Commissario Lucaar mentre nervosamente si massaggiava l’ampia fronte, “avremmo dovuto prevedere l’arrivo degli space marines…non dovevamo…”
“ZITTO”
“Ma….Mio Signore….” la voce tremante ed impaurita di Lucaar venne nuovamente interrotta…
“HO DETTO ZITTO…e rimanetene nell’ombra”




“Sergente, è stata presa la porta 5?”...
“Si Signore” i frastuoni in sottofondo aumentarono man mano che il portone in plastacciaio rivestito da più strati di adamantio veniva inevitabilmente e irrimediabilmente distrutto, la voce era fiera “ora apriremo un varco nel muro centrale ed entreremo nel cuore della fortezza…non vedo l’ora di schiacciare quella feccia”
“No Sergente Turich, i suoi Space Marines devono restare nella breccia aperta e mantenere la posizione, questi sono gli ordini del Sommo Inquisitore!!...mi raccomando, non un metro in più…ma nemmeno un metro in meno!!”
Erano ormai arrivati nel cuore della fortezza, ma nella mente di Romenan, centenario Capitano della Legione Capitolare degli Space Marines dei Divoratori di Mondi, qualcosa non quadrava.
Questo pensiero lo turbava sia di notte quanto di giorno ed i sogni, anche ad occhi aperti, avevano parvenze premonitorie.
Ma non poteva e non voleva crederci. Aveva piena fiducia dei suoi uomini. I suoi Space Marines non lo avrebbero mai tradito…e poi…con lui c’era il Sommo Inquisitore Hornek.
Era giunta l’ora. I suoi veterani, possenti e feroci guerrieri, erano pronti e vogliosi di vendetta e presto avrebbero imbrattato le loro splendide armature color bianco perla con il sangue dei traditori.
Giunse rapidamente dal Sommo Inquisitore Hornek, il quale sembrava essere impaziente..”Capitano Romenan…finalmente!” la voce ferma e sicura “Raccolga i suoi uomini, ora è nostro compito prelevare il Generale Hamerihk” un ghigno segnò il volto di Hornek alla pronuncia di quel nome “…non vedo l’ora di interrogarlo…”
“Sommo Inquisitore, mi permetta di ricordarle che è mio compito eliminare i traditori dell’Imperium. Lei ha giudicato e condannato Hamerihk, i suoi plotoni e tutto il pianeta…ora è mio dovere eliminare le loro esistenze in quanto minacce dell’Imperium e di tutta l’umanità!”
“Capitano” prontamente Hornek si alzò dal suo trono e avanzò rabbiosamente in direzione di Romenan, fermandosi di fronte a lui “lei è sotto i MIEI comandi…IO DECIDO COSA FARE E QUANDO FARLO…vuole forse dubitare del mio operato, capitano?” questa ultima parola, detta quasi con tono spregiativo, risuonò più volte in testa a Romenan, come se l’avesse già vissuta quella scena.
“No Signore, non dubito affatto del suo operato ne tanto meno della sua Fede verso l’Imperatore e l’Imperium” le parole gli uscirono strozzate in gola.
“Bene capitano…ora prepariamoci…e si ricordi che voglio Hamerihk vivo!”




“Mio Signore…gli space marines stanno entrando…e con loro c’è pure quel inquisitore…”
“Lucaar” tuonò il suo Padrone…una voce tenebrosa ed impietosa “..smettila di frignare…era tutto previsto!! Il Grande Occhio di Tzeentch non sbaglia” la sua voce mutò.. divenne calma e rassicurante, paragonabile a quella di un padre che tranquillizza il figlio impaurito “…avevo già visto tutto! Ah..,sbrigati a preparare l’accoglienza…La Stirpe dei Mille è desiderosa di nuovi Golem….”





L’attacco al cuore della fortezza prevedeva l’impiego delle migliori truppe a disposizione della legione.
Ben 50 Veterani e 150 Space Marines erano ormai pronti nelle loro capsule d’atterraggio.
Solo i temutissimi Veterani in Armatura Terminator ed i Dreadnought non vennero chiamati in battaglia, in quanto la loro “lentezza” avrebbe permesso al nemico dei punti di riferimento impedendogli di eseguire un attacco rapido e letale.
L’Inquisitore Hornek, il capitano Romenan e la sua guardia d’onore sarebbero pure loro atterrati direttamente nel campo di battaglia grazie alla rapidissima discesa della capsula, ma per sicurezza sarebbero stati “scortati” durante l’atterraggio da tre squadroni di Land Speeder.
Ormai l’attacco era iniziato. Le postazioni di difesa erano state preventivamente distrutte dai bombardamenti orbitali e le poche postazioni da tiro rimaste erano sotto il controllo delle “Perle”.
“Perle”…così piaceva definire a Romenan i suoi uomini…gli ricordavano la purezza, la resistenza, la tenacia…proprio come la perla. Ma in battaglia i suoi uomini erano delle vere macchine di morte…
”Nessuna pietà per il nemico del Dio Imperatore”…questo era il loro urlo di guerra…con queste parole, urlate all’infinito, incutevano paura e timore al nemico al quale non restava altro che morire sotto i violenti colpi dei loro Requiem Benedetti e delle Spade a Catena sempre bramose ed assetate di sangue.

“Signore.. siamo atterrati. La fortezza è vuota. Non ci sono segni di vita. Attendo ordini”
Romenan pensò tra se e se di esser stato colto in tranello…era troppo strana quella cosa…ma in quello le parole del inquisitore lo destarono “Capitano Romenan… la vedo preoccupato…eppure non c’è nulla da preoccuparsi” Hornek mostrò un sorriso affabile “ormai i traditori starna cercando di scappare, sanno di esser morti che camminano…non c’è niente che stia andando storto…ora lei deve solo scortarmi dal Generale Hamerihk!” detto ciò si girò verso la guardia d’onore e disse “e voi ricordatevi che pur essendo i miglior uomini del Capitano Romenan qui sono io il più alto in grado, quindi agirete secondo i miei comandi!”.
“Si, Sommo Inquisitore Hornek” risposero prontamente i veterani.
Tutto sommato a loro non cambiava molto…l’unica cosa importante era placare la loro sete di sangue e ricevere i comandi da un’altra persona poco importava…il loro seme genetico parlava chiaro, tutto ciò per la quale esistevano consisteva nell’uccidere l’avversario.
Per questo erano, assieme ai Lupi Siderali, la Legione più temuta da tutto l’imperium.
La loro ferocia in battaglia era tale da indurre il nemico al suicidio piuttosto di subire la loro ira…questa loro fama li precedeva e quando un pianeta veniva giudicato traditore si assisteva a veri e propri suicidi di massa anche tra la popolazione. Cosicché, una volta atterrati sul pianeta da ripulire dai traditori, i Divoratori di Mondi scaricavano la loro ira sui cadaveri, martoriandoli e mutilandoli.
Alcuni di loro, i soldati più possenti e temuti, iniziarono il rito da loro chiamato “Animus et Corpus” il quale consisteva nel bere il sangue e di staccare a mani nude la testa del nemico.
Per loro significava aumentare la propria forza bere il sangue, in quanto “l’essenza” del guerriero morto sarebbe entrata a far parte di se potenziando la propria anima. Mentre la testa avrebbe aumentato il loro “bagaglio combattivo”…
A causa di questi riti cruenti in molti avanzarono l’ipotesi di una loro “infezione” caotica, ma mai nessuno riuscì a dimostrare tali tesi e comunque mai nessuno avrebbe osato accusarli di tradimento per paura di subirne la loro collera.
L’Imperatore dell’umanità sapeva….sapeva che finché avrebbero avuto a disposizione mondi traditori sulla quale abbattere la loro ira non si sarebbero mai voltati contro il loro “padre”.

L’impatto della capsula sul suolo era sempre devastante. Variava da pianeta a pianeta, in base all’atmosfera e alla densità del terreno d’impatto. Romenan aveva ormai perso il conto dei lanci effettuati, ma ad ogni “tuffo”, così lui li chiamava, si ricordava sempre del primo… “Ragazzi, assicuratevi di agganciar bene l’armatura al sostegno ammortizzato… e preparatevi a veder cose che mai avreste potuto immaginare…” queste, le parole del suo sergente deceduto contro degli orchi, gli rimbombavano in testa facendogli aumentare l’adrenalina al limite consentito dalle leggi dell’inquisizione.
La Legioni dei Divoratori di Mondi erano le uniche in tutto l’imperium a non utilizzare adrenalina sintetica prima delle missioni, in quanto il loro seme genetico ne sviluppava in altissime dosi portando alcuni di loro alla pazzia, se non addirittura a rivoltarsi contro i propri fratelli. Per ovviare a ciò l’inquisizione cercò di modificare il loro DNA per limitarne la produzione, ma non riuscendoci, decisero di imporre un livello massimo ammissibile di adrenalina in circolo nel sangue. Limite controllato da un servomeccanismo sottocutaneo che ne controlla l’aumento, la diminuzione ed in casi gravi disabilita le funzioni motorie e prende il controllo della armatura sacra permettendo quindi, ed in ogni caso, di continuare a combattere anche se in maniera meno “furiosa”.
Per contro, grazie ai loro Techmarines, i Divoratori di Mondi modificarono in gran segreto questo strumento di controllo aumentandone il livello limite imposto dall’inquisizione.

Le porte esplosero verso l’esterno della capsula e le Guardie d’Onore si precipitarono fuori in formazione a rombo proteggendo, così facendo, fronte retro e fianchi dell’Inquisitore.
Romenan, che non portava l’elmetto di protezione in quanto diceva che non gli permetteva di sentir le suppliche ed i pianti del nemico, uscì per ultimo.
“E’ assurda ed impensabile tutta questa calma…non sembra nemmeno sia stato vissuto questo posto” le sue parole raccolsero l’attenzione di tutti gli space marines, poco più di duecento, presenti.
“Non si preoccupi Romenan, come le ho già detto stanno scappando tutti…ora il compito è prelevare il generale Hamerihk” disse con molta calma Hornek “Sarà rimasto solo lui in questo luogo oramai”
“Se c’è rimasto solo lui non ha senso impiegare tutte queste forze…bastiamo io e la mia Guardia” rispose prontamente Romenan mentre con un cenno della mano indicava i suoi uomini migliori “Tutti gli altri sono sprecati qua…dovrebbero aver il compito di perlustrare il pianeta annientando ogni forma di vita”.
“Capitano Romenan…capitano romenan” disse Hornek sospirando “quante volte le devo ripetere che sono IO A DARE GLI ORDINI” un ghigno malvagio si disegnò sul volto “La smetta di parlare e agisca.. presto, dia l’ordine ai suoi uomini di avanzare all’interno della fortezza”.
Romenan non rispose nemmeno, si voltò verso i suoi uomini “Voi siete i migliori Space Marines dell’Imperium, ora entriamo e portiamo l’ira dell’Imperatore contro i traditori!”.
Un urlo si sollevò fra i suoi uomini…iniziarono a sbattere le potenti Asce a Catena, quasi a creare un suono martellante e al cielo si alzò il loro grido di battaglia ”Nessuna pietà per il nemico del Dio Imperatore” mentre marciavano inesorabilmente verso l’ingresso del palazzo una volta fedele all’Imperium.

L’ampio salone in stile gotico, tutti gli ori, le statue e le effige sacre erano dimostrazione dell’appartenenza di questa fortezza al Dio Imperatore dell’Umanità, ma i cadaveri mutilati, i drappi sfregiati e le icone blasfeme non mentivano sul tradimento che il generale Hamerihk e le sue armate avevano commesso.
Avanzarono con cautela. Tutti loro avevano la sensazione di esser osservati e ascoltati. A nessuno di loro piaceva questa strana sensazione. Erano abituati a sentire le urla di disperazione del nemico e questo silenzio tombale era alquanto preoccupante.
L’oscurità li avvolgeva. La sacra armatura aveva automaticamente attivato il visore notturno per la ricezione visiva del lobo destro, mentre alla sinistra rimase in funzione il sensore di movimento e calore collegato con il Requiem per un veloce “aggancio” in fuoco rapido.
Nessun rumore.
Marciarono mantenendo posizione fino al centro del salone imperiale ora appartenente al chaos. Nessuna forma di vita.
“Benvenuti”
Una voce senza provenienza e priva di tono echeggiò nelle menti…gli space marines presero immediatamente posizioni difensive ed iniziarono a puntare i loro fucili in tutte le direzioni cercando un obbiettivo da abbattere.
“Vogliate perdonare l’accoglienza poco calorosa” la voce afona parlava a tutti e a nessuno “Per favore…capitano Romenan, faccia abbassare i fucili ai suoi uomini”.
Romenan parve sorpreso…mai aveva avuto a che fare con un nemico che manteneva una freddezza e lucidità tale…aveva l’adrenalina alle stelle e continuava a stringere con sempre più foga la possente ascia potenziata.
Un forte ma ovattato rumore di battito d’ali era in avvicinamento. Proveniva dall’alto. Gli space marines persero ogni funzione, come se bloccati, lasciarono cadere a terra le loro armi e rimasero pietrificati.
Dall’alto una immensa figura era in avvicinamento. Aveva una strana forma…sembrava un condor di aspetto umanoide…il piumaggio brillava di un azzurro intenso con sfumature biancastre. Portava una lunga tunica bianca finemente ricamata in oro con riportate rune di divinazione caotica e nelle mani, se così potevan esser definite, impugnava un lungo bastone nodoso con in cima una sfera magnetica luminescente contenente un grande occhio blu.
“Capitano Romenan…voglia scusarmi, ma ho preferito esser io a dire ai suoi uomini di stare fermi” aveva il viso proprio come un condor…era privo di emozioni facciali e quando parlava non apriva il becco, la sua voce risuonava semplicemente nelle orecchie “Bene…finalmente è giunto il momento che lei sappia cosa sta accadendo...…Ah, Sommo Inquisitore Hornek…o meglio, Principe Demone di Tzeentch…la sua ricompensa…” con la mano artigliata sinistra compì un rapido movimento, disegnando nell’aria un occhio che iniziò immediatamente a brillare. Fatto ciò mosse la mano come per dare una spinta all’occhio che velocemente si diresse in sulla fronte dell’inquisitore. L’impatto esplose in un raggio di luce che sembrava fuoriuscire dagli occhi e dalla fronte di Hornek che cadde in ginocchio allargando le braccia verso l’alto soffitto ed iniziò una cantilena evocatrice in una lingua che mai prima d’ora Romenan aveva udito.
Era immobilizzato. Non poteva far nulla proprio come i suoi uomini. Era impotente di fronte al mutamento che era iniziato in Hornek e la possente figura che aveva di fronte riprese a parlare.
“Romenan…non si preoccupi.. presto tutto sarà finito e lei sarà un possente campione di Tzeentch…si lasci persuadere dalle energie vitali del Warp…proprio come i suoi uomini…”
In quel preciso istante riuscì a voltare lo sguardo in direzione delle sue “perle”.
Un’immensa rabbia crebbe dentro di se nel vedere i suoi migliori uomini mentre venivano divorati dalle forze malvagie. Chiuse gli occhi e cercò la forza per reagire mentre tutto in torno a se venne illuminato da lampi azzurrognoli e scosse elettriche che accompagnavano il mostruoso mutamento di ciò che una volta fu un fedele inquisitore dell’imperium.

Emozioni fortissime. Troppo. A fatica teneva chiusi gli occhi. Mai gli era capitato di trovarsi di fronte ad un Signore del Mutamento e mai aveva assistito alla trasformazione di un Principe Demone.
Hamerihk??... Cosa avrà mai fatto per diventar un Demone Maggiore?...Quante anime avrà dovuto sacrificare per raggiungere il suo scopo?
Queste domande e molte altre gli balenavano in mente mentre il discepolo di Tzeentch continuava a parlare e a mutargli il corpo per mezzo delle forze psioniche del warp.
La rabbia aumentava. L’adrenalina in circolo nel sangue aveva ormai superato il limite, pure quello modificato, tantè che la sua armatura era entrata in autosave e gli impediva qualsiasi movimento.
All’improvviso il buio ed il silenzio.
Lampi… Flash di immagini… Ancora lampi… Un volto familiare…lampi… ma… è lui… Angron, il Primarca… ma cosa sta dicendo??... fuoco… tanto fuoco… dove sta camminando??... Horus??.. perché uccide l’Imperatore… l’imperatore sanguina… fiamme… il Mondo è in fiamme… il mondo brucia… chi è quella imponente figura scura dagli occhi di fuoco?... un trono… migliaia di teschi… è imponente.. mostruoso… che splendida armatura bronzea… quell’ascia assomiglia alla mia… fuoco… ancora Angron.. inginocchiato di fronte al trono di teschi di questa immensa e possente creatura dall’armatura di bronzo… fuoco … tantissimo fuoco.. sto bruciando.. ma non sento dolore.. Angron mi si avvicina… mi sta portando qualcosa a braccia protese…”Romenan” dice “Tu sei figlio di colui che vedi alle mie spalle” i suoi occhi brillano di luce rossa “Sei il figlio del Dio della Guerra… Il portatore di dolore e di massacri… Per mezzo della Tua mano l’imperium verrà annientato” ora allunga le braccia verso me porgendomi una enorme spada a due mani “Sei figlio di Khorne… Il tuo nome è… ENROHK !! Prendi la tua spada e massacra tuo fratello traditore, lui dovrà essere il tuo primo sacrificio verso tuo Padre” ancora fuoco… “I tuoi migliori uomini diverranno le più terribili creature mai viste…grazie a loro i pianeti dell’imperium non conosceranno pietà!!”
Con un sforzo immane Enrohk afferrò lo spadone a due mani. Era lungo circa tre metri, completamente nero, e lungo esso vi erano migliaia di volti in continuo tormento che rilasciano lievi bagliori rossastri.
“Sono le anime uccise ed imprigionate da esso” disse Angron “Ogni vittima aumenta la forza dello spadone e di chi lo impugna… ora va e compi il tuo destino”
Alle suddette parole riaprì gli occhi. Tutto era diverso. I cinque sensi erano amplificati. Si sentiva potentissimo ed immortale. Sentì il sangue ribollire ed esplose la sua rabbia con un urlo violento. Dalle fessure della sua armatura spruzzò sangue fino ad squartare l’armatura in mille frammenti.
Il Signore del Mutamento ed il neo Principe Demone di Tzeentch rimasero increduli a ciò che stava accadendo.
Il corpo di colui che era Romenan, che ora impugnava la temutissima Spada Berserker, stava crescendo a dismisura prendendo le fattezze di un torocentauro imbrattando tutto attorno a lui di sangue acido.
“Maledizione” disse la creatura che un tempo era Hamerihk “La trasformazione non doveva accadere quest’oggi…Lucaar…vai velocemente a..”.
Non fece in tempo a concludere la frase che la creatura immane, una volta Romenan ora Enrohk, fece un veloce balzo in direzione di un balaustro e risaltò giù subito all’istante.
“Lui non va da nessuna parte!...come voi del resto…” si meravigliò di ciò che aveva appena compiuto, un istinto animalesco lo aveva fatto accorgere di un’altra creatura presente con loro “Questa è la fine che voi farete, viscidi traditori” detto ciò lasciò cadere a terra il corpo privo di testa di quel che doveva esser Lucaar…un leggero fumo carminio usciva dalle narici ad ogni respiro.
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MessaggioInviato: Mar Mar 07, 2006 10:36 am    Oggetto: Rispondi citando

Cronaca dell’invasione MR278, Diario Personale del Cardinale Homathah III

Dopo molti tentativi eravamo infine giunti ad arginare la prima invasione di orchi sul pianeta di Tautalus IV. Le numerose perdite tra i confratelli ci avevano costretti a richiedere numerosi rinforzi e la situazione si era assestata in un temporaneo stallo: le scaramucce si estendevano sulle rovine sparse per tutto il fronte, ma grazie alla magnanimità dell’Imperatore eravamo vicini alla vittoria decisiva che ci stava per far ricacciare indietro i demoni verdi!!

Era previsto l’arrivo della XXa Compagnia d’assalto della Guardia Nera di lì a due giorni ed i nostri veterani stavano già vedendo lo spiraglio di un periodo di pace per Tutalus. Io ero sempre accanto alle truppe sulle linee di supporto dell’artiglieria, passeggiando nervosamente cercando di mantenere alto il morale senza far notare la mia preoccupazione: a meno di qualche miglia c’erano orde di orchi della peggior specie che stanziavano in attesa del momento buono per schiacciarci. In numero molto più elevato del nostro ma con molte perdite tra i comandanti, stavano tentennando in attesa di un qualche segnale di debolezza. L’aria era pesante e spoglia di rumori, le nostre menti erano più preoccupate ora di quando si sentivano colpi di artiglieria ed infervorava la battaglia, c’era qualcosa di strano… Nella serata, il nostro quartier generale ci comunicò che pareva che molti degli avamposti degli orchi a sud erano spogli di vita e che le compagnie di carri si erano ritirate. “Ritirate???” pensai… perché mai degli infidi orchi avrebbero dovuto ritirarsi ora dopo aver combattuto duramente per poterci strappare quei territori? E come mai si ritiravano in massa? Eravamo confusi. Mandai immediatamente delle truppe in perlustrazione lungo i fianchi della città ove eravamo di presidio per verificare quante e quali compagnie avevano lasciato la battaglia, ma scoprimmo che, almeno per ora, attorno a noi era tutto come al solito… qualche orco cercava delle azioni individuali per cercare una breccia e prontamente le squadre di Space Marine li bloccavano. Non capivo.

Lasciai trascorrere qualche ora e rimandai gli esploratori, attesi diverse ore e solo due di loro tornarono in piena crisi di panico. Mi feci spiegare tutto non appena i miei poteri gli calmarono la mente:

“Durante la perlustrazione notturna stavo muovendomi sui fianchi della battaglia cercando riparo tra i ruderi di vecchi edifici e case che qui un tempo sorgevano, ma vidi poche creature, pensai che il grosso delle forze doveva essere nascosto in chissà quanti bunker nei dintorni in attesa di qualche sprovveduto dei nostri che imprudentemente tentava delle azioni d’iniziativa, così decisi di girare verso la periferia della città. Veloce come il vento giunsi in men che non si dica al limite occidentale della capitale, mm ciò che vidi in lontananza mi scosse l’anima: migliaia di brulicanti insetti che stavano sciogliendo in strane pozze migliaia di cadaveri di orchi ed enormi scarafaggi li trasportavano verso una torre organica che stava “nascendo” lì vicino.
Erano migliaia, divisi in molteplici specie, ma pare che tutte prendessero ordine da un abominio volante che sferzava una frusta che pareva fosse fatta dei muscoli di se stessa. Urlava e ruggiva… Ogni volta che esplodeva in un lamento ululante il mio corpo tremava dal terrore.
Rimasi lì per qualche minuto per compiere adeguatamente la mia missione e subito mi sono ritirato per riferire il tutto… Non mi pare mi abbiano visto.”

Rimasi basito dalla situazione. Erano forse queste creature la causa della ritirata a sud? Dovevo saperne di più.

L’indomani mattina organizzai una squadra d’assalto composta da tre compagnie di Marines e da due supporti pesanti. Tutti gli uomini si sentirono nuovamente rinvigoriti dalla notizia ed erano pronti allo scontro, “finalmente”, dicevano alcuni di loro, “possiamo eliminare altri eretici e portare gloria all’imperatore, qui si stava facendo ormai radici”. Partimmo alle prime luci dell’alba e ci infiltrammo tra le vie strette dei sobborghi della periferia e dopo poco la vedemmo: una torre di almeno 30 metri di altezza si ergeva da ovest, pareva viva visto il pulsare dei sui arti purulenti che verso il cielo si dipanavano. L’oscurità era vicina, lo sentivo. Dopo anni di isolamento eravamo in procinto di incontrare un nuovo nemico? Mai pensai di poter trovare un alleato. D’improvviso il cielo si oscurò ed un nugolo di colpi al plasma piombò su di noi, ci riparammo immediatamente tra le macerie limitrofe e rispondemmo al fuoco con un gran volume di fuoco, questo attirò molta attenzione. Almeno una cinquantina di strani volatili ci piombò addosso e successivamente centinaia di insetti a sei zampe uscirono da ogni dove. Cademmo in una trappola!

“Presto, riuniamoci!!!” Fuoco di copertura!” L’atmosfera si avvampò immediatamente. Lingue di fuoco fuoriuscirono dai lanciafiamme e l’odore di carne bruciata saturò l’aria, un incessante pioggia di colpi falcidiava gli alieni che tentavano di assalirci, avevamo una buona posizione e gli uomini erano ben addestrati. Non ci avrebbero sopraffatti facilmente. Colpi di artiglieria che parevano vivi ci colpirono, orribili blatte cercavano di farsi strada su coloro che venivano colpiti… vidi i miei soldati digeriti in istanti da voraci scarafaggi neri… Temevo il peggio…

La nostra forza e la nostra coesione ci permisero di resistere almeno alle prime due ondate, ma presto venimmo sfiniti e sopraffatti. Un enorme essere dalle quattro braccia urlava sul campo, molti dei miei marine furono mangiati dai loro nemici che pasteggiavano facendosi strada nelle armature con taglienti artigli, mentre gli ultimi stoici eroi cercavano di proteggermi dalla fine inevitabile. Un abominio di dieci metri terminò la loro vita e mi prese tra le sue mani, non potei oppormi vista la resistenza mentale che mi aveva opposto. Mi portò dal loro capo, non ebbi molto da fare, la sua mente era inconcepibilmente brutale, pensava solo a nichilire le forme di vita che incontrava, era superbo e dannatamente intelligente. Mi parlò in una lingua che compresi: “Accolito! Spero tu possa sopravvivere abbastanza da scrivere al tuo Imperatore… Fai mandare qui i rinforzi!”

Cercai di resistere, ma non ce la feci. Mi misero in una polla di acido che via via si faceva sempre più corrosiva, mi spogliarono dell’armatura e giacqui nudo, le mie carni si resero liquide ben presto, la mia disciplina mi impedì di gemere dal dolore e l’amore per l’imperatore mi fortificò l’anima. Il dolore era insopportabile, la polla, sotto gli occhi del folle Tiranno di quel disgustoso alveare di creature, era divenuta rossa del mio sangue e verde dall’acido che mi corrompeva l’anima. Stavo per perdere i piedi e la posizione eretta…Pregai con tutto me stesso che i capitoli di Space Marine un giorno o l’altro annientassero orrori simili, ma d’un tratto lo vidi. Il mio imperatore, come lo avevo sempre immaginato mi indicava la via del suo palazzo e mi indicava che era il momento di andare mi trattenni il cuore con la mano in preda allo sconforto e così caddi…

L’oscurità piena di luce si impadronì di me, ma sentivo che questo non era la mia fine ma un nuovo e più inquietante inizio: ero con loro! Li sentivo: Tutti.

… ora sono con loro… riescono a prendersi i nostri pensieri… riescono a controllare le nostre emozioni… non ci digeriscono… ci assimilano… comprendono chi siamo… e come ucciderci… sanno tutto di noi… e presto… sapranno tutto … di tutti … … … … non li fermeremo mai… … la loro mente … … … … sono superiori … … … … … nulla … … nemmeno l’imperatore può … … … … … …… … … … … … … … … … morirete… … … morirete tutti.
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MessaggioInviato: Ven Mar 10, 2006 12:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

I COGLIORKI twisted twisted twisted

“Kapo!!! Ci ztiamo aviccinando ala zuperficie del pianeta”

“Era ora!!!” si sentii urlare il piccolo zgorbio da dietro la grossa porta che rappresentava il limite dove solo il Kapoguerra Eliorko Zuprakis “Grozoztomako” poteva accedere… la sua latrina personale. “Trofami zubito quel’idiota ke a preparato il mio rancio di ogi, gli defo far fenire il kulo kome il mio zkarpone!!! Mentekatto figlio di una zpora zterile è più di 2 hore ke zono qui…”

Dopo una mezz’oretta l’enorme relitto spaziale atterrò sulla superficie del pianeta Elione X e con essa molte altre andarono a cozzare goffamente sul pianeta.
Immediatamente gli zgorbi addetti ai mezzi si mossero per disincastrare l’immane groviglio che si era creato tra i mezzi e poterli così farli uscire dal deposito.
Nel frattempo milioni di orki cominciarono a scendere disordinatamente sul suolo del pianeta, i vari kapi squadra faticarono non poco per mantenere una parvenza di disciplina e ordine tra le loro truppe e dopo numerosi calcioni, cazzotti, qualche colpo di piztola in mezzo a qualche torace e qualche testa decapitata un ordine sporadico fu instaurato tra le numerose truppe.
Poco dopo il Kapoguerra Eliorko Zuprakis “Grozoztomako”usci dal deposito mezzi del rottame spaziale in sella alla sua moto modificata dal suo mekkanico di fiducia secondo le sue istruzioni.

Come al solito si presentò alle truppe calzando ai piedi i suoi personalissimi scarponi fatti con strati e strati di pelle rattoppati con del fil di ferro e rinforzati con placche di metallo e spuntoni dai quali fuoriuscivano un paio di calzoni ormai decrepiti e lerci.
Sopra indossava una blusa piena di olio, graffi e borchie; avvolte sulle possenti spalle numerose cartucciere.
Le grosse mani indossavano un paio di guanti tagliati in modo da far fuoriuscire le sporche unghie. In testa portava un cappello da ufficiale nero con lo stemma dell’aquila imperiale, conquistato sconfiggendo un colonnello nell’ultima razzia.
Su ogni gamba portava una grossa piztola, notevolmente modificata in fatto di dimensioni e potenza di fuoco, e due coltellacci seghettati. In schiena aveva uno zaino che nessuno gli aveva mai visto aprire ma che conteneva qualcosa di sferico… molti tra le sue fila ipotizzavano le idee più assurde, chi diceva che conteneva la testa del suo ultimo nemico sconfitto, chi ipotizzava contenesse qualche strano strumento di tortura ma la voce che più si sentiva era quella riguardante un potentissimo sistema di distruzione di massa, messo a punto per lui dallo stesso mekkanico che gli aveva modificato la sua moto, che userà al momento opportuno, quando ormai non gli resterà altro da fare che portare più morte e distruzione possibile tra i suoi nemici prima di morire lui stesso.

Alla sua comparsa una marea brulicante di armi e muscoli tuonò verso di lui innalzando le sue armi al cielo violaceo. Per tutta risposta il Kapoguerra cominciò a sgasare paurosamente con la sua moto riempiendo il magazzino retrostante di velenossissimi gas di scarico e a sparare interminabili raffiche di colpi al cielo, ad un suo cenno tutto si placo e lui con voce animalesca ringhio…

“WAAAAAGHHH!!!!”

A quel richiamo dietro di lui si accesero centinaia di motori ed iniziarono a scendere gli immensi e massicci kamion che avrebbero condotto in battaglia le truppe di Grozoztomako.
Dopo alcuni minuti tutte le truppe si imbarcarono sui kamion e le forze orchesche cominciarono la loro folle avanzata verso la conquista di Elione X.

Ad una 50ina di chilometri le truppe di difesa planetaria stavano preparando le prime difese contro l’avanzata nemica, i preparativi erano cominciati giorni prima, quando avevano intercettato i primi avvistamenti degli enormi relitti degli orki. Secondo i calcoli imperiali avevano a disposizione ancora un paio di giorni prima che la marea verde piombasse su di loro ma i calcoli erano tarati su un’avanzata a piedi e non sulla folle corsa a tutta velocità di Eliakh e delle sue truppe imbarcate.

Ad un certo punto un ruggito lontano attirò l’attenzione dei soldati dell’impero, il Colonnello Nurzburgh si mise in contatto radio con la truppa di esploratori che aveva appostato sopra la collina che fiancheggiava l’avamposto difensivo in modo da capire l’origine di quel rumore…

“Squadra di avvistamento Delta per Centro Comando… Squadra di avvistamento Delta per Centro Comando… PASSO…”

....................................

“Qui Squadra Delta… PASSO”

....................................

“Riferite l’origine di questo rumore di fondo… PASSO”

....................................

“………Dobbiamo parlare immediatamente con il Colonnello Nurzburgh… Mio dio… che l’imperatore ci protegga… MIO DIOOOO…… NOOOOOOOOO…… FRZHH CRRRHH RHHCHH………”

....................................

Il Colonnello era appena entrato quando nell’udire quelle parole si precipitò fuori a metà frase, giusto in tempo per poter vedere una palla di fuoco nel cielo andare a schiantarsi con un fragore assordante sulla collina dove erano appostati gli esploratori…

Una frazione di secondo più tardi con un boato incredibile centinaia di veicoli cominciarono a piombare giù dalle colline circostanti alzando spesse nubi di polvere…
I kamion degli orki avevano percorso a tutta velocità la distanza che li separava dal nemico cogliendo alla sprovvista gli avamposti di difesa.
Ogni kamionizta aveva spremuto il motore del proprio mezzo oltre le normali possibilità in quella che non era più solo una carica forsennata ma era diventata una gara contro gli altri kamionizti per vedere chi era il più veloce e chi sarebbe arrivato prima sul nemico e con la maggiore velocità.
Anche l’equipaggio contribuiva alla gara incitando il proprio autizta con urla e movenze che oltre ad eccitare il kamionizta facevano sbandare paurosamente il mezzo da tutte le parti rendendo il mezzo instabile e la guida particolarmente difficile e pericolosissima in quanto più e più volte grazie agli sbandamenti involontari i mezzi andavano a cozzare uno contro l’altro facendo così cadere sotto le pesanti ruote cingolate più di qualche orko.
Oltre a questo ogni volta che due o più camion si urtavano i rispettivi equipaggi cominciavano a scazzottarsi o a menarsi fendenti gli uni contro gli altri con le potenti zpakka.
Gli zgorbi imbarcati nei rispettivi kamion appena videro l’avamposto imperiale cominciarono ad urlare, sbavare e a sparare con qualsiasi arma a loro disposizione sperando che qualche colpo centrasse il bersaglio, in fondo se si sparava tanto qualcosa prima o poi colpiva qualcos’altro, non importa cosa colpivano basta che facesse tanto rumore…

I soldati imperiali grazie alla loro ferrea preparazione non si fecero spaventare dalla scena apocalittica che gli si parava davanti agli occhi e cominciarono a rispondere colpo su colpo.
Grazie alla loro maggiore preparazione i colpi imperiali centrarono molti più obiettivi di quanti non ne colpissero quelli orcheschi ma nonostante questo i kamion restanti erano ancora molti, troppi per poter sperare di fermarli... Come se non bastasse l’inferiorità numerica delle forze di difesa subito dopo lo scoppio di un mezzo i soldati non avevano nemmeno il tempo per esultare perché dalle lamiere contorte cominciavano ad uscire decine e decine di orki che ripresi dallo scossone dell’esplosione si lanciavano alla carica più inkazzati di prima.

A completare l’opera di accerchiamento e carica ci pensò il Kapoguerra che accompagnato dall’infernale rumore della sua moto e dei suoi kannoni che incessantemente eruttavano kili e kili di piombo sulle trincee avversarie dilaniando chiunque gli si parasse davanti.

Dopo un feroce scontro un colpo di zpakka fracasso l’ultimo elmetto imperiale ed un boato si levò dall’accampamento ormai assediato.

Con un cenno di approvazione Grozoztomako rimise in moto il suo infernale mezzo di trasporto e si lanciò verso il prossimo obiettivo da distruggere… Tutto il suo esercito lo segui senza timore...
_________________

NELLA TETRA OSCURITA' DEL 41esimo MILLENNIO C'E' SOLTANTO... BIRRA!!!
"You came unarmed? Honorable BUT STUPID!"


L'ultima modifica di Elione il Mar Dic 05, 2006 11:19 pm, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Dom Mar 12, 2006 5:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

Cap - Tiranidi, Bioflotta Gyger

Hagia IIX- Pianeta granaio
Settore Elicano - Sottosettore 7
Segmentum Ultima
III plotone fanteria scelta della Guardia Imperiale Vallhariana, in missione di investigazione e recupero dispersi nel deserto pietroso di Hyphonus.

NOTA: l’Adeptus Astropaticus delle Navis Nobilitae è riuscito a ricostruire solamente alcuni frammenti audio provenienti dal registratore dati personale del fante scelto Frost H., il cui elmetto è stato ritrovato a 2,1 Km dal luogo del presunto Primo Contatto.

********************************************************************************
(segmento audio 1)
(rumore di passi su suolo pietroso)
- Merda! Per un pelo non appoggiavo il cul0 su quella cosa!
- Quella "cosa", Frost, era solo un proto-coleottero!
(risate in sottofondo)
- Io odio gli insetti, lo sai!
- Ah, davvero? A me sembra più che tu ti cachi sotto ogni volta che ne vedi uno... anche se è lungo solo mezzo centimetro...
(ancora risate)
- Piantatela! Quei cosi mi fanno schifo e poi mordono...
- Frost, ma se nemmeno le donne vogliono morderti... figuriamoci gli insetti!
- Vaffanculo Crowd!
- Hey voi, conservate il fiato per la marcia, ci rimettiamo in cammino e abbiamo ancora 3 ore prima di raggiungere l'obbiettivo!
- Agli ordini sergente Sander!
(parla sottovoce)
- Agli ordini due palle!! Siamo l'elite del III plotone Vallhariani e dobbiamo andare a piedi in questa fogna di deserto roccioso...
- Parla piano Witsbosky, hai il comunicatore inserito... e il sergente ha le orecchie lunghe!
- E io le scatole piene! Sono tre giorni che ci rompiamo il cul0 su questi sassi... Black out del Warp del cazz0... niente comunicazioni su tutto il fottuto pianeta! E, come se non bastasse, i mezzi aerei non possono sorvolare il deserto... "venti ascendenti", hanno detto. Tutte balle, secondo me!
- Tu non pensarci e cammina!
(fine segmento audio 1)

(segmento audio 2)
(Si sente il respiro affannato del soldato; poi rumore di rocce che franano)
- Porc...! Con questo buio non vedo niente!
- Drake, stai attento a dove metti i piedi, per la miseria! Ancora uno sforzo gente! Siamo vicini al luogo dell'ultima comunicazione ricevuta!
- Sergente, per come la vedo io, quelli del IV plotone sono incappati in una bella oasi, piena di ragazze vogliose e arrapate e hanno approfittato del silenzio radio per imboscarsi per bene!!
- E' per questo che arriviamo noi! Per salvare le signorine da quei maniaci del IV!
- Witsbosky, l'unica cosa che sapresti fare tu, sarebbe salvarle dalla loro verginità!
(risate)
(fine segmento audio 2)

(segmento audio 3)
(Rumore ovattato di ghiaia smossa, probabilmente il soldato sta strisciando. Parla sottovoce)
- Cos'era quello?
- Un razzo.
- Porca vacca, lo so anch'io! Ma cosa cavolo significava?
- Razzo rosso... segnalazione di atterraggio per veicoli, credo.
(Entra in conversazione un terzo soldato, Drake)
- Dov'è il sergente, Crowd?
- E' andato avanti con Hicks e Sparkmayer. Dovrebbe trovarsi all'incirca tra quelle rocce laggiù.
- Ma il razzo è partito da loro?
- Crowd, ma ci fai o ci sei? Ti ho appena detto che sono là! Il razzo è partito da laggiù a destra. Non c'è nessuno dei nostri in quella posizione.
(si sente un'esplosione lontana, poi spari di fucile laser)
- Merda, chi è che spara laggiù??
(fine segmento audio 3)

(segmento audio 4)
(gli spari sono molto vicini. Il serg. Sander ha fatto ritorno da pochi attimi)
- Hicks, coprili!! Sparkmayer, il lanciarazzi!
- Sergente, che succede?
- Sono i nostri del IV plotone che hanno aperto il fuoco, ma non capisco su chi. Ce ne sono almeno due di loro che stanno sparando mentre ripiegano verso di noi. Qualcun'altro è fermo su quel crinale, probabilmente arroccato in posizione difensiva; li ho notati appena, e solo usando il visore termico.
- Per l'Imperatore, ma che cavolo succede?
(gli spari sono vicinissimi. Successivamente si sente qualcuno che ruzzola nelle vicinanze: uno dei soldati in fuga del IV plotone ha raggiunto la posizione)
- Oh Imperatore della Terra salvaci! Sono dappertutto... dappertutto... aaahhhhh!
(spari. Il soldato sta sparando probabilmente in aria)
- Soldato, calmati! Calmati!! Dicci cosa sta succedendo!
- Sono usciti dai buchi, sono usciti dai fottuti buchi!! Nessuno se n'è accorto, ma in un attimo li abbiamo avuti tutti addosso... oh merdaaaa! Li abbiamo ancora dietro, stanno per raggiungerci... sparate, sparate!
- Questo qui è andato fuori di testa...
- Non mi sembra il momento di scherzare, Crowd. Passami il visore termico...
- Arrivano arrivano... fottuti... siamo fottuti... aaaahh!
- Crowd, dagli un calmante e fallo star zitto! Mmmm... non vedo nulla di strano all'infrarosso... no, non c'è proprio nulla là fuori. Stava fuggendo dal niente!
Hicks, portalo via di qui.
Voglio dei volontari che vadano in ricognizione su quel crinale… Crowd, Frost e Witsbosky, grazie di esservi proposti! Andate lassù e cercate di scoprire qualcosa. Portate con voi la trasmittente a corto raggio, magari avremo un po' di fortuna e riusciremo a comunicare.
- Signore, ma veramente noi non…
- Muoversi!!!
(fine segmento audio 4)

(segmento audio 4)
(passi su terreno roccioso. Registrazione presumibilmente entro 1 ora dal segmento audio precedente)
- Ok, siamo quasi in cima. Silenzio e attenzione!
- Per me quelli del IV ci stanno giocando un tiro, non sarebbe la prima volta.
- Io invece ho un brutto presentimento...
- Frost, tu hai sempre un brutto presentimento.
- Ti dico che non mi piace, non mi piace per nulla...
- Ah, per l'Imperatore! Anche se fosse, noi siamo la fanteria scelta della Guardia Vallhariana... sono gli altri che dovrebbero avere paura di noi, non noi degli altri!
- Crowd, uno a zero per te!
- Pensa pure quello che ti pare...
(rumore di sicura del fucile laser)
- ... io questo voglio averlo a portata di mano!
(fine segmento audio 5)

(segmento audio 6)
(si avverte per un attimo un sibilo non identificato. NOTA: per renderlo udibile, è stato necessario amplificare e ripulire la registrazione)
- Avete sentito?
- Che cosa?
- Quel rumore... ecco, di nuovo.
- Merda, l'ho sentito anch'io... il classico rumore di uno che si piscia addosso! Ma stai tranquillo Frost, non lo diremo a nessuno!!
(risate)
- Fottiti Crowd! E' stato come se qualcosa passasse sopra di noi...
- Stai tranquillo, su questa merda di pianeta possono caderti in testa solo cacate d'uccello o paracadutisti!!
(risate)
- Zitti adesso, siamo in cima.
(Silenzio voci. Solo rumore di passi sulla roccia)
- Oh Santo Imperatore! Frost, Witsbosky, guardate qua! Sono morti... fatti a pezzi!
- Oh merda! Ma chi... cosa...?
(rumore vicino di roccia che frana; poi si sentono strani stridii)
- Chi è là? Identificarsi!
(stridii acuti vicini)
- Merda!! Fottuti! Sparate sparate...
(rumore di spari)
- Witsbosky vieni via, vieni via di là!!
(stridii; urla probabilmente del soldato Witsbosky)
- Frost, è fottuto! Lascia stare, ripieghiamo... ripieghiamo! Merda… per l'Imperatore… spara spara!!
- Sono d'appertutto, cazz0!!
- Aaaaaahhhh!!!!
(audio disturbato. Fine registrazione)
********************************************************************************

Quello che avete ascoltato è l’unico documento comprensibile pervenutoci da Hagia IIX prima del silenzio comunicazioni. Il black out del Warp che per tre giorni ha isolato il pianeta era solo l’avvisaglia che la bioflotta tirannide, successivamente denominata in codice “Gyger”, stava per sopraggiungere.
Essa è uscita dal Warp alle ore 23.04 del 145° giorno standard, 232 MM41; solo un giorno e mezzo dopo la data di registrazione dei frammenti che avete appena ascoltato.
E’ stato uno spiacevolissimo quanto grave errore di valutazione dei responsabili Ordo Xenos del pianeta, quello di ignorare i segni dell’arrivo di una nuova Bioflotta.
E’ anche vero, tuttavia, che mai l’Imperium si sarebbe aspettato un attacco proprio in quel settore.
Comunque stiano le cose, preghiamo per le povere anime degli abitanti di Hagia IIX; possa l’Imperatore-Dio prendersi cura di loro…
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MessaggioInviato: Mar Mar 21, 2006 7:20 am    Oggetto: Rispondi citando

Franz-Angeli Sanguinari-Angeli Ardenti

Diario di Astaroth, Codicista degli Angeli Ardenti. 01223.807.M41

Sono perseguitato dagli incubi.
Anche questa notte ho sognato lui, come sempre, del resto; lo chiamerò Tantalus, perché sta cercando di rubarmi il fuoco che alimenta l'anima.
Stavolta era più grosso, più feroce; ululava e sbraitava, con quelle enormi fauci insanguinate. Un demone degli inferi. Ma perché ne parlo come se fosse un altro? Ero io. Io vedevo attraverso i suoi occhi..Attaccavo il nemico, lo dilaniavo spinto da una rabbia insaziablie. E poi rivolgevo la rabbia verso i miei stessi alleati, senza più distinguere il bene e il male. Ormai sono mesi (o anni?) che faccio sempre lo stesso incubo, e le mie facoltà psioniche mi dicono che non si tratta solo di un'esperienza onirica.
Ades, il cappellano, dice che è il riflesso dell'urlo psichico di Sanguinius, che cerca di trascinarmi nella sete rossa. Ma il terrore mi attanaglia. Ho paura, ma non per la mia vita, o per quella dei miei uomini. Per le nostre anime, perché non credo sia Sanguinius ad attirarci a sé, ma un entità più terribile e malvagia.

Sono passati settantasette anni da quel giorno; io e i miei uomini portiamo cicatrici invisibili ma cionondimeno laceranti. Ci eravamo da poco battezzati 'Angeli Ardenti'; si confaceva a Gheena, il nostro pianeta natale. Brullo, costellato di vulcani e solcato da fiumi di lava. Per esorcizzare la paura, usavamo nomi che più d'un Inquisitore definì blasfemi: mefisto, inferno, cerbero, lucifero.. Dicevano che avremmo attirato troppo l'attenzione degli esseri del Warp. A quel tempo ero arrogante, e credevo di conoscere tutti i segreti dell'Immaterium. Quanto ero sciocco..per una volta avevano ragione gli Inquisitori.
Ci mandarono a ripulire un maledetto relitto spaziale, perché qualche fottuto astropate era certo di aver percepito il riverbero psichico di un qualche potente artefatto. Beh, forse in fondo non aveva tutti i torti.
Su un relitto spaziale ci si può aspettare qualunque orrore, ma quello che trovammo era troppo..Il dolore che mi provoca il ricordo mi rende impossibile trascrivere tutto ciò che vedemmo, era come guardare il campo di battaglia di una guerra combattuta dagli dei. Corpi di esseri soprannaturali, simboli talmente blasfemi da essere inguardabili, odore di morte consumata da millenni. E un'aura di malvagità talmente potente da poter essere percepita anche dai non-psionici.
Non uno di noi perse la vita.
Eppure..
Non trovammo mai l'artefatto. O meglio, nessuno si ricorda di averne trovati. Ma qualcosa successe, perché da quel giorno cambiammo: la rabbia, l'orgoglio, la forza. I miei uomini sono agguerriti, potenti. Troppo, forse, anche per degli Astartes.
E' sempre più difficile controllarli, e molti soffrono di incubi e allucinazioni.

Cosa devo fare? Ades per placarci continua a guidarci in una battaglia diero l'altra, in nome dell'Imperatore.
L'Imperatore. Ormai la sua presenza nel Warp è pressocchè impercettibile. Un tempo tutto il mio cuore e tutto il mio spirito erano protesi verso di lui; l'indottrinamento a cui venivo sottoposto, sia da civile che da Space Marine, mi hanno sempre fatto credere che fosse lui l'essere supremo, il faro che ci guida. Anche Sanguinius lo credeva..
Ma ora so che esistono altri dei, più potenti e terribili; e il problema, la mia più grande paura, risiede nella mia mancanza di odio per loro: se non provo repulsione per queste divinità corrotte e per i loro ideali distorti, se il mio subconscio continua a mandarmi visioni infernali..
Io, e i miei uomini, combattiamo in nome dell'Imperium una guerra senza fine. Con ferocia, odio, e onore. Sentimenti di guerra, sentimenti che attirano inevitabilmente verso un dio crudele e malvagio..
Dovrei per questo togliermi la vita? Dovrei distruggere il mio corpo, e quello dei miei uomini?
Non so nemmeno chi sia contaminato..Ma una cosa è certa: stiamo peggiorando.
Non abbiamo altro ideale che la vittoria in battaglia, e questo fa seguire vittorie alle vittorie. Ma quando tutto cessa è sempre più difficile riprendere il controllo.
E di volta in volta diventa più piacevole farsi trascinare dalla furia; posso sentire la mia (o è la sua?) forza che fluisce quando la lama psionica entra nelle carni del nemico.
Il bene e il male..L'onore e l'infamia.
Tutto si mescola, eppure tutto è così chiaro.
Forse non troverò mai il vero motivo per cui combattiamo; però so che c'è un dio nell'universo che sarà compiaciuto, sia che io vinca, sia che io venga sconfitto.
L'importante è che il sangue scorra...
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"Alea iacta est, fricum feratur sit"
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Arconte Kyryath
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MessaggioInviato: Sab Giu 03, 2006 10:14 am    Oggetto: Rispondi citando

L'Arconte Kyryath e la Cabala della Rosa Nera


Era una notte buia e stranamente silenziosa a Commonragh quel giorno e Lord Vect (i lpersonaggio speciale Asdrubael Vect per i neofiti dei DE) si apprestava a dirigersi alla sua reggia, dopo una divertente serata come spettatore nell'arena. Era compiaciuto dello spettacolo che aveva visto, soprattutto per merito di un Elda (elda si scrive in singolare la -r in quenya posta il plurale) che si era distinto per bravura e tecnica nel corpo a corpo, paragonabili alla fortissima setta delle Furie.
I lunghi corridoi illuminati da una flebile luce rossastra che consucevano all'uscita, erano completamente deserti e si udivano rieccheggiare solo i passi del seguito del Lord. Arrivarono finalmente nella ampia hole prima dell'uscita quando ad un certo punto gli incubi iniziarono a guardarsi intorno innervositi. Drazhar e Lord Vect avevano uno strano presentimento e fermatisi in mezzo alla stanza, laddove c'era più luce, iniziarono a guardarsi intorno. Le loro preoccupazioni erano fondate in quanto, dalle ombre dei pilastri uscirono 12 guerrieri armati di armi potenziate e indosso armature leggere. In un lampo la squadra di incubi e Lord Vect, venne circondata e muovendosi piano piano avanti stringevano sempre più in cerchio come una stretta mortale...
Tutti erano pronti all'inevitabile scontro, ma non appena gli assalitori avanzarono di un successivo passo, quello che sembrava il loro capo, cadde a terra senza vita con un grosso pugnale impiantato sulla gola. Tutti ripasero impietriti quando l'elda cadde pesantemente al suolo e cominciarono ad essere sovverchiati da una sensazione di panico sempre piu forte. Si guardarono intorno velocemente, mentre Lord Vect iniziò a sogghignare. Senza avere un riscontro visivo di chi avesse ucciso il guerriero, gli undici rimasti iniziarono ad indietreggiare spaesati.
Poi dal buio di una delle grosse colonne della stanza, comparì un Elda in armatura da combattimento. Aveva lunghi capelli bianchi ed un corpo tanto muscoloso quanto slanciato. Indossava un elmo da combattimento ed aveva in due fodere due piccole spade che assomigliavano a delle daghe.
Con un sorriso beffardo e saccente si incamminò verso in centro della stanza.
"Chi osa colpire a tradimento l'immenso Lord Asdrubael Vect?"
Esclamò con voce tonante togliendosi l'elmo da combattimento. Il suo sguardo profondo e tranquillo andava alla ricerca di qualcuno tra gli attentatosi, come se sapesse chi fossero fino a quando, trovando la persona che cercava, fermò la testa ed iniziò a fissare il guerriero con i suoi lucenti occhi verdi.
"Kyryath...come hai potuto uccidere...tuo cugino?"
Una regale e silenziosa risata pervare il volto del gladiatore e con fare arrogante replicò al guerriero...
"vi avevo avvisato che non sareste riusciti ad avvicinarvi a Lord Vect...dovevate ascoltarmi! Ora decidete...volete morire per mano mia oppure combattere contro i forti incubi di Drazhar?...FRATELLO?"
A quelle parole, il guerriero si lanciò senza pensare contro Kyryath e con lui i suoi compagni. Kyryath lanciò via l'elmo e si diede uno lancio da una colonna che era a qualche metro di distanza da lui, evitò il fratello con un salto mortale e quando atterrò, assorbi frontalmente l'attacco di altri due guerrieri. Con movimenti rapidissimi, ferì mortalmente in tre punti differenti, i due guerrieri che caddero esamimi al suolo. Altri 4 guerrieri lo caricarono dal suo fianco destro, ma lui girandosi su se stesso come una trottola in loro direzione, evitò i fendenti dei primi due e andò a parare le spade potenziate dei rimanenti. Con un calcio, fece cadere a terra uno mentre con la spada liberata trafisse l'altro. Da dietro i due che aveva evitato, tornarono alla carica assieme al fratello. Kyryath, con estrema velocità diede un calcio in pieno petto al fratello mentre con le due spade anticipò il movimento dei due guerrieri trapassando le loro armatue all'altezza del cuore. I 4 rimanenti esitarono quando videro i 4 morti e gli altri due loro compagni a terra, ma con la forza della disperazione cercaono di assaltare il fortissimo Gladiatore. Come se si muovesse in una danza mortale, uccise spietatamente i 4 guerrieri, dopo di che attese che gli ultimi due si alzassero per concludere le danze. Aurion, il fratello, si alzò assieme all'ultimo guerriero ed attaccarono insieme in un ultimo disperato assalto. Arrivo prima lui ma Kyryath, bloccando il suo colpo gli sussurrò, con voce tutt'altro che stanca....
"tu sarai l'ultimo....fratello"
dopo di che Aurion venne allontanato per "iniziare la fine" dell'ultimo attentatore.
Erano rimasti solo loro due. La tensione per Aurion era notevole, mentre Kyryath, sicuro di se e della sua bravura era fermo pronto all'ultimo attacco.
Partirono insieme! Nella velocissima corsa, si incrociarono e si sentì un tintillio di spade incrociate. Senza pensarci due volte si fermarono e si incrociarono una seconda volta...non ci fù nessun rumuore. I due erano fermi e vicini quando Kyryath cadde in ginocchio tenendosi il fianco destro sanguinante.
"Hai combattuto bene fratello...sei morto con onore..."
Aurion sorrise compiaciuto del compliento, ma subito dopo iniziò a sentir mancargli le forze mentre inesorabile l'oblio lo circondo portandonlo ad una morte veloce senza sofferenze.

---------------------------------to be continued....

Fu così che, dopo aver dimostrato il suo valore dinnanzi alla persona più potente dell’intero Impero Oscuro, venne raccolto e portato nella fortezza per essere curato dalla ferita e venne annunciato, il giorno stesso all’intera città, che un nuovo guerriero Sibarita era giunto, forte più che mai, per portare gloria e distruzione nei mondi alieni sotto il mandato del signore del Terrore. Kyryath Sonodan, un tempo forte gladiatore, in quel preciso momento avrebbe donato la sua bravura all’esercito con un futuro a stretto contatto con la morte e la gloria.
La stanza era buia e molto fredda. Sulle pareti nere c’erano svariati attrezzi di tortura che venivano utilizzati dall’Haemonculus per le sue vittime nei sotterranei dai quali agghiaccianti urla si riuscivano a sentire lievemente fino quella sala. Venne fatto accomodare in un laboratorio da una figura alta, magra e dalla pelle bianchissima. Gli occhi dell’eldar erano rossastri e colmi di un fanatismo che Kyryath non ricordava di aver mai visto nemmeno nelle arene dove combatteva. Lo fece sedere su una sedia, dopo di che gli mise uno straccio bagnato in uno strano unguento rosso. La reazione fu immediata: la ferità iniziò a rimarginarsi ad una velocità incredibile tale da portare un dolore incommensurabile. Finito l’effetto dell’unguento Kyryath si alzò in piedi senza più il minimo dolore, come se non fosse mai stato colpito. Allora gli incubi lo accompagnarono nella sezione vestiario, laddove scelse la sua armatura ed il suo equipaggiamento tra tutte le armi che erano disponibili nell’arsenale della caserma. L’armatura portava l’effigie della prima squadra d’assalto, distrutta pochi giorni prima in una contro offensiva degli Space Marine nel sistema Omega. Quando ebbe finito di cambiarsi e di indossare la sua nuova divisa, venne immediatamente chiamato a rapporto dall’Archita Lorimen, capo della sua compagnia e "sottoposto" di Lord Vect. Il centro di comando era una tetra e nera costruzione altamente difesa con sentinelle dappertutto. C’era un ingresso principale con 3 porte blindate, in quel momento aperte per far passare i vari veicoli, mentre l’ingresso per chi arrivava a piedi era spostato poco più sulla sinistra. Per entrare ci si doveva fermare in una camera scanner laddove venivano controllati tutti gli equipaggiamenti e se veniva trovato un qualche cosa di non registrato alla persona controllata, quest’ultima veniva immediatamente arrestata e portata dai Sibariti per l’interrogatorio.
Kyryath passò per la camera scanner senza problemi, mentre dall’altra parte, un guerriero lo attendeva per portarlo da Lady Lorimen. L’interno dell’edificio era particolarmente lussuoso e molto ben tenuto, delle lampade in stile gotico illuminavano in lungo corridoio che portava alla stanza dove Kyryath doveva essere condotto; le pareti erano giallastre ed a contatto con la luce davano una sensazione che tutto intorno fosse dorato e splendente mentre, ad intervalli regolari, armature di ogni tipo ornavano il passaggio. Arrivarono alla stanza. La guardia bussò due volte, dopo di che aprì la porta e fece entrare Kyryath. La stanza era piena di tende e veli di colori dal rosa al bianco, e alla sua destra c’era un grande letto a baldacchino. Di fronte ad esso una grandissima finestra occupava quasi tutta la parete mentre tutt’intorno c’erano mobili di vario tipo e dimensione. Da una porta alla sinistra di Kyryath, entrò nella stanza Lady Lorimen. Era davvero affascinante… Alta quasi quanto Kyryath aveva dei capelli marroni lunghissimi e lucenti, i tratti del viso dolci e levigati facevano intuire un’età molto giovane mentre gli occhi, di un verde intenso, portavano a perdersi in un labirinto di fantasiosi sensi di piacere e pensieri impuri. Indossava un vestito lungo che faceva intravedere appena la perfezione del suo stupendo corpo. Kyryath rimase fermo a osservarla per qualche secondo, incantato da tanta bellezza, dopo di che, risvegliatosi dalla grande meraviglia, si inginocchiò dinnanzi a lei. “Eccomi mia Signora. Cosa ordinate?” Lorimen sorridendo si avvicinò e gli fece cenno di alzarsi, poi si sedette su di una sedia al centro della stanza. “Finalmente ti conosco mio valoroso Kyryath…ti ho osservato molte volte nelle arene e desideravo incontrarti di persona.” La voce sensuale e decisa allo stesso tempo, fece venire i brividi al forte Eldar, che oramai risultò ammaliato dalla donna. “Devo dire che fa molto più effetto vederti qua vicino.” Ne seguì una pausa con un sorriso, poi continuò…
“Voglio metterti alla prova Kyryath. Tu mi sei sempre piaciuto, sin da quando ti ho visto combattere la prima volta nelle arene. Questo però è un esercito e non è tollerato il più piccolo errore…chiunque tu sia. Ti manderò a saccheggiare uno spazioporto imperiale nei pressi del sistema Omega... I nostri scout ci hanno passato le informazioni su tutto quello che ce da sapere per iniziare la missione. Ora, mio caro, puoi andare.”
Kyryath, in modo molto composto ed elegante, uscì dalla stanza porgendo i suoi saluti alla Lady e ripercorse il corridoio, andando all’adunata della sua squadra. Pensava all’immensa e terribile bellezza del suo comandante…si chiedeva se la sua mente sarebbe riuscita a rimanere lucida nei pensieri e nelle azioni. Si sentiva già parzialmente schiavo di Lorimen.
La sua squadra era formata da 20 uomini con a disposizione armi d’appoggio e d’assalto, un raider in un’hangar e un’infinita di fucili e pistole a schegge. Gli uomini, erano tutti forti Eldar selezionati per il loro valore ed una giusta quantità di pazzia. Dopo un breve discorso, chiaro e conciso, Kyryath, fece subito intendere cosa voleva da loro e chi era al comando nella squadra. Ovviamente, essendo appena arrivato, avrebbe dovuto conquistare in battaglia la fiducia dei suoi uomini ed era quello che aveva in mente di fare.
Scelse 11 dei 20 e li portò con se al Brief della missione. Venne spiegato loro cosa fare, dopo di che tornarono in caserma per i preparativi.
Al comando dell’operazione era stato assegnato il Dracone Ellesam e Kyryath doveva andare con la sua squadra in prima linea per cercare di aprire un varco su possibili resistenze imperiali. Decisero di portare con loro armi d’assalto così da potersi muovere in velocità nel territorio, e senza trasporto. Dopo aver scelto la tattica, portarono le armi allo spazioporto della caserma per farle caricare nell’incrociatore. A lavoro finito, si riunirono e salirono nell'incrociatore attendendo la partenza.
Il viaggio durò poche ore, grazie all’aiuto dell’immenso portale del WARP. Comparirono poco vicino all’atmosfera del pianeta, evitando con uno speciale campo di forza, di essere individuati da satelliti orbitanti. Le squadre d’assalto, vennero teletrasportate sul pianeta, grazie a congegni avanzati che sfruttavano il WARP. Kyryath e la sua squadra iniziarono la perlustrazione. Il silenzio imperversava nella zona e quando arrivarono al primo posto di controllo imperiale trovarono solo rovine. Venne fatta una veloce comunicazione a Lord Ellesam dopo di che avanzarono sparpagliati in assetto da combattimento. Passarono alcuni minuti alcuni minuti di camminoed iniziarono a trovare le prime rovine degli edifici dello spazioporto, il quale si trovava all’interno di una conca naturale tra la vegetazione. Non avevano ancora trovato resistenze particolari ed il silenzio innaturale che circondava la zona era preoccupante. Nessun rumore di navi o voci, solo la vegetazione che con i suoi animali portava suoni comuni e facilmente distinguibili da altri ostili.
Si trovarono infine nei pressi di una grandissima radura, laddove, secondo le loro informazioni, avrebbero dovuto incontrare la prima roccaforte Imperiale. Tutto era distrutto e non c’era il minimo segno di anima viva. Tutta la squadra aveva attivato fino al minimo senso Eldar guardandosi attorno preoccupati, quando dal retro di alcune rocce, Kyryath sentì arrivare piccoli ed impercettibili rumori che parevano a lui familiari. Erano Gant Tiranidi. Fortunosamente Kyryath diede l’ordine d’assalto poco prima dell’imboscata. Alcuni colpi vennero sparati e svariati alieni caddero morti, dopo di che iniziò il duro corpo a corpo con le creature. Gli eldar ebbero la meglio fino a quando, da dietro le rovine del forte, comparve un Grande Occhio Solo. Kyryath ordinò alle due armi pesanti d’assalto di sparare sulla creatura mostruosa ma solo uno dei due colpi andò a segno senza fermare l’avanzamento dell’essere. Kyryath, sapendo che solo la sua arma da corpo a corpo sarebbe riuscita a uccidere una creatura di quelle proporzioni, si gettò su di lei spiccando un salto altissimo cercando di incrociarla proprio all'altezza dei suoi occhi. Il colpo di Kyryath fu mortale. La Creatura Mostruosa cadde a terra esanime, lasciando soli gli ultimi Gant rimasti. Kyryath avvisò il Quartier Generale dell’accaduto, quindi gli venne imposto il rientro al campo base. non avevano le forze necessarie per colpire un esercito Tiranide. Quando la squadra, decimata per la battaglia, ritornò al campo base, tutto era già pronto per il ritorno all’incrociatore. Una volta sulla nave spaziale, accomodatosi negli alloggi con i rimanenti compagni, vide nei loro occhi il rispetto che inizialmente non avevano per lui e loro in lui vedidero la soddisfazione di aver dimostrato il suo valore con la testa di una preda che pochi possono vantare di aver ucciso.
Al ritorno a Commonragh ll Dracone non ebbe parole di elogio nei suoi confronti, mangiato dalla gelosia e dall’invidia per ciò che un piccolo Sibarita era riuscito a fare, ma soprattutto scoppiò di rabbia quando venne a sapere che Lady Lorimen, dopo aver ascoltato i sopravvissuti della sua squadra, decise di portare all’attenzione di Lord Vect, cosa Kyryath aveva compiuto nella sua prima missione.

---------------------------------to be continued....

RITORNO
Commonragh era sempre la stessa nera putrida e corrotta cittadina che Kyryath aveva lasciato prima di partire in missione. La corruzione, gli assassinii e le continue manipolazioni politiche saturavano e condizionavano la vita di ognuno degli abitanti della città. Nessuno, nella massa, oramai poteva dire di avere un cuore; nessuno aveva intenzione di cambiare stile di vita; la punizione a tale desiderio era la morte. Però per quanto avesse vissuto li inizialmente da prigioniero e attualmente da soldato, il suo spirito Eldar era tenace e forte e non era stato portato alla pazzia come molti dei suoi compagni. Sapeva molto bene che per quanto una razza si stabilizzasse in un comportamento sociale prestabilito, una piccola percentuale di nuovi nati non avrebbero condiviso tali schemi di vita e proprio in queste persone lui sperava di trovare appoggio per la sua idea. Raggiungere il potere e recuperare un settore spaziale da controllare e difendere autonomamente senza l'intromissione di Lord Vect e della feccia che lo accompagnava.
DILEMMA
Un imprevisto però iniziò a far capolino nella sua mente. L'ingresso di Lady Lorimen nella sua vita scombussolò tutti i suoi piani. La sua presenza gli dava gioia, la guardava con rispetto ammirazione e passione, quando stava lontano da lei si sentiva solo... Si era innamorato di una Archita di un esercito laddove l'amore non era contemplato. Lei, per quanto ammirata e incantata dal suo essere guerriero, sicuramente lo aveva scelto solo per degli scopi ben precisi; un giocattolo, niente più. Purtroppo per Kyryath però, di questi due pensieri contrapposti prevaleva quello d'amore e le notti insonni per auto convincersi di lasciar perdere Lorimen servirono solo ad incrementare il suo desiderio d'amore nei suoi confronti.
Quella missione conclusa con successo fu la chiave che convinse Kyryath a dichiararsi a lei.
FUTURO INCERTO
La decisione del sistema da conquistare. Doveva essere piccolo e contenere pochi pianeti..due forse tre. Il sistema Omega era perfetto. La conquista tiranide si era indebolita nel secondo dei tre pianeti in ordine d'importanza e nel principale la resistenza Umana assieme ad un gruppo di Space Marines si era indebolita dai continui assalti tiranidi che inizavano ad accusare il colpo delle innumerevoli sconfitte subite. La vita e l'addestramento dell'Arcamondo di Ultwe assieme agli innumerevoli anni passati nelle arene avevano fatto di lui un tattico molto capace e intelligente oltre che un guerriero spietato capace di non avere pietà di nessuno e grazie a questo stava già iniziando a progettare un assalto al pianeta, senza tralasciare il discorso da farsi a Lord Vect per poter farsi consegnare un esercito degno di nota per invadere la capitale nel pianeta principale ancora saldamente controllato dalle forze Imperiali.
CONCLUSIONE TRISTE
Si. L'idea gli piaceva. Non poteva tornare al suo vecchio Arcamondo, per guadagnarsi libertà era stato costretto ad appoggiare le ideologie corrotte e sanguinarie dei cugini oscuri e di certo i suoi vecchi Fratelli non avrebbero potuto tralasciare tale particolare, condannandolo a morte... d'altro canto si sa...chi è davvero il pazzo e/o il corrotto? Colui che uccide milioni di persone oppure colui, che oltre alla sua razza, vede tutto il mondo come un insieme di razze inferiori, impure e inadatte a contemplare la grandezza della propria razza? il pazzo è chi uccide di più... STATISTICA... sola e semplice statistica; l'idea di potere rende grandi tutti e nessuno.
RISVEGLIO MENTALE
Una voce tonante nel corridoio urlò il suo nome e risvegliò dai suoi ingarbugliati pensieri il Sibarita Kyryath che si alzò dalla panca in marmo nero nella quale era seduto. La Corte di Lord Vect lo stava attendendo per un'onorificenza particolare. Il suo valore e la sua fama da quel momento iniziarono ad essere conosciute anche tra le vie della perduta Città del dolore e della perdizione. Commonragh si apprestava ad accogliere un nuovo campione: Kyryath l'uccisore di Tiranidi.

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Alfogro ha scritto:
...grazie Franz...x uccidere il gioco a favore dei calcoli...sembro io in Dungeons&Dragons...power player del cavolo... angry7

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MessaggioInviato: Ven Giu 23, 2006 6:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ecco anche il BG dei Tau . . :

Diario Del Comandante Tau Kor’el Varn’al Shil’an

Altri tentativi erano stati fatti prima, altre soluzioni erano state tentate e altre navi lanciate verso le Stelle, ma in nessuna erano state riposte tante energie, tante promesse e tante speranze come nella nostra.
E’ dai tempi dei primi, stentati e pericolosi, balzi Warp che ogni Tau nell’Impero che ne abbia le capacita’ e la conoscenza tecnica e scientifica si adopera per sviluppare un motore Warp ed una nave che possano finalmente condurre la nostra razza oltre i confini delle Stelle. Grandi progressi sono stati fatti dai primi contatti con le altre razze, quando apprendemmo che lo spazio reale non era l’unico mezzo per spostarsi da un pianeta all’altro, e sicuramente non il piu’ veloce. Lo studio dei manufatti alieni recuperati, conquistati o scambiati col resto dell’Universo hanno permesso di sviluppare le prime navi capaci di brevi balzi nello spazio Warp, a costo di grandi rischi e sacrifici da parte della nostra razza.
Ora le nostre navi viaggiano sicure sulla superficie dell’”Immaterium”, spostandosi velocemente tra i nostri mondi, ma il viaggio veloce sulla superficie del Warp ci era proibito, almeno fino ad oggi.
La nostra nave, la Kan’ra’ver, era un prototipo di Manta modificato per accogliere i grandi motori necessari per ultimare il balzo nell’iperspazio. L’equipaggio venne scelto con la cura necessaria per una missione di esplorazione dagli esiti incerti. Il primo viaggio prevedeva un balzo di circa un migliaio di anni luce verso il nucleo della galassia, cosi’ da avere buoni punti di riferimento per calcolare il balzo di ritorno. Nonostante cio’, l’imprevedibilita’ del sistema mai collaudato prima indusse a prendere tutte le precauzioni necessarie in caso di errori di rotta e/o atterraggi di emergenza su pianeti fuori dalla nostra sfera di controllo. L’equipaggio selezionato era tra i migliori dell’Impero Tau, cosi’ come la forza militare che doveva accompagnarlo; io fui scelto per comandare la missione, incarico che mi avrebbe conferito grandi onori e prestigio in caso di successo.
Pensavamo di aver calcolato ogni cosa; laddove gli umani usano Astropati e Navigatori appositamente addestrati per trovare la rotta nel mutevole spazio Warp, noi pensavamo che un calcolo approfondito dei fattori in gioco e delle coordinate di partenza e di arrivo prima del balzo fosse sufficiente ad imprimere la giusta rotta alla nave attraverso il Warp, fino a destinazione. Non conoscevamo la natura imprevedibile delle Tempeste Warp, ne’ la loro violenza . . .
La tempesta ci colse quando eravamo circa a meta’ strada, dopo qualche giorno di viaggio super-luce. I nostri scudi ressero, ma fummo spazzati fuori rotta, e trascinati a quasi centomila anni-luce di distanza, dall’altro lato della galassia. Per giunta, il motore Warp venne danneggiato, e non ci e’ piu’ possibile effettuare balzi di tale portata.
Ora dobbiamo cercare di tornare verso la nostra casa, anche se ogni nuovo balzo nel Warp comporta il rischio di finire perduti senza speranza di salvezza, anche se ci troviamo immersi in un territorio ostile e pieno di nemici, anche se la distanza che ci aspetta per essere percorsa e’ maggiore di quella anche mai immaginata dalla nostra razza. Poiché solo noi portiamo la conoscenza dei rischi del viaggio Warp, e forse nelle nostre banche dati e’ racchiusa la chiave per risolvere tutti gli inconvenienti che abbiamo incontrato. Forse siamo noi i custodi della chiave per le stelle, per la nostra gente negli anni a venire. Ed e’ nostro compito ora riportarla a casa.


Ciao!!!!

PS: se notate qualche errore o incongruenza, non esitate a segnalarmelo!!!!
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THE BEST GAME EVER: (se siete incuriositi, contattatemi in PM!!!)
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MessaggioInviato: Mer Set 20, 2006 10:35 pm    Oggetto: I CAVALIERI CELESTI Rispondi citando

indagine sui capitoli sconosciuti astrtes:
i cavalieri celesti

esistono migliaia di capitoli di space marine,alcuni famossisimi altri a stento menzionati;a volte puo capitare che alcuni potenti capitoli vengono impegnati in missioni cosi lunghe e in luoghi cosi remoti che la loro esistenza e totalmente ignota e i cavalieri celesti ne sono l'esempio.questo capitolo di feroci astartes fu creato agli albori dellimperium posteresia.all'imperatore servivano feroci guerrieri che potessero annichilire le forze del caos cs si servirono dell ghiandole progenoidi dei furiosi angeli sanguinari manipolandoli pesantemente con il codice genetico degli ultramarine ritenuto da sempre il piu stabile..il risultato fu sorprendente ,furono creati degli space marine che non erano pervasi dalla furia nera,erano perfettamente in grado di controllarla ma avevano mantenuto tutta la ferocia e l'abilita del corpo a corpo che contraddistingue i figli di sanguinius. al loro comando si trova ancora il loro primo gran maestro lord valentino ,che fu ilprimo di questi marine a essere creato.in battaglia i cavalieri celesti sono uno spettacolo che fa raggelare il sangue. avendo perso molto dei tratti tipici degli ultramarine i cavalieri celesti sono molto lontani dal seguire il codex astartes,hanno rinunciato da tempo ai requiem imbracciando invece letali spade a catena e pistole requiem...odiano totalmente falciare il nemico a distanza pertanto tra le loro fila non si trovano squadre devastatrici ne landspeeder ne carri di alcun genere. la tattica dei cavalieri celesti e di piombare dai cieli con le capsule e assaltare il nemico al piu presto in un furioso assalto. in virtu di queste grandi abilita marziali i cavalieri celesti vengono spesso mandati in prima linea su pianeti estremamente ostili per abbatterne le difese o per assaltare postazioni molto difese.l'intero capitolo si muove su un enorme monastero fortezza chiamato furia dei cieli,avendo perso il loro pianeta natale cobaltis in seguito ad un misterioso incidente. ovunque vadano i cavalieri celesti non conoscono la sconfitta e sebbene agli occhi dei piu alti comandi imperiali i cavalieri celesti siano molto temuti per la loro furia sul campo sanno che pochi capitoli sono cosi ostinatamente fedeli all'imperatore come loro.
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MessaggioInviato: Ven Nov 10, 2006 8:18 pm    Oggetto: Rispondi citando

Cap - Angeli Oscuri Se leggete il mio Bg dei Tiranidi, noterete che la storia prosegue... Wink

L’incrociatore pesante Invictus solcava l’orbita di Hagia IIX, penetrando, nella fitta barriera di bio-navi che circondava il pianeta, primo di una flotta d’attacco composta di 2 corazzate classe Emperor e svariati incrociatori da battaglia della Marina Imperiale.
La repentina comparsa della bioflotta Gyger aveva colto totalmente impreparate le difese del ricco pianeta minerario Hagia IIX e la cerchia interna templare degli Angeli Oscuri era riuscita, con le giuste pressioni, a farsi assegnare ben 2 corazzate della Marina per questa speciale missione.
Era iniziato tutto 2 settimane prima, quando un plotone della Guardia Imperiale Vallhariana era incappato nel primo contatto con la Mente Collettiva, un discreto gruppo d’invasione composto da Lictor, Genestealer e Pteragant.
I distaccamenti mandati ad investigare la sparizione della prima squadra, circa 8 giorni più tardi, furono accolti da un contingente tiranide molto più fitto e solo una parte del plotone di scorta all’inquisitore Haggard riuscì a rientrare incolume, portando con sé l’elmetto personale di uno dei soldati uccisi nel deserto pietroso di Hyphonus che conteneva una registrazione degli ultimi, drammatici eventi da lui vissuti.

Proprio mentre la flotta imperiale si sta facendo breccia nella barriera biologica che assedia il Pianeta, nella grande cappella corazzata situata nel cuore della Invictus, il Maestro Bibliotecario Arakanseth parla ai suoi Fratelli…

“Quello che avete appena ascoltato è l’unico documento comprensibile pervenutoci da Hagia IIX prima del silenzio comunicazioni. Il black out del Warp che per tre giorni ha isolato il pianeta era solo l’avvisaglia che la bioflotta tirannide, in seguito denominata in codice “Gyger”, stava per sopraggiungere.
Essa è uscita dal Warp alle ore 23.04 del 145° giorno standard, 232 MM41; solo un giorno e mezzo dopo la data di registrazione dei frammenti che avete appena ascoltato.
E’ stato uno spiacevolissimo quanto grave errore di valutazione dei responsabili Ordo Xenos del pianeta, quello di ignorare i segni dell’arrivo di una nuova Bioflotta.
E’ anche vero, tuttavia, che mai l’Imperium si sarebbe aspettato un attacco proprio in quel settore.
Comunque stiano le cose, preghiamo per le povere anime degli abitanti di Hagia IIX; possa l’Imperatore-Dio prendersi cura di loro…

… tuttavia, noi non siamo venuti fino qui per vendicare i cittadini figli dell’Imperatore, né per spezzare l’assedio della bioflotta a questo pianeta ormai destinato alla distruzione.
Noi, Fratelli, siamo qui per il nostro Giuramento.
Dalle informazioni giunte a noi grazie all’abilità degli Inquisitori Capitolari, sappiamo per certo che circa un secolo fa Hagia IIX ospitò per un breve periodo una cellula di cultisti del caos; questo gruppo, che si faceva chiamare “Angeli Caduti”, era capitanato da Hierofaus, uno dei più stimati capitani del nostro capitolo prima del Grande Tradimento. Hierofaus cedette alle blasfeme lusinghe del Caos, possa l’Imperatore-Dio e la nostra Volontà portargli l’eterna sofferenza, e si unì alle schiere dei rinnegati.
Il culto degli “Angeli Caduti” venne cacciato per decenni e pochi anni or sono fu soffocato nel sangue della purificazione, ma il suo leader riuscì a sfuggire ed ora se ne sono perse le tracce.
Nella capitale di Hagia IIX, Hagys, si trova una biblioteca che conserva preziosi dati da cui potremmo ricavare informazioni decisive per capire dove si sia rifugiato dopo la caduta del suo culto. Eravamo già diretti qui, quando la bioflotta Gyger ha fatto la sua comparsa, ma questo non può e non deve fermarci nell’obbligo dei doveri verso il nostro oscuro passato!”

Quando Arakanseth finisce di pronunciare queste parole, i Fratelli Angeli Oscuri si inchinano tutti, fissando il Maestro Bibliotecario. Ad un suo segno, uno stretto raggio splendente discende in maniera obliqua da una feritoia al centro della volta stellata come se fosse luce delle stelle fatta liquida. Il raggio illumina un altare scolpito da un blocco di giada solida, dove si trova un antico tomo, rilegato in pelle nera come la pece. Da dietro l'altare, l’epistolante solleva un bastone con il simbolo capitolare, incorniciato nella spina dorsale di un genestealer piegata in cerchio attorno ad esso, le vertebre nodose incise con potenti rune, iniziando a intonare una liturgia.

"Mani manet cum nostris semper in aeternum!" recita Arakanseth nella ieratica lingua religiosa che che solo i membri della Cerchi Interna padroneggiano.
"Fratelli, ripetiamo il Giuramento affinchè le nostre menti e i nostri corpi siano una cosa sola quando scenderemo su Hagia per reclamare il nostro bottino!!".
E in quel momento, all’unisono, tutti i Fratelli rispondono con un’unica parola, che fa vibrare le pareti blindate della cappella e ribollire il sangue nelle vene di ogni Marine presente.

Il capitolo era pronto a sacrificarsi ancora una volta, non per il bene della galassia né per il desiderio di sconfiggere il nemico, ma per espiare l’antica colpa del tradimento che gravava sulle anime di ogni Angelo Oscuro dai tempi dell’Eresia di Horus.

Nell’alta orbita di Hagia IIX, la scorta di navi imperiali stava combattendo una sanguinosa battaglia per permettere all’ Invictus di raggiungere la zona di lancio dove poter far scendere sul pianeta i suoi marines.
Convinti di portare avanti una missione di salvataggio degli ultimi supersiti della città di Hagys, gli imperiali non si rendevano minimamente conto che stavano sacrificando le loro vite per la personale crociata di redenzione degli Alngeli Oscuri.
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MessaggioInviato: Sab Nov 18, 2006 3:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

Se siete d'accordo per i BG quelli postati qui sono validi anche per i tornei a Trieste, tanto per risparmiare carta....

Shocked



Ecco i Miei (sono validi anche se l'esercito mio è prestato a qualche mio adepto, vero????


Battle Sister



Rapporto della badessa Victoria la sanguinaria 046 M 41



Oggetto: conflitto su Pharaox , battaglia della grande cattedrale.


E’ con infinita gioia che consegno questo messaggio affinché il Sacro Dio Imperatore possa essere informato della fine della grande guerra di Pharaox, conclusasi con la sconfitta degli adoratori del Caos che assediavano il pianeta da più di 150 anni.
Gli eretici, guidati da un condottieri il cui spregevole nome è Assideratus, hanno subito la sconfitta decisiva un mese orsono, durante la battaglia che ha avuto luogo nella grande cattedrale del pianeta.
Gli eretici erano affiancati da tre quarti della popolazione quando ci hanno attaccato.
Il nostro esercito guidato dall’onorevole inquisitore Koran, fu costretto a ritirarsi, mentre gli ignobili traditori calpestavano il suolo sacro dell’Imperium.
Migliaia di nobili anime sono perite immolandosi in nome dell’Imperatore. Lo stesso inquisitore Koran fu ucciso, con il corpo dilaniato dai blasfemi artigli di Assideratus.
Indietreggiammo fino al triangolo – fortezza formato dalle città – formicaio di Aranath, Aranaer ed Aramas, quando anche la parte di popolazione ancora fedele ci tradì.
Allora, rinchiusi nell’enorme cattedrale di Aranaer , ci difendemmo, anche se decimati.
Durante la battaglia decisiva, l’ultimo manipolo di fedeli (poche unità di Adeptus Soritas ed Adeptus Astartes) riuscì a contrattaccare, colpendo il cuore dell’esercito nemico: la guardia del corpo di Assideratus.
Combattendo duramente, la somma badessa Angelica la devota, la quale aveva preso il comando dopo la morte dell’inquisitore Koran, ferì a morte l’arcieretico, pur soccombendo sotto i suoi colpi.
L’esercito nemico, dopo la morte del condottiero, fuggì dinnanzi alla giusta rabbia dell’Imperium.
La popolazione civile del pianeta, che si era ribellata durante il conflitto, ha deposto le armi ed ora implora perdono.
Ho preso momentaneamente il comando dei sopravvissuti, e chiedo umilmente come devo comportarmi con la popolazione traditrice (sette miliardi di possibili nemici dell’Imperium).
Sebbene avessimo pensato che Assideratus fosse morto, da alcune trasmissioni intercettate sembra che sia sopravissuto.
Ci risulta inoltre che abbia intenzione di sferrare un nuovo attacco, ed in queste condizioni non potremmo resistere.
Per questo chiedo umilmente dei rinforzi.

Fedele e devota,
Victoria, capitana
in carica dei
sopravvissuti al
conflitto di Pharaox.





Risposta della parte dell’ufficio dell’Inquisizione. 046 M 41


Oggetto: Soppressione degli eretici

Sorella Victoria la sanguinaria,
Vi ordiniamo di procedere con la purificazione del mondo in modo da stroncare qualsiasi focolaio di possibile eresia futura. Inoltre, sicuri della Vostra fede nell’imperatore, siamo convinti che il vostro esercito sarà in grado di respingere qualsiasi attacco da parte dei servi del Caos.
Che le anime degli eretici brucino in un rogo.
Vi manderemo prima possibile un contingente di Space Marine a supporto di una nuova ondata di colonizzazione da parte di fedeli servitori del nostro Imperatore-Dio.


Uffici dell’Inquisizione di Montax




Messaggio in risposta. 047 M 41

Abbiamo annientato le difese dei vostri servi.
Vi serva da lezione.

Assideratus




Angeli Oscuri



Marcus era in piedi sul ponte di comando della “Gloria Angelica”, una delle più grandi navi lasciate a custodire Caliban in assenza della legione degli Angeli Oscuri. La nave si stava dirigendo a pieno regime verso il pianeta, che ormai distava solo tre ore di viaggio.
Lo Space Marine indossava un’armatura terminator nera come il gaietto,che non rifletteva la luce; sul suo spallaccio era dipinta la spada rossa appartenuta all’Ala della Morte, la più importante xxxxxxx, in quanto formata solo da combattenti espertissimi forti di migliaia di battaglie.
Fermo a contemplare lo spazio cosmico Marcus rievocò gli eventi dell’ultimo mese per cercare di trarne il filo logico che li legava; salmodiando a bassa voce la preghiera di concentrazione che conosceva ormai da una vita.
Piano piano i ricordi emersero.
Ventinove giorni prima un relitto spaziale di dimensioni inimmaginabili era apparso nel sistema; per ordine dell’Imperatore stesso tutta la guarnigione di Caliban, che contava più di diecimila uomini, era stata mobilitata per esplorare il relitto e eliminare qualsiasi potenziale minaccia al sistema. Migliaia di Space Marine nelle loro Armature possenti erano stati impegnati per quasi un mese alla ricerca in quell’enorme rottame ambulante. Il relitto risultava completamente deserto, anche se erano state rilevate in molte parti dello stesso tracce di una recente infestazione da parte di Xeno di origine sconosciuta. Fortunatamente il relitto conteneva al suo interno una miriade di ritrovati della tecnologia, tuttavia il fratello Capitano Marcus aveva scovato qualcosa di ancora più importante. Il giorno prima lui e la sua squadra, formata da suoi strettissimi amici nonché fedelissimi e potenti alleati, avevano individuato tra le navi che “componevano”, se così si può dire, il relitto una particolarmente familiare. Si trattava infatti della “Spada di Caliban”, una nave degli Angeli Oscuri che in quel preciso momento si trovava dall’altra parte della galassia a compiere l’onorevole compito che le era stato assegnato dall’Imperatore. Dalle storie che aveva sentito dai Navigatori Marcus sapeva che nel Warp, dove tale relitto spaziale trascorreva gran parte del suo tempo, gli eventi non scorrevano secondo un ordine cronologico ben determinato, anzi le leggi che governano l’immaterium sono caotiche. Si sapeva di navi che dopo essersi perse nel Warp ricomparivano dopo secoli con equipaggi che pensavano di aver viaggiato un giorno, oppure che ricomparivano prima di esser state costruite. Dal giornale di bordo della “Spada di Caliban” Marcus aveva potuto accurare che era stata persa nell’immaterium cinque millenni dal giorno del suo ritrovamento.
E da qui il fatto che sconvolgeva Marcus, ma al tempo stesso lo riempiva di orgoglio e di determinazione: in quella nave aveva scoperto il suo futuro e quello dei suoi uomini.
In una cabina della nave, che doveva essere appartenuta ad un Confratello di altissimo grado, forse lo stesso capitano della nave, oltre al libro di bordo Marcus aveva scoperto un libro rilegato in pelle, con le pagine ingiallite dal trascorrere dei secoli. In questo testo vi era la lista dei più grandi eroi Angeli Oscuri dell’Imperium; alcuni li conosceva anche lui, ma altri non li aveva mai sentito nominare.
La cosa che lo colpì era che su quel libro c’era il suo nome e quello dei suoi uomini.
Ricordava ancora le esatte parole del testo: “ Marcus, capitano dell’Ala della Morte, trovò la morte assieme ai suoi amatissimi e valorosissimi confratelli difendendo il sacro suolo di Caliban da un’invasione di proporzioni inimmaginabili di una nuova minaccia Xeno: odiosissimi Genoraptor, sottospecie di una razza definita Tiranidi. Nell xxxxxxxxxxxxxM30 l’eroica resistenza che costò la vita a valorosi guerrieri fece sì che la minaccia di un’invasione su scala Interplanetaria venisse scongiurata. Nessun alieno rimase in vita. Fu così che in onore di questi Confratelli morti per una così nobile causa le armature da nere furono dipinte di bianco e per ricordare il loro estremo sacrificio la spada simbolo dell’Ala della Morte da allora sarà dipinta spezzata”- .
Il testo era seguito dalla lista dei caduti.
Se le indicazioni del testo erano esatte, oggi la Compagnia di Marcus sarebbe morta in battaglia.
Appena aveva scoperto il manoscritto, aveva chiamato a se tutti gli uomini della compagnia che gli erano più vicini in modo da trasferirli il più rapidamente possibile sulla Gloria Angelica per andare a salvare Caliban da una catastrofe di dimensioni inimmaginabili. A causa di strane interferenze astropatiche Marcus non era riuscito ad avvisare nessuna delle altre navi presenti nel settore per l’esplorazione del relitto spaziale, nemmeno l’ammiraglia dove al suo interno si trovava Luther, il luogotenente del primarca. Un solo minuto di ritardo avrebbe compromesso l’intero Sistema, se non addirittura l’intero Imperium.
Dalla loro partenza dal relitto e man mano che si avvicinavano a Caliban erano stati intercettati dei messaggi astropatici provenienti dalla superficie: intere città erano sommerse da creature aliene che sterminavano la popolazione civile.
Ma la domanda che si poneva Marcus era come una mole così imponente di Xeno era potuta approdare sul pianeta. La risposta risultava quasi ovvia: sicuramente quest’orda proveniva dal relitto, ma il Fratello Capitano non si capacitava come ciò fosse accaduto. Nel profondo del suo animo egli sperava che il libro dicesse la verità, in quanto nel caso che anche solo Genoraptor fosse sopravvissuto, l’infestazione sarebbe continuata.
Una voce destò la contemplazione in cui si era immerso il Fratello Capitano Marcus.
- Capitano Marcus, stiamo entrando in questo momento nell’orbita alta del pianeta – riferì all’altoparlante la voce meccanica di un servitore – Gli auspex a lungo raggio indicano che un’ingente quantità di forme di vita di origine non identificata si stiano raggruppando intorno alle rovine della cattedrale di St.Evincard mio signore – continuò. Dopo un attimo di riflessione Marcus afferrando l’interofono disse: - A tutti i confratelli. Riunirsi immediatamente nella camera di lancio delle Capsule d’atterraggio -.
Il Marine si recò prima nel suo alloggio per prelevare il manoscritto e scese rapidamente nella camera di lancio. Appena entrò nell’enorme stanza gli si parò dinnanzi una scena che lo colpì profondamente. In quella camera vi erano ventiquattro guerrieri, i quali indossavano tutti un’armatura tattica corazzata color nero opaco e sui cui spallacci vi era disegnato il simbolo dell’Ala della Morte; queste figure torreggiavano sui servitore che si accalcavano attorno ad essi per mettere a punto gli ultimi accorgimenti prima della grande battaglia. Marcus si fece avanti e si schiarì la voce in modo che il brusio di fondo causato dai tecnopreti e dai loro aiutanti si fermò improvvisamente. Si sentiva solo il rumore di fondo dei motori della nave; non vi era alcun altro benché minimo fruscio. Il Fratello Capitano dopo averlo aperto, iniziò a leggere dal suo libro:
“ Marcus, capitano dell’Ala della Morte, trovò la morte assieme ai suoi amatissimi e valorosissimi confratelli difendendo il sacro suolo di Caliban da un’invasione di proporzioni inimmaginabili di una nuova minaccia Xeno: odiosissimi Genoraptor, sottospecie di una razza definita Tiranidi. Nell xxxxxxxxxxxxxM30 l’eroica resistenza che costò la vita a valorosi guerrieri fece sì che la minaccia di un’invasione su scala Interplanetaria venisse scongiurata. Nessun alieno rimase in vita. Fu così che in onore di questi Confratelli morti per una così nobile causa le armature da nere furono dipinte di bianco e per ricordare il loro estremo sacrificio la spada simbolo dell’Ala della Morte da allora sarà dipinta spezzata”- . Marcus lesse poi ad uno ad uno i nomi dei confratelli scritti sul libro; quest’ultimi infatti corrispondevano a quelli dei Marine presenti nella stanza. Gonfio d’orgoglio e di fierezza il Fratello Capitano aggiunse: - Sappiate che ciò che è scritto qui corrisponde alla realtà. Questo testo verrà redatto tra più di Cinque millenni dal Cappellano Confessore Boreas degli Angeli Oscuri, ed è giunto a noi attraverso un periglioso viaggio nel Warp. Non è stato per niente un caso, bensì la Volontà del nostro beneamato Imperatore a farcelo arrivare sin qui da noi, in modo a noi fosse concesso di salvare Caliban. Vi faccio una domanda confratelli, mi seguiete verso la gloria e la morte? – All’unanimità i fratelli radunati nella stanza gridarono il loro assenso dalle laringi potenziate, tanto che la stessa struttura in Adamiantio della nave ebbe un sussulto. Dopo aver chiesto al Fratello Confessore Magnus di intonare qualche Litania della fede coadiuviata alle Litanie dell’odio, Marcus ordinò ai suoi fedeli Confratelli di imbarcarsi tutti nelle rispettive capsule.
La battaglia era vicina.



Luther scese dalla Thunderhawk ed oservò le rovine fumanti della cattedrale di St Evincard sommerse di cadaveri appartenuti ad una specie xeno che non aveva mai visto; questo scenario a dir poco apocalittico si estendeva per una distanza tale che neanche i sensi iper-acuti di uno Space Marine riuscivano a rendere definiti. La squadra comando di Marine si raggruppò intorno al suo Leader in posizione difensiva con i fucili requiem spianati, in modo che alle prime avvisaglie di movimento non fossero colti alla sprovvista. Sulle loro armature nere riluceva la spada alata, simbolo della legione degli Angeli Oscuri. Luther e la sua squadra avanzarono fino alla cima della collina sulla quale si ergeva un tempo l’altare di una delle Cattedrali più importanti di Caliban. In mezzo ad una quantità inverosimile di carcasse di alieni semi-carbonizzate o letteralmente squarciate, giacevano i corpi di coloro che avevano combattuto e respinto l’invasione aliena: ventiquattro terminator dell’Ala della Morte,la loro guida spirituale, il loro Cappellano Confessore e il loro condottiero, il Fratello Capitano.
Il silenzio era totale. L’unico suono era in lontananza il brusio dei motori della Thunderhawk in lontananza. – Segni di vita? – chiese Luther rivolto al Fratello Ober, il tecnoprete machinomante di stanza nella sua unità.
Egli rispose con tono grave guardando il suo auspex: - Nessuno Signore -.


Guardia Imperiale - 512° Cadiano


Sottosettore Aridiano, pianeta Ossarius, due anni dopo la Tredicesima Crociata Nera. Un noto Inquisitore ha scoperto un antico artefatto alieno, ma l’Imperium non è l’unico a volersene impossessare. Due mesi dopo la scoperta, più di metà dei formicai di Ossarius, sotto il comando del governatore planetario in persona, volta le spalle alla luce dell’imperatore. Nei deserti d’ossa del pianeta infuria la guerra. Un anno dopo l’inizio del conflitto giungono i liberatori imperiali: sette reggimenti di Guardia Imperiale, scelti per la loro esperienza nei formicai. Una Legio Titanum, scelta per il devastante potere di fuoco. La V compagnia degli Angeli Sanguinari, scelti per la loro furia vendicativa. Inoltre, ultimo e apparentemente insignificante, il 512° Cadiano, della difesa orbitale Cadiana, scelto semplicemente perché, in quel momento di bisogno, era vicino al pianeta. Le navi bombardarono i formicai ribelli, che però erano schermati, e sbarcarono le truppe.
La forza imperiale si divise per proteggere i vari formicai, ed al 512° Cadiano fu assegnato Korintz, un formicaio piccolo e strategicamente inutile. Eppure fu proprio lì che le forze dei traditori colpirono con maggiore ferocia, seguendo l’imprevedibile logica del caos, e fu sempre lì che i traditori mostrarono la loro arma più temibile: i titani del caos.



Il tenente Joker del 1° plotone si arrampicò sulle macerie del Cancello Sud, devastato dall’ artiglieria nemica, e si lasciò sfuggire un’ imprecazione vedendo l’ enorme sagoma del titano emergere dal fumo nero degli incendi. Cosa potevano cinque plotoni di fanteria contro quell’enorme macchina assassina? Assolutamente nulla, ma forse lo “scherzetto” che aveva preparato per gli eretici avrebbe potuto funzionare anche contro un bersaglio tanto grande…
Lui era Joker, e sapeva cosa erano in grado di fare i suoi scherzo. Prese la sua “tastiera degli scherzetti” e premette due bottoni. Centinaia di cariche esplosive fecero crollare due enormi grattacieli abbandonati subito fuori dalle mura. In mezzo c’era il titano. Joker ridacchiò quando vide che non si sarebbe più rialzato, ma non potè permettersi di osservare a lungo, perché i traditori erano vicini, molto vicini. “Alla carica, Cadiani!” urlò, dalla cima di una montagnola di macerie.


Al Cancello Est la situazione stava precipitando: l’arrivo inaspettato dei due titani corrotti aveva gettato nel caos la milizia cittadina, che stava fuggendo disordinatamente verso la cinta interna, lasciando il 4°, il 5° ed il 6° plotone soli contro le orde dei traditori.
Il tenente Cowboy comunicò al Colonnello che due titani inferociti stavano per travolgere le loro linee, sparò una raffica di Requiem contro gli eretici e si concesse un sorriso quando centinaia di fanti nemici vennero a contatto con le mine che aveva fatto piazzare. “Ma guarda un po’, oggi piovono eretici!” urlò ai suoi soldati. La risata dei Cadiani si udì distintamente sopra il rombo della battaglia.

Altri due titani si dirigevano contro il Cancello Ovest, dove si trovava il Colonnello Kartman ed il suo plotone comando. Steven, il vessillario di reggimento, si fece il segno dell’aquila quando vide i due giganti di ferro vomitare torrenti di plasma contro il 7° plotone, incenerendo il tenente Palla di Lardo ed il suo staff. “Richiedo un bombardamento orbitale di fronte ai cancelli est ed ovest di Korintz, continente terzo, emisfero nord!” urlò il Colonnello nel microfono, dirigendo il messaggio all’orbita. Al microfono rispose una voce profonda: “Qui il capitano Cyron dell’incrociatore Gloria di Sanguinius. La informo che in caso di deviazione, i missili sfonderanno lo scudo, lasciandovi esposti al bombardamento nemico. Le chiedo di confermare la richiesta.”
Il Colonnello andò su tutte le furie. “Senta, mister superuomo. Io ho bisogno di qualche supposta formato titano del caos, e ne ho bisogno subito, perché non saprei cosa farmene di uno scudo protettivo se non ha più niente da proteggere! Quindi faccia in modo di dare alle sue maledettissime mega supposte il bersaglio giusto!” quindi chiuse la comunicazione. A quel punto sarebbe stato molto probabile che lo space marine indirizzasse i missili su di loro, invece che sui traditori, ma Kartman non diede segno di preoccuparsene. “Caricate, soldati, in nome dell’Imperatore!”

Cowboy cominciava a preoccuparsi. Tutto il fronte era impegnato in furiosi scontri alla baionetta, i titani erano quasi a ridosso delle mura ed i tre plotoni al suo comando avevano subito gravi perdite. Tuttavia non era nulla di tutto ciò a preoccuparlo. Era preoccupato per il suo cappello. Lo aveva perso un uno scontro corpo a corpo e non aveva avuto il tempo di recuperarlo. Nello stesso scontro aveva perso anche la mano sinistra, ma quello non gli importava affatto.
Mentre pensava a dove potesse essere, continuava a falciare eretici con il maglio ad energia, incurante delle ferite. Quando un sergente gli fece notare quanto fosse disperata la situazione, Cowboy fu costretto a scuotersi di dosso il ricordo del suo ex cappello, e con voce severa ordinò la ritirata. Mentre le sue truppe si ritiravano diciplinatamente fino alla seconda linea di trincee, la prima bordata proveniente dall’orbita si abbattè sui titani, che furono smantellati dalla potenza dei missili. Gli eretici, vedendoli cadere a pezzi, si fecero prendere dal panico, ed accaddero dei fatti davvero degni di nota: per citarne alcuni, un plotone d’armata Juniores massacrò un gruppo di venti ufficiali eretici ed una decina di Leman Russ degli eretici si impantanarono nel fango di uno scarico industriale. I Cadiani riconquistarono la prima linea di trincee con facilità, uccidendo gli eretici in fuga. “Abbiamo vinto!” urlò una Guardia a fianco al tenente. “Soldato, aspetta a cantar vittoria!” gli sbraitò in faccia Cowboy.
Pochi minuti dopo arrivò un’altra ondata, ancor più numerosa, di traditori, supportata da tre VCPU, carri ultrapesanti in dotazione alla Guardia.
“Dove avranno fregato quelle lattine corazzate?” si chiese il tenente, prima di venir colpito di striscio da un proiettile Requiem e cadere a terra svenuto.

Joker sputò sulla carcassa del titano a fianco a lui. I traditori erano morti o in fuga, non ne rimaneva uno che volesse conquistare il Cancello Sud. E chi lo avrebbe fatto, dopo che una dozzina di grattacieli era caduta loro in testa?
I tre plotoni che gli erano stati assegnati se l’erano cavata con poche perdite, mentre sembrava che al Cancello Est stesse infuriando una battaglia sanguinosissima.
“Veniamo a darvi una mano!” comunicò al tenente Cowboy, ma nessuno rispose.
Cacchio, quello schifo di microfono lo aveva piantato in asso.
Lasciò un plotone a difesa del Cancello ed aggirò le mura per cogliere di sorpresa le truppe nemiche. Sarebbero spuntati dietro al nemico. Quello si che era un bellissimo scherzo!

Anche al Cancello Ovest i titani erano ridotti a relitti fumanti ed i fanti nemici erano in fuga. Il Colonnello ricevette una comunicazione dal Cancello Est che lo informava di un nuovo attacco.
La cosa più preoccupante era la presenza di tre VCPU, e decise di lasciare due dei quattro plotoni a sua disposizione a guardia del Cancello Ovest ed andare con il 7° e l’8° plotone a dar man forte a Cowboy. I VCPU erano un problema, essendo quasi immuni ai colpi dei cannoni laser, ma il 512° sapeva come tenerli a bada.
“A tutte le squadre da sbarco: azione immediata al Cancello Est!”

Il sergente Biancaneve, della tredicesima squadra da sbarco guardò fuori dal trasporto aereo.
Le truppe da sbarco erano composte da veterani abilissimi nell’uso dei paracadute e delle armi speciali, ed il loro compito era atterrare dietro alle linee nemiche ed abbrustolire le chiappe ai nemici dell’Imperatore, distruggendo veicoli e fanteria indistintamente.
Il sergente Biancaneve era l’unico negro del reggimento, e comandava la squadra di lanciafiamme più agguerrita ed esperta che le truppe da sbarco potessero offrire.
Dalla feritoia vide la battaglia che infuriava, ed il loro bersaglio, patetici traditori, ma vide anche qualcos’altro, qualcosa di molto più interessante.

“Ragazzi, che ne dite se andiamo a distruggere un titano?” chiese alla sua squadra di veterani.
Si fece avanti Harrison, il suo migliore amico e soldato, e gli disse: “Biancaneve, credo di parlare a nome di tutti dicendoti che sei pazzo, che sarebbe un suicidio, che il Colonnello ti ucciderà, ma anche che sarebbe molto, molto divertente. Quindi andiamoci.”
“Bene, vado a fare quattro chiacchiere con il pilota.” Disse Biancaneve scrocchiando le dita.

Al colonnello vennero i brividi quando gli venne comunicato che il titano del Cancello Sud, quello abbattuto da Joker, si era rialzato con un’arma ancora funzionante ed era sotto lo scudo del formicaio. Nel bel mezzo di uno scontro corpo a corpo dovette richiedere un altro bombardamento orbitale, che avrebbe disintegrato lo scudo ma anche il titano, sempre se non avesse deviato, magari devastando la maggior parte della cittadella. Allora sarebbe rimasto ben poco da difendere.
Alzò un’attimo lo sguardo e vide un trasporto delle truppe da sbarco dirigersi verso il Cancello Sud.
Intuì subito che squadra era ed urlò di tutto nel microfono, soprattutto insulti ad indirizzo di Biancaneve, che però aveva spento il microfono. Quel pazzo sarebbe stato polverizzato insieme al titano.

Il 1° ed il 2° plotone, sotto il comando di Joker, si unirono alle truppe da sbarco e colpirono le retrovie dei traditori con la forza di un maglio ad energia. Due VCPU erano già stati fusi dai fucili termici delle truppe da sbarco quando Joker seppe del titano. Appena apprese la notizia, prese una pistola laser e si sparò in testa. Era meglio quello dell’ira del Colonnello.
Joker si era suicidato.

Biancaneve atterrò sul dorso semidistrutto del titano e abbassò gli occhialoni da orko sugli occhi. Quegli occhialoni erano appartenuti ad un lanciafiammista orko che Biancaneve aveva ucciso. Ricordava perfettamente il momento in cui gli aveva ficcato una granata nel colletto e gli aveva strappato via gli occhiali, prima di scappare a rotta di collo per evitare l’esplosione.
Attraverso le spesse lenti osservò il dorso del titano in cerca di varchi nella corazza, ma non ne vide.
“Che si fa, sergente?” chiese Harrison. A Biancaneve tornò in mente il colletto dell’orko e la granata che ci aveva fatto cadere dentro.
“Ci caliamo sotto la testa. Mi pare che là ci sia un’entrata. Poi entriamo nella testa ed uccidiamo i piloti. Le paratie stagne le apriamo usando i lanciafiamme.” La sua squadra aveva modificato pesantemente i lanciafiamme, che potevano essere usati anche come fiamme ossidriche. Usando dei rampini si calarono sotto la testa, e trovarono un’entrata.

Il Colonnello fu colto dalla disperazione quando vide Joker e Cowboy coperti di sangue e distesi fianco a fianco. Kartman corse dai due corpi, e controllò il polso ad entrambi.
Grazie all’Imperatore, erano vivi! Cowboy sembrava essere stato colpito da un proiettile Requiem ed aveva perso una gamba ed un braccio. Era quasi dissanguato. Joker era stato colpito da un colpo di laser alla testa , ed il Colonnello si chiese come mai fosse ancora vivo. Poi spostò il berretto da ufficiale e vide che il colpo aveva colpito una borchia di adamantio che il tenente portava come sostituzione per un pezzo di cranio. “Medico! Jallers, molla tutto e vieni!” urlò il Colonnello, ma la sua voce fu sovrastata dal boato di bombe provenienti dall’orbita. Lo scudo crepitò e si spense.

Biancaneve e la sua squadra erano arrivati a quella che sembrava la porta per la sala di comando, ma non riuscivano nemmeno a scalfirla con i lanciafiamme. All’improvviso tutto il titano tremò ed ondeggiò per pochi secondi. Solo dopo seppero che erano stati sfiorati da una bomba orbitale. Appena il titano si stabilizzò, la porta si aprì per lasciare uscire un servitore, forse mandato a controllare la gravità dei danni. Biancaneve lo seccò con un colpo di pistola laser, poi entrarono con le armi spianate nella sala comandi. All’interno li aspettava il Princeps corrotto, un tale ammasso di carne mutata, tentacoli e bocche zannute da non distinguere la testa dal corpo. Ed era anche uno psionico, come scoprirono quando li colpì con la forza del warp.
Le teste di due veterani esplosero come dei palloncini, coprendo i sopravvissuti di sangue. Biancaneve si lanciò alla carica e colpì alla cieca con la spada a catena, squarciando la carne corrotta dell’essere.
“Togliti, sergente!” urlò qualcuno da dietro. Biancaneve fu colpito da un poderoso tentacolo che lo mandò gambe all’aria e gli fece perdere la spada. Appena si rialzò vide Harrison arrostire lo psionico con il lanciafiamme. La bestia urlò di dolore e morì tra atroci tormenti.
“No! I miei occhiali!” urlò Biancaneve, vedendo che erano incrinati. Il titano barcollò e cadde di nuovo, questa volta per non rialzarsi più.

Il Colonnello sospirò quando vide il titano cadere. A quanto pare Biancaneve aveva fatto qualcosa di buono. “Quell’uomo ha più fortuna che giudizio.” si disse Kartman ripensando a come il titano era passato sotto la pioggia di missili indenne. La battaglia era finita.
Dalla cima di una barricata osservò gli eretici venire falciati dalle sue truppe. Non opponevano più resistenza, erano accerchiati e gli unici ripari che avevano erano i corpi dei loro caduti, ammonticchiati a centinaia di fronte al Cancello Est. L’assedio era terminato, ed alla luce dei fatti accaduti, avrebbe dovuto riorganizzare il 512°, partendo da Joker, che aveva lasciato passare il titano, e che avrebbe fatto meglio a morire per il colpo laser. Lo avrebbe degradato a sergente, come minimo. Biancaneve, invece, poteva considerarsi un uomo morto, sempre se non lo era già. Aveva fatto due volte lo stesso sbaglio: gli aveva salvato la vita, una volta uccidendo un lanciafiammista orko che lo stava per arrostire, e questa, distruggendo il titano. Se c’era una cosa che Kartman non sopportava, era dovere la vita a qualcuno, e se c’era una cosa che lo faceva imbestialire oltre ogni limite, era dovere due volte la vita a qualcuno.
“Steven, andiamo a tirare fuori quello svitato negro dal titano rottamato.” disse al vessillario.

“Colonnello, ha notizie dal Cancello Nord?” gli chiese Steven, preoccupato, vedendo alzarsi tantissimo fumo da lì. La battaglia non era affatto finita, e Biancaneve sarebbe restato chiuso nel rottame ancora per un po’.
“Sai, Steven, credo che richiederò un altro bombardamento orbitale…mi sono proprio rotto di cambiare il pannolino alla milizia cittadina, in fondo era compito loro difendere il Cancello Nord. Sempre se quell’incapace colosso di muscoli senza cervello del capitano Cyron non abbia nulla da ridire!”
“Colonnello, guardi che il microfono è ancora connesso con la Gloria di Sanguinius da quando ha richiesto l’ultimo bombardamento… avrà sentito tutto! ”
Kartman spense in fretta il microfono. “Va bene, niente più bombardamenti per oggi, agiremo alla vecchia maniera. Spostiamoci di qui prima che quel gradasso ci imbottisca di missili…e cerchiamo di riconquistare questo stramaledetto formicaio!”
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MessaggioInviato: Gio Nov 30, 2006 6:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

MAGLI IMPERIALI (in quel di Trieste)

Lysander non era convinto...
Gli astropati dell'Imperium avevano chiaramente dimostrato che la battaglia che sarebbe scaturita nel settore Triestinum BB 22-C era cosa già fatta, un flusso di odio sangue e violenza che avrebbero comunque portato alla vittoria il suo Capitolo: I Magli Imperiali.
"Non mi muoverò dalla Madre Terra neanche se tornasse Horus" disse a denti stretti..." troppo venne perso ed Sacro dovere Mio e del mio capitolo proteggere i Sommi Signori della Terra e il dio imperatore!"

"Tuttavia"-lo interruppe Lord Macragge poggiando il potente maglio sulla spalla rivestita della chiara armatura-"In tempi duri è necessario effettuare scelte dolorose."

Il Capitano Lysander sussultò: in millenni di difesa e dure battaglie ai confini della Terra aveva veduto il possente Marneus Calgar solo un paio di volte e mai, mai avrebbe creduto che tale stimato eroe un giorno gli avrebbe rivolto parola nè tantomeno toccato con un gesto così intimo ed informale.
La situazione non doveva essere così semplice...

"Sappiamo per certo"-proseguì Lord Macragge-"che in quel vicino settore a breve si scatenerà il finimondo! gli astropati sbagliano, il mio istinto no.
E' come se La mente dell'alveare avesse oscurato le realtà che giungeranno in quel luogo...non solo Xenomorfi, anche Alieni, eretici e probabilmente altri Capitoli Confratelli hanno già iniziato a muoversi.
Non voglio lasciare soli i nostri compagni in un momento tanto critico."

"Comprendo, mio Lord. Al momento tuttavia gran parte della mia 1a compagnia è impegnata ad eradicare una grossa Waagh di Orki presso Naoniscus nel settore città-formicaio Safarà-26.
Dovremo fare a meno dei supporti pesanti."

Lord Macragge sorrise, come se per i possenti Magli Imperiali non avere a disposizione un paio di Predator o Wirlwind fosse un problema...

Osservando l'espressione del grande eroe, Lysander lo apostrofò con orgoglio:" Vorrà dire che i nostri cannoni d'assalto canteranno inni all'Imperatore più alti del normale"

"Buona risposta"-concluse Marneus-"e onde poter avere un contatto diretto con i vostri teletrasporti un confratello proveniente da Fenriss vi affiancherà"

A tali parole un rumore sordo di lamiere e ingranaggi antichi si udì nel medesimo momento in cui apparve oltre la balaustra la possente figura di un dreadnaught.

"Confratello Loki ,che per conto del Santo padre Logan Grimnar ci fu affidato per riparazioni nella vicina Marte, ora è pronto. Giungerà nel settore assieme a voi in una capsula appositamente costruita quindi, dopo le dovute manovre di sbarco nel luogo, raggiungerà il suo capitolo nella gloria della Battaglia."

"Santo Imperatore"-disse il capitano Lysander-"anche nella veglia ci proteggi con i tuoi magnifici doni."...poi , proferito un regale inchino verso Lord Macragge , aggiunse:
"Nessuno, nessuno , per tutto ciò che è sacro e vero, sconfiggerà mai i Magli Imperiali sul settore Triestinum! Il Capitano Lysander è pronto a sacrificare la sua vita, anima e spirito finchè giustizia non venga conseguita!"

A queste parole attorno all'imponente figura del capitano, rivestita nell'antica armatura terminator e col Pugno di Dorn in mano, comparirono dal nulla e senza alcun rumore altre 19 armature simili.

"Codicista Alphonsus , affido a te le ultime volontà della squadra. Figli di Dorn! preparatevi al sacrificio!...questa domenica I Magli Imperiali scenderanno in campo!"

A tali parole si levò un'ovazione sincera...sarebbe stata una bella giornata.
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"Quando un corpo è arturiano, che ti frega?"
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