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Alfogro
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MessaggioInviato: Mar Dic 05, 2006 4:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

BG ORKI DI NAZDREG , KLAN DELLA LUNA KATTIVA:

"Ztate zbagliando!" disse Nazdreg con voce rauca , rivolto ai numerosi pivelli dalla pelle chiara davanti a sè.
"La mia pzikologika mente mi dize ke la waagh zarà fruttuoza e zenza alkun perikolo x noi della Luna Kattiva! Anke il famozo Snikrot verrà a darci una kela durante la battaglia, gli è ztato kommissionato da Eliorko del Kulto della Velozità , ke di quezte koze ne sa!
Da ezt arriva anke il Kognato del Kaoz kon i zuoi tezki Rozzi!
Non diko di afere a fianko il pozzente bozz Kazkhull Trakka...ma poko zi manka!"

I pivelli rumoreggiarono ancora un pò...la nave sgangherata con la quale erano fuggiti da pochi mesi alla Caduta di Medusa V era al limite delle capacità orkoidi...senza carburante, cibo e cose da fare...e gli orki più grossi iniziavano a giocare nervosamente a "Skiaccia lo sgorbio sul muro".
Nazdreg, che ancora doveva riprendersi appieno dagli sberloni subiti a causa dei Marine giunti su quel mondo morente, voleva tuttavia ritornare ai fasti di un tempo e solo a caso un Mekkaniko della sua nave (la "Betty") aveva intercettato un messaggio lanciato nello spazio...
"venerdì 08...torneo...premi, cibo...sberle...divertimento"

Il cervellino per metà bionico dell'Orko iniziò a sprigionare elettricità in eccesso mentre cogitava come al solito i possibili sviluppi di quella che lui vedeva solo come un'opportunità fornita da Gorka&Morka.

Quindi non ci fu da stupirsene se, data la "felice" notizia ai suoi ragazzi che ancora stavano leccandosi le ferite, solo alcuni , i + "skizzati", lanciarono urla di approvazione x andare a menare le mani.
"Ztate tranquilli, zto giro non kommetteremo gli errori del pazzato...ho ztudiato a fondo la pzikologia e le tattike umane e ho kapito ke li umani, kattivi o boni ke ziano, hanno paura del valore orkezko e preferizkono zparare vigliakkamente piuttozto ke affrontare la noztra forza!"

Una frase tanto lunga fu capita da pochi..ma tutti annuirono guardando con sguardo ebete il loro boss che li conduceva a ricchezze o schiaffoni di volta in volta sempre maggiori...e comunque entrambe le cose erano ben accettate nella cultura della Luna Kattiva.


"Kozì-aggiunse con un sorriso che si allargava oltre la brutta cicatrice che lo sfregiava-ztavolta li battiamo zul loro kampo!"

Nazdreg puntò il suo braccio bionico verso una paratia della nave, lì c'era un piccolo sgorbio che stava sonnecchiando vicino ad un grosso pulsante rosso.
Tutti gli orki si girarono verso di lui aspettandosi qualcosa...lo sgorbio ricambio lo sguardo interdetto e iniziò a intimorirsi...vedendo che 100 orkoni lo stavano guardando...
non capendo cosa fare si limitò a fare lo sgorbio e iniziò a leccarsi le parti sporche, defecare sul posto e grattarsi contro la paratia...
Una fucilata di Nazdreg lo fece skizzare contro il bottone rosso che aprì la paratia.

Con una gran confusione e perdita di olio e sbuffi di fumo assurdi iniziarono ad uscire fuori due grossi veicoli, 1 leman russ demolisher e un basilisk della Guardia Imperiale. Entrambi i poveri veicoli erano in uno stato pietoso, mera ombra di uan gloria che non avrebbero mai più avuto.
Un cingolato del basilisk cadde a terra e schiaccio due orki...gli altri 98 guardarono NAzdreg ammutoliti.
"ZPARANO!" urlo Nazdreg con un grande sorriso e spalancando le mani come per ottenere una ovazione.
Il silenzio rimase a pervadere la nave.
"Zi Kapo...zparano zempre...e male" si azzardò a dire Aphunz il braccio destro di NAzdreg "koz'è ke kambia ztavolta?"

"E' ke kambia ke ztavolta li uziamo tutti quanti!" proclamò Nazdreg esaltato "zarà kome ezzere li guerrieri di Ferro del kaoz...zolo in verzione orki!
Voglio ke ogni zquadra zia armata di lanziamizzili, ke ziano + di 2 mi rakkomando!voglio ke zi uzino i burna kome ze dovezte ripulire la kakka di uno zguiggoth , voglio ke uziate pure l'uniko kamion rimazto come parata militare in zegno della grandezza del noztro Klan...Ah...e zto giro...vedete di uzare veramente anke lo zguiggoth che ci portiamo dietro da 35 anni...è ormai troppo fekkio x reggere altri voli, puzza, mugghiscea kazo e ze muore almeno pozziamo mangiarlo!"

Questa ultima parola fu sapientemente pronunciata da Nazdreg x riportare immediatamente il morale alle stelle.

"Zi mancia!" urlarono tutti gli orki all'unisono "Nazdreg è un krande KApo!"

La Betty intanto si avvicinava scassata e fumante in quel piccolo sistema di Asteroidi che veniva comunemente chiamato "Inner Circle"...
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"Quando un corpo è arturiano, che ti frega?"
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Elione
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MessaggioInviato: Mar Dic 05, 2006 11:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Klan Ascia rotza, facente parte dei COGLIORKI

“Hei!!! Snikrot!!!……KKRRRZZZZ…… Porta zubito kui …… ZZZRRRRKKKKK …… il tuo kulo mimetiko…… Ho bisogno di te!!! …… KKKRRRAACCKKKK”

Dagli sgangherati altoparlanti dell’enorme Roccia Orbitale del Kapoguerra Eliorko “Grozoztomako” Zuprakis, indiscusso tiranno dei Cogliorki, il klan del Kulto della Velocità più conosciuto nel settore Est dell’Imperium, l’annuncio risuonò gracchiante e malapena udibile; tutti però sapevano che quando il Kapoguerra utilizzava quell’oramai vecchio impianto tutti dovevano prestare attenzione e correre ad ogni suo comando.
E così fece anche Snikrot, kapo indiscusso dei Kommandos Tezkio Rotzo del Klan dell’Ascia Rotza.

Con un tonfo aprì le porte della sala riunione di Grozoztomako e si presentò al suo cospetto.

Snikrot non era molto accettato dagli altri pelleverde per il suo modo di interpretare la guerra… lui non faceva casino, non sbraitava e non correva all’impazzata contro il nemico. Snikrot e i suoi kommandos invece si muovevano furtivi nell’ombra senza far rumore e senza precipitarsi sulle prede, le colpivano alle spalle e, anche quando colpivano, lo facevano nel modo più silenzioso possibile.
Questo Grozoztomako lo sapeva ed era per questo che gli piaceva Snikrot (anche se non poteva farlo vedere agli altri orki in quanto avrebbe sicuramente perso la loro stima e soprattutto la loro paura nei suoi confronti).

“SNIKROT!!!”


urlo il possente Kapoguerra al suo arrivo…

“Dove diavolo ti eri kaciato? Ti afevo avizato dela riunione di ogi, dobiamo andare in kuerra kontro gli omi e mi zervono un paio dei tuoi ragatzi migliori per kombinar uno zkerzeto agli omi… Ho saputo poko fa ke zi uniremo ale fortze di altre due noztre armate,quele di Nazdreg ,del klan della luna kattiva e quele del kognato del kaoz kon i zuoi tezki rozzi…”

neanche il tempo di finire la frase e il grosso teschio che Eliorko usava per bere volò pericolosamente contro la testa di Snikrot, il quale sorprendentemente lo schivò e lasciò che si infranse contro la parete retrostante…

“Pozzente Grozoztomako”

disse Snikrot

“ztavo punendo uno dei miei ragatzi per aver dizubito ad un mio ordine… non potevo fermarmi zul più belo… per farmi perdonare farò meglio di kuanto tu kiedi, kaminero io ztezzo zul kampo di battaglia e mi porterò dietro i miei Tezki Rotzi…”


“Mmmh… ho un’idea…”

riprese Eliorko

“per rimediare al tuo ritardo scenderai tu ztezzo zul kampo di battaglia e ti porterai dietro i tuoi Tezki Rotzi!!! Zi, mi piace questa coza… faciamola!!! Eco coza faremo… noi ci aviciniamo kon kalma al nemico, cozi tu ai il tempo per fare il giro e distrarlo kon uno dei tuoi truketti. Apena vediamo ke hai fato qualcoza interveniamo anke noi e kominiciamo a bombardare gli omi kon tute le armi ke abiamo e koriamo verzo di loro… Zi, zi… mi piace proprio questa coza… Vai e preparati!”

“Kapo…”

riprese Snikrot…

“Z’è un problemino… kome tu bonizzimo zai a me li orki non kagano mai, zolo inzulti e zuffe… kome pozzo komandare una WAAAGGH…”

“TU!!! Ztupido kulo mimetiko…”

rispose alzandosi in piedi Eliorko e sbattendo la possente kela sul tavolaccio di ferro…

“Penzi ke io zia ztupido??? O gia avizato uno dei miei ragatzi migliori per akkompagnarti in kuzta koza… tu penza a fare il tuo laforo ke lui penzerà a dare kalci nel kulo ale trupe!!! E ora vai kazzoide!!! Mi zono roto di te!!!”

e dicendo questo fece un gestaccio a Snikrot e bestemmio finchè il kapo dei kommanods non sparì dalla sua vista.

Nel cuore della notte la Roccia Oritale di Grozoztomako atterrò sul suolo del pianeta centrale nella piccola zona di asteroidi conosciuta come “Inner Circle” che avevano deciso di conquistare… Appena stabilizzata a terra Snikrot e i suoi ragatzi scesero da un portello secondario e si allontanarono nell’ombra.
Mentre Snikrot richiudeva il portello sentì che l’impianto di altoparlanti aveva ricominciato a gracchiare…

“KKKRRAACCCKKKK…… ORKI!!! Zono io il voztro Kapoguerra ke vi parla…… ZZZAAAAKKKK…… ora faremo la guera agli omi…”


urla selvagge si levarono in tutta la Roccia Orbitale.

“Bazta!!! Mentekatti!!!…… KKZZAAAAAHHHH…… BAZTA!!!…… Ora, ke nezzuno di voi ridikoli…… CCSSHH …… pezzi di karne emeta un zolo grugnito o facia una…… RRRAAAAHHHKKK…… zola zuffa… dobiamo avanzare zenza fare rumore, in bataglia ferete kuitati dal…… KKKZZZHHHAAA…… mio migliore ragatzo, il Kapo Galakh!!!…… GGGHHHRRRRAA…… al…… GGGHHHKKKSSSSS…… ZUO zegnale zkateneremo tuta la noztra forza e violenza contro gli omi, ma zolo…… RRRAAAHHSSSS…… al ZUO zegnale… ki non obedisce proferà le mie zanne zulla karne!!!”

Come per miracolo tutta la Roccia Orbitale cadde in un silenzio irreale e gli orki cominciarono a sciamare sul nuovo pianeta.

Dopo un paio di ore tutti gli orki erano in posizione per attaccare ma il segnale di Snikrot non si faceva ancor vedere…

“Baztardo kulo mimetiko… dove diafolo zei finito…”


cominciò ad imprecare Galakh… Ma come per risposta un accecante bagliore illumino la zona dinnanzi alle sue truppe e un paio di secondi dopo un lacerante scoppio squarciò il silenzio…

Galakh cominciò a ridere e a gorgogliare dalla gioia della distruzione che poteva osservare e, issando lo stendardo del suo klan urlò…

“Avanti bruti baztardi!!!! Faciamo federe ai omi kome zi combatte!!! WAAAGGH!!!


A queste parole tutti i pelleverde di Grozoztomako risposero con possenti urla e rumori gutturali e si lanciarono in una carica caotica e furibonda contro l’avamposto imperiale…
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NELLA TETRA OSCURITA' DEL 41esimo MILLENNIO C'E' SOLTANTO... BIRRA!!!
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yashiro
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MessaggioInviato: Lun Feb 12, 2007 7:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

LA III GRAN COMPAGNIA DEI GUERRIERI DI FERRO DEL MASTRO DI GUERRA E PRINCIPE DEMONE BALTHAZAR


<<Comunicazione……………………….. 15478635M. 8R02
Richiedente……………………………. Manus Ferrus
Ricevente……………………………… Perturabo
Oggetto………………………………... Sbarco Istavaan V
Livello Sicurezza……………………… 78424.245M2RQ>>


<<# # Inizio Tramissione 15478635M. 8R02 # # >>

- Qui è Ferrus Manus che parla.
- Si. Fratello. Ci sono
- Bene, Fratello Perturabo. Siamo in rotta verso Istvaan V per estirpare alla radice il tradimento di Horus e dei suoi Lupi della Luna.
- Certo. Come da ordine del Sacro Imperatore scenderanno in prima linea le Mani di Ferro, comandate da te, fratello, assieme alle Salamandre di Vulcan e la Guardia del Corvo di Corax. In supporto ci sarò io con i Guerrieri di Ferro, assieme ad Angron dei Divoratori di Mondi, Alpharius della Legione Alfa e Konrad Kurze dei Signori della Notte.
- Cosi sia, fratello Perturabo. Per l’imperatore Immortale

<<# # Fine Tramissione 15478635M. 8R02 # # >>


Finita la comunicazione Perturabo, sorrise in un ghigno malevolo… nessun Marine dell’Imperatore sarebbe sopravvissuto allo sbarco.
Quel giorno fù ricordato come il “massacro di Istvaan V”, in cui le Legioni Traditrici si rivelarono e si allearono ad Horus.


Durante il massacro di Istvaan V, in cui le Legioni Traditrici provarono la loro lealtà verso Horus ed il loro odio verso il Falso Imperatore, Balthazar capì il suo vero destino, il destino di distruttore dell’Imperium


Balthazar al tempo era il Mastro di Guerra della III Gran Compagnia dei Guerrieri di Ferro, nonché fidato consigliere e campione di Perturabo.

<< Intercettazione Astropate…………………158.6847M.QAS1R
Luogo Intercettazione…………………….Nave Traditrice Guerrieri di Ferro >>


<<# # Inizio Tramissione 158.6847M.QAS1R # # >>

- Balthazar.
- Si, Primarca.
- È finita, avevamo l’Imperium nelle nostre mani, ma Horus, mio stolto fratello, è stato sconfitto.
- Ci ritireremo nell’Occhio del Terrore assieme alle altre Legioni devote al Caos?
- Si, mio fidato campione, ma da oggi in poi i Guerrieri di Ferro saranno sciolti.
- Perché mio Signore? Abbiamo bisogno di un grande condottiero come lei, Perturabo
- No, Balthazar, non è cosi. D’ora in poi tu rimarrai a capo della III Gran Compagnia e le nostre strade si divideranno. Ti concedo la libertà, Balthazar, utilizzala in degno modo. Cosi il Caos vuole, e cosi sarà. Ferro dentro…
- Ferro fuori. Addio Perturabo.

<<# # Fine Trasmissione 158.6847M.QAS1R # # >>


Con la morte di Horus l'assalto alla Terra cessò. I Guerrieri di Ferro si allontanarono, dirigendosi nell’Occhio del Terrore. In questo luogo corrotto Perturabo conquistò un pianeta, Medrengard; un mondo divenuto una fortezza imprendibile, costruita sul lavoro di milioni di schiavi...


Balthazar, invece, continuò a viaggiare al Comando della III Gran Compagnia, alla caccia dei Marines Lealisti ancora fedeli all’Imperatore.
Le sue imprese ed i suoi massacri in nome del Caos indiviso lo fecero diventare un prescelto dei Poteri Perniciosi, e cosi venne elevato al rango di Principe Demone.


Il nome della Terza Gran Compagnia della Legione Traditrice dei Guerrieri di Ferro, guidata dal Principe Demone e Mastro di Guerra Balthazar, era diventata ormai una maledizione lungo tutto l’Imperium, seconda solo al antico Primarca dei Lupi della Luna, Il Distruttore, Horus.

Balthazar, assieme ai suoi guerrieri, temprati dal fuoco di millenni combattuti sull’Occhio del Terrore, imperversa nell’universo, provocando il terrore, in nome del Caos Indiviso e di Perturabo, Primarca della gloriosa legione dei Guerrieri di Ferro.

Tutt’ora Balthazar, Mastro di Guerra della temuta III Gran Compagnia dei Guerrieri di Ferro, vaga con la sua flotta ai confini dell’universo, per coronare il sogno del proprio Primarca Perturabo…


… la distruzione dell’Imperium
_________________



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Coming Soon... Guardia della Morte?
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MessaggioInviato: Sab Feb 24, 2007 10:59 am    Oggetto: Rispondi citando

BG MANI DI FERRO (Space Marine)



La morte di un uomo è una tragedia. La morte di milioni di uomini, una statistica

Il respiro del marine si fece pesante, nemmeno la sua tempra poteva resistere a tanto. Si appoggiò sul fucile e respirò profondamente l’atmosfera rarefatta e intrisa del puzzo di sangue e morte. La trincea era ormai deserta, lui era forse l’unico superstite…ma non era solo: rumori di passi affrettati alle sue spalle, sordi ringhi, 2 Orki apparvero sbavando dalla curva della trincea. Le fauci delle creature morsero l’aria in segno di sfida e si lanciarono sul marine spara in pugno . Mantenendo la calma, il soldato prese il fucile e iniziò a sparare sulle bestie verdi. Un missile lo sorpasso, raggiungendo gli orki e disseminandone i resti per metri. Il marine si voltò e vide un dreadnaught con l’arma ancora fumante “chi è comanda qui?” ruggì la macchina con voce metallica in direzione dell’uomo “Dove sono i rinforzi arerei?” l’altro si limitò a puntare un dito al cielo, mostrando al vetusto l’enorme figura di una gigantesca nave da guerra classe Retribution, appena dentro l’orbita,ma talmente grande da occupare buona parte del cielo con la sua mole e da fare ombra a tutti gli sterminati campi del desolato pianeta.

A bordo della “Cromium Vanadoium ” la più grande e potente nave del Capitolo delle Mani di Ferro, l’ammiraglio Vecciolinus Stefandum si accendeva con calma un sigaro, aspirando profondamente. Vicino a lui stava un uomo sui 35 anni Franzillum, dal viso affilato e sbarbato, i capelli corti e scuri, gli occhi castani, alto, ben piantato “Si avvicini, D'orlandis” gli disse l’anziano ammiraglio puntando le orbite di ghiaccio su di lui “Ho letto tutto quel che c’era sui Codici, signore” rispose l’ufficiale, aveva la voce bassa e con una venatura calda,ma allo stesso tempo decisa. L’ammiraglio si lisciò la corta barba argentea, in attesa che il suo secondo riprendesse a parlare “E’ ora, compagno comandante” dichiarò infine “Si” concordò l’anziano “E’ ora”. Guardò in basso, nella piana, dove le luci della battaglia andavano facendosi sempre più rade “e’ pronto ad andare fino in fondo, compagno tenente?” domandò. Il giovane si passò una mano sul mento bianco “SI” replicò deciso “Sono pronto a tutto…mio ammiraglio, per il bene del capitolo” Stefandum sorrise “Sapevo di poter contare su di te.” Una voce proveniente dal sistema delle comunicazioni interruppe la risposta di Franzillum “Ammiraglio” gracchiò il microfono “La base dell’Imperium verrà distrutta in pochi minuti, che facciamo?” i due uomini si scambiarono uno sguardo “Andiamocene, MisterD'Orlandis” replicò secco il comandante “Per l'Imperatore!”.

Il marine fissò con aria neutra la figura dell’enorme astronave virare su se stessa e allontanarsi nell’immensità del cielo e alle sue orecchie giunse un lugubre canto funerario, come se qualche divinità gli stesse preannunciando la morte imminente. La figura della "Cromium Vanadium” era appena sparita nel buio della notte quando decine di Orki saltarono sulla trincea, attirati dall’odore umano.
Il marine appoggiò una mano sul fianco del Dreadnaught " Amico mio , abbiamo vissuto abbastanza".
"Semper Fidelis!" rispose mestamente l'antico Dreadnaught.
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MessaggioInviato: Sab Feb 24, 2007 5:01 pm    Oggetto: Guardia della morte: LA PIAGA DI GRULGOR Rispondi citando

Con umilta' mi permetto di postare la mia creazione.




L’INFAUSTO RISVEGLIO

Grulgor, principe demone di Nurgle, sedeva flaccido sul trono che da 3000 anni lo teneva imprigionato nella cripta del tempio di Tzeench. Con un inganno degno del signore del mutamento era stato attirato in quel posto per godere della giusta vendetta sui cugini caotici, ma la vendetta non era arrivata. Invece erano stati loro a godere di quella dolce soddisfazione, seppellendolo nella cripta e bloccando la porta con i loro sigilli. Gli anni e poi i secoli erano passati lenti mentre la sua rabbia cresceva e di pari passo la sua frustrazione. Ma sapeva che babbo Nurgle non lo aveva abbandonato e che prima o poi sarebbe uscito per portare pestilenze e malattie nel mondo degli umani. Qualcosa sarebbe successa e la sensazione che tale evento si sarebbe verificato presto era sempre piu’ forte. Quando il rimbombo di un’esplosione echeggio’ nel buio della sua prigione, un largo sorriso scoprì file di denti corrosi e macchiati. Un’altra esplosione e un filo di luce apparve su una parete. Rumore di trapani e il filo di luce divento’ sempre piu' grande fino a diventare una macchia. Il profilo di una figura umana si staglio contro la luce.

“BENVENUTI! CHE NURGLE POSSA PREGIARVI DEI SUOI PIU’ PREZIOSI DONI!”

Furono le parole che rivolse alle persone che entravano nella stanza con la sua voce cavernosa e irriverente. Impiego’ un attimo a leggere nelle loro menti chi fossero e cosa facessero li. E in un attimo percepi’ la loro gioia tramutarsi in terrore, un terrore da far esplodere i cuori. Era una missione esplorativa imperiale che stava indagando un sito archeologico rinvenuto per caso e che grazie ai piani del dio della pestilenza era stata guidata inconsapevolmente fino a lui. Improvvisamente l’aria sembro’ animarsi, milioni di mosche si alzarono in volo e si diressero sui malcapitati tecnopreti con una tale forza da strappare di dosso le tute protettive e poi la pelle e poi la carne, fino a lasciare le ossa bianche in vista, prima che tutto quello che era stato un essere umano, si sgretolasse al suolo putrefatto da millenni di odio represso.
Mollemente Grulgor sollevo’ la mole del suo corpo gonfio e putrescente dal trono. Brandelli di pelle marcia una pozza di icore restarono al suo posto, mentre il principe di Nurgle, preceduto dalle sue mosche, avanzava nel corridoio verso un’aria fresca e pura. La migliore aria da contagiare. Uscito all’aperto si voltò e vide a terra accanto all’ingresso il sigillo di Tzeench spezzato dai folli umani. Un fiotto di bile e di vomito acido uscirono dalla sua bocca e ricoprirono l’antico simbolo. In lontananza splendevano le luci di una citta’ Un nuovo mondo da infettare, nuove anime sofferenti per Nurgle, nuove epidemie per lui. Ma prima doveva verificare una cosa. I suoi sette accompagnatori, i prescelti che millenni prima erano arrivati con lui, erano caduti quasi immediatamente vittime dell’inganno di Tzeench. Aveva visto con i suoi occhi un campo di forza immobilizzarli e un campo di stasi avvolgerli. Probabilmente erano stati uccisi, ma nell’aria aleggiava un vago tanfo che dava a Grulgor l’impressione che loro fossero li in giro. Si accuccio’ nella posizione sacra a Nurgle e inizio ad intonare le 7 litanie della evocazione. Dai prati sali’ una spessa e fetida nebbia. L’erba e le piante ingiallirono e si seccarono immediatamente mentre il terreno nudo poco avanti comincio’ a ribollire, trasformato una pozza di pece. Dall’infausto stagno, lentamente sette enormi figure con indosso delle armature terminator che vagamente ricordavano quelle degli astartes, uscirono sgocciolando il denso liquido nero.

“AMMETTO CHE DOVREI PUNIRVI PER COME VI SIETE FATTI FREGARE DAI MAGHI, MA E’ PASSATO TANTO TEMPO ED E’ UN PIACERE IMMENSO RIVEDERVI! … DIREI CHE E’ ORA DI ANDARE A DIVERTIRCI”

Come delle iene affamate che hanno visto una carcassa, i marines della peste e il loro signore sorrisero sinistramente e guardarono in direzione della citta’.

Nei mesi che seguirono Grulgor e i suoi prescelti evocarono un’epidemia che decimo’ la popolazione di quel pianeta. Il contagio si diffuse talmente in fretta e con tale violenza che nel profondo warp un’entita’ immonda sorrise compiaciuta e il suo sussurro riecheggio’ nell’immaterium:
“BENTORNATO MIO FEDELE”

Ben presto alcuni vascelli devastati emersero nelle vicinanze del minuscolo pianeta. Al loro interno i figli di Mortarion pregavano il loro Padre Primarca e il loro Dio Nurgle per ricevere i doni della loro benevolenza. Tra poco sarebbero sbarcati su quel minuscolo pianeta. Tra poco TRST I avrebbe conosciuto la ferocia della Guardia della Morte.
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MessaggioInviato: Ven Mag 04, 2007 8:38 pm    Oggetto: BG Lupi Siderali CARUSO Rispondi citando

Dopo la Guardia della morte, ecco i miei amati figli di Russ! Buona lettura!


FOLKBJORN

Folkbjorn camminava lentamente nel lungo corridoio. Luci artificiali e fiaccole di legno e resina illuminavano nicchie in cui erano depositati antichi trofei. Passando accanto ad una di queste nicchie, si fermo’ ad osservare una spada tenuta in una cella di stasi. La lama era nera. Cosi' nera che nessuna luce riusciva a riflettersi, anzi, pareva esserne risucchiata come da un buco nero. Man mano che si avvicinava all'antica arma, sentiva una forza crudele crescere. Il potere del demone addormentato imprigionato nella spada, si faceva sentire per attirare qualcuno che lo destasse e lo nutrisse con sangue. Folkbjorn era totalmente assorto nell'osservare l'arma, ma i suoi sensi super sviluppati lo avvisarono della vicinanza di qualcuno. Con un ringhio si volto' di scatto e si trovo' di fronte al suo capobranco: Ragnar Blackmane.
Nonostante avessero combattuto 250 anni di battaglie assieme, nonostante Folkbjorn fosse la prima delle guardie personali di Ragnar, restava sempre meravigliato dalla sua capacita' di avvicinarsi a chiunque senza essere notato.
I due si guardarono negli occhi per alcuni istanti, poi il capobranco racconto di come quella spada fosse stata molto vicina a staccargli la testa dal collo. Era brandita da un principe demone di Khorne, un antico confratello che aveva tradito millenni prima, corrotto dai doni del dio maligno. ma il fendente del demone aveva mancato di pochi cm la gola di Ragnar, e la sua risposta aveva tranciato il braccio che brandiva quella spada. Il demone si era piegato su se stesso, Ragnar lo sovrastava, e con un colpo di Lama del Gelo, lo aveva finito. Ed ora quel trofeo era li, nei profondi corridoi della Zanna.
"Ci sono ordini per te, una missione ti aspetta, seguimi alla sala del branco"

Pochi minuti dopo Ragnar e Folkbjorn erano nella sala del branco, la versione ridotta della Sala del Grande Lupo che si trovava piu' in alto nella Zanna e in cui era custodito il Grande Annulus, il cerchio di pietra con la gerarchia di tutto il capitolo.
"L'Inquisizione ha chiesto la nostra collaborazione. E' stata ritrovata una base abbandonata dall'Adeptus Mechanicus molti millenni fa, poco dopo l'eresia. Purtroppo la base e' corrotta. Un culto del caos si e' insediato al suo interno. L'inquisizione vuole entrare a fare pulizia, ma e' preoccupata dalla presenza di alcune unita' Xeno. Il tuo compito sara' guidare una forza di fratelli a coprire le spalle di quei petulanti invertebrati che si credono i padroni dell'impero! Se dovessi ingaggiare gli Eldar, fatti onore e dimostra all'inquisizione come si combatte. Tutti i dettagli ti saranno trasmessi via neurale durante il viaggio.
Folkbjorn si congedo' dal suo capo e si diresse alla sua cella per prepararsi alla missione. Recito i salmi all'imperatore e Russ mentre preparava le sue armi. La forza di lupi sarebbe stata composta da un branco di lupi grigi comandati da fratello Hrut, una guardia del lupo esperta. Fratello Gudmund avrebbe controllato un branco di agitati Artigli insanguinati. Fratello Hakon, un Dreadnought dall'esperienza incommensurabile, lo avrebbe affiancato al comando, mentre Fratello Ingvar, un altro Dreadnought, avrebbe fornito il supporto di fuoco a distanza. Un branco di artigli su moto sarebbero stati la sua personale guardia, assieme ai quali doveva sfruttare la velocita' per colpire il nemico ai fianchi, affiancato da due speeder armati con cannoni d'assalto. Un messaggio consegnatogli mentre era in cella, lo avvisava che arrivati a destinazione avrebbero trovato dei Lupi Solitari che da molti mesi stazionavano sul pianeta.

Il mattino seguente i figli di Russ si riunirono al boccaporto di imbarco della Thunderhawk, pronti a salire. Venne distribuita birra e preghiere e lodi si levarono verso l'Imperatore e verso Russ. Il viaggio nel warp sulla fregata messa a disposizione dall'inquisizione fu tranquillo e nel giro di pochi giorni Folkbjorn e i suoi lupi arrivarono a destinazione Proprio mentre una prima squadra sbarcava nella zona assegnata, gli scanner rilevarono l'avvicinarsi di contatti ostili. In quel momento le forze dei Lupi sul pianeta erano ancora deboli, ma Folkbjorn non si perse d'animo. Ordino ai due branchi e a Fratello Hakon di imbarcarsi sulle capsule e di prepararsi ad un assalto dal cielo.
Accendendo la sua moto da battaglia adorna di pelli di lupo e teschi, il suo sguardo si poso' sui boschi dalla parte opposta alla radura. Sapeva per certo che la in mezzo i Solitari attendevano il momento migliore per colpire il nemico alle spalle. Con un sibilo la sua Ascia del Gelo si accese. Folkbjorn si ricolse ai fratelli vicino a lui: " il momento e' arrivato! Russ ci osserva, l'imperatore ci protegge! Fate vedere a quella feccia Xeno chi sono gli abitanti di Fenris. Fratelli miei, voglio che i due Speeders muovano sul fianco dietro quella collina per prendere di infilata quel falcon, con il fuoco dei cannoni automatici. Fratello Ingvar, cerca di bloccare quello Spettrocustode con il tuo laser! Quanto a voi, miei giovani compagni, seguitemi! PER RUSS!!! PER IL TEMPO DEL LUPO!!!!! Folkbjorn parti veloce, seguito dagli artigli che ululavano di gioia per la battaglia. Una nube di fumo li nascose alla vista, mentre dal cielo le capsule scendevano veloci seguite da una lingua di fuoco....
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MessaggioInviato: Lun Mag 07, 2007 6:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

ecco il mio Bg per i tiranidi

“comandante......abbiamo un problema”. fu questo che il comandante Beppes del quinto plotone del terzo reggimento del decimo cadiano si sentì dire quando fu svegliato di soprassalto per ordine dell’ sommo astropata.
E le prime parole che lui disse suonavano quasi come un motto”possiamo parlarne con calma,magari dopo colazione “.Ma in questo caso la recluta è stata più determinata dei soliti standard e non lasciandosi per nulla intimorire disse “non c’è tempo per clazione il sommo astropata la vuole vedere Ora .ha detto che in questa faccenda potrebbero essere coinvolte un paio di razze xeno”.Sentite queste parole il commandante sbianco e corse ,urlando odini a destra e a manca,dal sommo astropata.Prima di entrare nel enorme tempio che era la sede del cultum astropaticum si concesse il lusso di guadare il celo e rivolgere una preghiera all’ imperatore.
l’ alba era rossa,e questo su Naoniscus(che era nel sistema Podenonis)non era normale,anzi.C’è addirittura una laggenda che dice che un’ alba rossa sia presagio di enormi spagimenti di sangue.Ma lui non aveva tempo di pensare a queste cose,ed entrò.lo scenario che si presentò davanti fù veramente mpressionante.decine e decine di psionici che tentavano di inviare richieste di aiuto nel warp,e perfino il sommo astropata era con loro,ma quando vide il comandante si alzò e disse “oggi non c’è tempo per la sottile retorica comandante “.”strano”pensò il comandante”lui ama non farsi capire”. il sommo astropata riprese“abbiamo intercettato una comunicazione eldar che ordinava un’ attacco per ....fra circa 25 minuti” sentito questo il capitano sbiancò in volto e cominciò ad urlare ordini a destra e a manca ,ma fù subito interrotto dal sommo astropata “ma il vero problema non è tanto questo,anzi”sentito questo il capitano si sentì veramente male;com’ era possibile che ci fosse qualcosa di peggio di un invasione eldar ,senza avere fatto neanche colazione ,oltretutto???.e per mascherare la sua paura disse”prego sommo astrpata Veccius mi dica quale è il vero problema,”.”il messagio inviato da quello che è stato identificato come il temuto veggente F’ranzhamr dieva così (dopo avre distrutto il Principe demone D.vidè ed avre assicurato algi eldar il conrollo del mondo b’shadà(che nella nostre lingua vuole signficare Rabbia,ed abbiamo identificato questo pianeta con il mondo Giocoliensis)ci dirigiamo verso Naoniscus per hkgvzvsgergfusfdgfgdaso<dbf..................”il problema è proprio l’ ultima parte del messaggo,quella dove non si capiva nulla.Beppes non era uno psionico,ma sapeva qul’ era l’ unica cosa che provocava intrferenze e collassi nella comunicazione warp.Alzo gli occhi al celo e,dopo aver imprecato un paio di volte disse”Tiranidi”e imprecò di nuovo.Poi disse “sapete dirmi per che giorno è previsto l’ arrivo dellaa bioflotta?”la risposta fù la cosa più rassicurante che sentiì il comandante per il resto della sua vita,che peraltro sarebbe duata 22 ore,come il tempo che li separava dall’ arrivo della bioflotta.poi chiese”e gli eldar, che fine hanno fatto?”.la risposta fù molto meno rassicurante ,infatti il sommo astropata Veccius disse”dissolti nel nulla”.
dopo questo breve colloquio al comandante Beppes era passata del tutto la fame,e passò la giornata a sputare ordini a destra e a manca,dicendo di prepararsi per quella che sarà la più importante battaglia di Naoniscus.22 ore dopo arrivarono e il comandante Beppes capì che non potevano neanche solo pensare di opporsi con una qualunque velleità di succeso solo quando vide negli occhi il tiranno dell’ alveare. i suoi occhi erano freddi, gelidi e affamati, molto affamati.
l’ultima cosa che il capitano Beppes disse fù “SPARATE , SPARATE A QUEI BASTARDI”poi da un mostro grosso quanto un titanopartì un colpo di qualcosa che corrose il corpo del malcapitato ed il capitano Beppes non fù più.
Circa sei mesi dopo l’ assalto tiranide a Naoniscus l’ inquisitore Embriacus atterrò sul enorme sasso,che un tempo era stato un verdeggante pianeta ,e disse “questa è opera dei tiranidi , ma la bioflotta non è possbile riconoscerla dai vieocodex.Di certo è grande almeno quanto la Kraken “.Improvvisamente dalla squadra ricerche dell’ inquisitore partì un grido di gioia,essi erano infatti riusciti a trovare delle immagini dei tiranidi.e anche un nome da dare a questa bioflotta sconosciuta.La bioflotta fù rcordata come Mix(che nella lingua di naoniscus vuol dire Apocalisse)e fino ad ora nessuno è mai riuscito neanche a rallentare la sua corsa.
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Ricorda per sempre il 5 novembre giorno della congiura delle polveri..... V

2 sono le cose infinite:l' universo e la stupidità umana....e non ero sicuro di poter dimostrare la prima Albert Einstein
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MessaggioInviato: Mar Ago 21, 2007 7:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Pubblico qua il BG creato per il torneo urban del 25 agosto.

SIGNORI DELLA NOTTE

L'esarca Lauthelias avanzò con cautela tra le rovine della città. Settimane di bombardamenti l'avevano ridotta ormai ad un cumulo di macerie e solo le strutture più possenti rimanevano ancora in piedi, come scheletri di gigantesche balene su un paesaggio desolato. La squadra di guerrieri scorpione era l'avanguardia di una forza Eldar con il compito di recuperare un potente manufatto, una spada demoniaca che racchiudeva un antico demone e che era conservata nelle cripte della città, alle quali si accedeva attraverso il Tempio dell'Artefice, la colossale torre fino a poco prima sede della tecnogilda che governava quel mondo per conto del dio-macchina venerato dai tecnopreti. L'Adeptus Mechanicus ignorava l'esistenza delle cripte e della spada, tuttavia questa non era stata una giustificazione sufficiente affinchè venissero risparmiate dalla distruzione: il potere corruttore del Caos non va sottovalutato e, come dicevano gli inquisitori shim-maigh, l'innocenza non prova nulla. Ora però bisognava fare attenzione, le divinazioni del veggente Taraq avevano segnalato un pericolo incombente, ma di ignota provenienza. Quale essere vivente avrebbe potuto d'altronde scampare alla distruzione della città? Senza farsi troppe domande, che erano pericolose, Lauthelias continuò ad avanzare, ormai il Tempio non distava più di trecento metri.

L'avvisaglia che qualcosa non andasse per il verso giusto il Taraq la ebbe quando, all'improvviso, perse il contatto mentale con uno degli stregoni che guidavano l'avanguardia, ed estendendo le proprie indagini psioniche non riuscì a localizzare neanche la squadra di guardiani che lo accompagnava. Con un impulso della propria mente ordinò allora a Lauthelias di investigare.

Con circospezione, i guerrieri scorpione si avvicinarono all'edificio dove aveva era stata avvertita l'ultima presenza dei loro fratelli. Si trattava dei resti di un mastodontico palazzo, appartenuto probabilmente a qualche nobile locale. Appena entrati in quello che doveva essere stato un magnifico salone, ai guerrieri d'aspetto si presentò una scena agghiacciante: i resti della squadra di guardiani erano stati brutalmente impalati, e lo stregone giaceva a terra, trafitto dalla sua stessa spada. Lauthelias ebbe a malapena il tempo di lanciare l'allarme quando una pioggia di proiettili sommerse la sua squadra, lasciando sul terreno molti valorosi guerrieri. L'esarca riuscì a nascondersi, ma venne aggredito da una figura enorme. Un elmo con enormi ali da pipistrello ne celava il volto, e delle saette blu elettrico decoravano l'armatura potenziata. Fratello Laconfir, che non riuscì a scansarsi, venne tagliato in due dagli artigli potenziati del luogotenente, mentre Lauthelias rotolava a terra, colpito da un calcio che gli aveva fracassato il cranio. Negli ultimi istanti di vita, capì di essere caduto in un'imboscata tesagli dai Signori della Notte.

Lord Kardon, il principe demone che guidava i rinnegati, ordinò con un gesto ai suoi legionari di colpire. Poveri Eldar, se avessero saputo che tutto quanto era stato orchestrato per poterli colpire dove erano più deboli! Gli Eldar ignoravano la presenza sul pianeta dei marine, anche loro impegnati nel recupero della spada, e Kardon aveva saggiamente scelto di aspettare che quei deboli esseri entrassero in profondità nella città, ambiente in cui i Signori della Notte regnano incontrastati. Le forze del Falso Imperatore che presidiavano la città erano state spazzate via dai bombardamenti degli alieni, e approffittando della loro velocità in quell'ambiente i rinnegati si erano rapidamente introdotti tra le rovine dell'antica capitale, preparando un'imboscata.

Taraq vide emergere rapidamente da cumuli di macerie il massiccio profilo degli obliteratori. Prima che i piloti delle vyper avessero il tempo di voltarsi, gli eleganti veicoli vennero ridotti a dei rottami fumanti. I guardiani vennero investiti dai colpi di requiem pesanti esplosi dai distruttori che si erano pazientemente appostati per giorni, e chiunque fosse colto allo scoperto venne crivellato di colpi. Dalle rovine emersero i Signori della Notte, armati di spade a catena, e il cielo si oscurò quando sugli Eldar sopravvissuti piombarono le furie del Caos. Le Banshee controcaricarono i rinnegati, ma molte vennero bruciate dai lanciafiamme appena osarono affaccirsi da dietro i ripari, e le superstiti non ebbero scampo di fronte ai magli potenziati crepitanti di energia. Mentre i suoi fratelli venivano sopraffatti senza pietà, Taraq venne caricato dalla bestia che comandava i suoi nemici: era alta almeno cinque metri, possedeva braccia grandi come degli affusti di cannone e, nonostante la mole, si muoveva velocemente. Troppo velocemente. Piombò addosso al veggente in un attimo: il primo fendente venne parato grazie agli antichi poteri della lama psionica, ma l'Eldar venne scaraventato a terra. Prima che potesse rialzarsi, il principe demone lo afferrò e, senza neanche dargli il tempo di urlare per il dolore, lo stritolò, spezzandolo in due.

Kardon alzò la testa soddisfatto, mentre i suoi legionari terminavano l'opera. Oramai nessuno si sarebbe frapposto tra lui e il manufatto demoniaco.
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Uccidi! Dilania! Brucia!


L'ultima modifica di Cappe il Mer Ago 22, 2007 6:49 am, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Mar Ago 21, 2007 10:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

UNA NUOVA SETTA


Nel 535.M41, la terza sfera di espansione dei Tau era già iniziata, ma l’impero necessitava di nuovi guerrieri e quindi si incominciarono a fondare nuove sette, e una tra quelle era la setta di Meta’ro: ostentava come colori l’oro e l’argento, ed era specializzata nei combattimenti con le rapide e letali armature de combattimento Crisis, le lenti ma potenti armature Broadside e le micidiali cannoniere Hammerhead.
Il futuro comandante dell’esercito della neonata setta Meta’ro, Gus’to, dopo aver superato brillantemente l’addestramento, aveva dato subito prova della sua abilità e del suo coraggio sul campo di battaglia. Nella battaglia sul pianeta Kelbek, occupato da una Waaag! di Orki, l’orda verde si ammassava su quello che era l’unico e stretto passaggio per l’accampamento dei Tau: Gus’to prese l’iniziativa e astutamente occupò l’entrata con la sua squadra di guerrieri del fuoco. Gli Orki, non essendo adeguatamente protetti contro le armi ad impulso, caddero in gran numero e i loro grossi e verdi cadaveri si ammassarono sotto l’incessante fuoco di sbarramento nemico. Ciò rallentò la loro avanzata e permise al nuovo comandante di aspettare rinforzi.
Dopo questo episodio, che fu determinate per la vittoria dei Tau, il comandante di allora, Pier’na, propose a lui e a tutta la sua squadra di entrar a far parte dei team di armature da combattimento Crisis, avendo dimostrato il loro coraggio affrontando centinaia di Orki da soli e senza il prezioso fuoco di supporto di armi pesanti. Gus’to iniziò così la sua carriera per diventare comandante supremo, lo Shas’o.
Molti anni dopo, Gus’to partecipò a numerose battaglie vestendo l’armatura Crisis, salendo di grado e provando più volte il suo valore in battaglia fino a diventare comandante della setta di Meta’ro, protetto dalle sue guardie del corpo formate dai vecchi compagni che lo aiutarono nell’impresa contro gli Orki di molti anni prima,
La setta di Meta’ro si ingrandì a tal punto da giocare un ruolo assai importante nell’espansione della terza sfera, e con la sua incredibile potenza di fuoco rispetto alle altre sette, si specializzò nei combattimenti contro unità molto resistenti quali Space Marine o Space Marine del Caos. Contro questi ultimi Gus’to combatte una dura battaglia. Aveva scelto come prossimo pianeta da consegnare ad Aun’va Boxotus, un Mondo Formicaio conquistato recentemente dai Caos.
Scese a terra a bordo dei splendidi e scintillanti incrociatori Manta, che trasportavano le sue truppe e offrivano un ottimo fuoco di supporto in caso di imboscata. Mandò in avanscoperta esploratori in armatura da combattimento Stealth, che tornarono sconvolti da ciò che avevano visto e il loro rapporto fu agghiacciante: “Comandante, abbiamo visto cose terribili: gli abitanti di questo pianeta vengono trucidati e torturati dai perversi Space Marine del Caos, gli edifici vengono corrotti dalle forze oscure e le strade sono invase da migliaia di demoni”.
Il comandante rifletté sulla strategia che lo avrebbe portato alla vittoria, e dopo pochi minuti espose il suo piano: prevedeva di seguire il Mont’ka, posizionare le Broadside sugli edifici e usare i guerrieri del fuoco come esca per attirare il nemico in trappola. Dati gli ordini, Gus’to supervisionò personalmente la pericolosa ma efficace tecnica di caccia, ma commise l’errore di sottovalutare le forze corrotte dal male. Al momento di aprire i fuoco sul malcapitato contingente di Caos intrappolato, un altro contingente di Caos sorprese i team di Crisis e guerrieri del fuoco che stavano pattugliando le strade. Dopo un sanguinoso combattimento in cui quasi nessun Tau sopravvisse, un’armatura da combattimento riuscì a fuggire ed a avvisare il comandante del pericolo imminente, informandolo anche del supporto di Predator e Land Raider. Allora Gus’to decise di spostare più in alto i combattimenti, occupare una posizione elevata e sconfiggere il nemico con la loro elevata potenza di fuoco. Gus’to richiamò l’esercito ai suoi ordini dentro quelle rovine che offrivano una buona copertura soprattutto alle lente Broadside che potevano bersagliare facilmente i nemici dall’alto. Le veloci Crisis e le cannoniere Hammerhead avevano il compito di tenere impegnato il nemico con rapidi attacchi Mordi e Fuggi.
Quando arrivò il momento dello scontro, le truppe di Gus’to appostate sugli edifici e nelle strade dovettero assistere ad uno spettacolo terribile: uomini in armatura metà umani e metà demoni, carri che assomigliavano a bestie nere e spinose, orde di orribili demoni che venivano continuamente evocati del pericoloso e terribile warp. In lontananza due torreggianti titani corrotti dal Caos avanzavano distruggendo gli edifici davanti a loro come se fossero castelli di carta. Gus’to decise di concentrare il fuoco sui due titani, ritenendo fosse meglio ingaggiarli con i colossali Mantha, appositamente costruiti per affrontare quelle enormi macchine micidiali; i team di Crisis e le Hammerhead avrebbero impegnato le orde di fanteria nemica. Infine le Broadside si sarebbero occupate dei carri, per eliminare il fuoco di supporto nemico. La prima ondata consisteva in orde di demoni e Predatori che vennero facilmente spazzati via dai cannoni a raffica delle crisis e dai cannoni a rotaia delle hammerhead. Le armature da combattimento e i guerrieri appostati negli edifici subirono molte perdite per opera dei titani; le broadside infine danneggiarono e distrussero un consistente numero di Predator e di Land Raider. Dopo svariate ore, la battaglia si fece più intensa e le truppe del Caos si avvicinavano sempre di più alle crisis e le hammerhead erano in difficoltà per l’enorme resistenza dei titani. Ma ad un certo punto la battaglia prese un’altra piega: i Mantha arrivarono.
Con i loro micidiali missili a ricerca progettati su misura per i titani e i cannoni a rotaia potenziati distrussero i titani dopo continue ed incessanti scariche di centinaia di missili e proiettili particellarmente accelerati. I colossi di ferro caddero fragorosamente sui palazzi e sul resto dell’esercito, provocando molte perdite non solo fra i nemici, ma anche agli aeromobili, che vennero schiacciati in gran numero. Quando la battaglia sembrava ormai volgere al termine in favore dei Tau, in mezzo alla piazza principale, dove era appostato Gus’to, comparve il comandante dei Caos, che con una risata agghiacciate disse:”Morite maledetti, non mi avrete mai!”
Sul terreno si formò una croce cremisi ad otto punte e il comandante si levò in aria come per magia attraversato da un luce rossa. All’improvviso esplose a mezz’aria e dal centro della croce uscì dai meandri dell’inferno stesso un’orribile creatura:il comandante si era sacrificato per la divinità. Era alta sei metri, color rosso sangue, la testa per metà umana e per metà bestiale, con due gradi ali nere come la pece che sbatteva fragorosamente ed impugnava una gigantesca ascia bipenne: era il Divoratore di Anime.
Il terrore si diffuse rapidamente tra le truppe di Gus’to che cercò immediatamente di incoraggiarle dicendo: "Per il Bene Superiore concentrate tutto il fuoco su quella bestia demoniaca! Non lasciatevi prendere dal panico, gli Eterei sono con noi!”. A queste parole di Gus’to l’esercito iniziò a sparare con lo scoop di rispedire quella creatura da dove era venuta.
Le broadside e le hammerhead si concentrarono solo su di lei, ma la bestia continuava ad avanzare ed a spazzare le malcapitate crisis e i guerrieri del fuoco. Allora Gus’to decise di affrontare personalmente la divinità e con la sua dorata e scintillante armatura da combattimento crisis sorvolò il suo esercito e atterrò davanti alla creatura in segno di sfida. Il divoratore di Anime caricò furioso il comandante Tau, che si scansò fulmineo a lato evitando inoltre i colpi vaganti dell’esercito del Caos. Gus’to sparò un colpo di fucile al plasma sul marchio di evocazione che il Divoratore di Anime aveva sul petto, che se sarebbe stato spezzato, lo avrebbe riportato nel warp;quindi la bestia tutto ad un tratto si bloccò inginocchiò dal dolore al suolo stringendosi il petto e urlando. Tutto l’esercito del Caos guardò attonito: sotto la divinità ricomparve lo stesso marchio che l’aveva evocata e si aprì una crepa nel suolo dove lei cadde disperata. Il Divoratore di Anime cercò di uscirne fuori ma il risucchio del warp era troppo forte, e quindi il portale si richiuse e non lasciò più traccia. Le truppe del Caos ebbero un attimo di esitazione che gli fu fatale: infatti, Gus’to non si lasciò distrarre e incominciò a spazzare via e a disperdere la maggior parte dell’esercito nemico rimanente con l’ausilio di tutte le truppe e di tutte le armature da combattimento che gli restavano. Ormai la battaglia era stata vinta, e l’esercito del Caos si era sparpagliato per la città distrutta e ridotta in macerie, destinato a finire uccisi sotto le continue e micidiali salve dei cannoni a raffica degli invisibili esploratori in armatura Stealth appostati gli angoli dei giganteschi palazzi Imperiali.
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"But lack of documentation, especially for such early times, is not to be considered as evidence of non-existance." - Ewart Oakeshott

Il Cap Scrisse: "Non sottovalutare mai il potere del bimbogigi... egli è subdolo e la forza (di devastare elementi scenici) scorre forte in lui... Laughing Laughing Laughing"
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MessaggioInviato: Ven Ago 24, 2007 9:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

ecco il mio... spero vi piaccia Wink
Erano passati molti anni da quando El-nathal aveva ascoltato le vicende della Caduta narrate da un cantastorie di cui però non ricordava il nome; aveva ormai superato la fase delle sua vita che lo portava a rifiutare i costumi troppo rigidi delle sua genie ed era diventato Esploratore. Come molti aveva però fatto ritorno al suo Arcamondo natale, dove aveva intrapreso la Via del Veggente per diventare un valente psionico. Venne richiamato alla realtà da un ammonimento del suo maestro e rispettato Veggente di Biel Tan Sui-Brisil, che gli fece riportare l’attenzione alle parole del Veggente-capo di Ulthwè, Q’sandria, in visita speciale a Biel Tan. L’erede di Eldrad Uthran, il più potente Veggente mai vissuto, era arrivato alla “Spada del Vento” per partecipare ad un consiglio in cui un Cercavia avrebbe esposto la recente battaglia contro gli Orki, sul pianeta di Kair-Vanail, vinta per un soffio. Qualche minuto dopo entrò l’Eldar che avrebbe tenuto la conferenza: era un personaggio non molto alto, con lunghi capelli biondi, occhi azzurri come il ghiaccio ed un viso solcato da molte cicatrici, segno del suo impegno per proteggere l’amata patria; il suo abito era composta da una lunga veste di Camaleolina, che cambiava colore adattandosi all’ambiente e sulla schiena era legato un lungo fucile da cecchino, l’arma principalmente usata dagli esploratori, mortalmente precisa, che aveva mietuto parecchie vittime. Con un gesto, Q’sandria fece zittire il resto del pubblico e il Cercavia incominciò il suo racconto: “La battaglia iniziò di prima mattina: orde di Pelleverde sciamavano in una città imperiale in rovina ed erano cosi numerosi che facevano fatica a passare per le strade; in lontananza, sulla sommità di un alta fabbrica ridotta ormai in macerie, si poteva scorgere l’imponente Gran Kapoguerra Karkool, attorniato da altri ufficiali minori. Noi tutti eravamo agli ordini della potente Veggente Taldeer e del suo seguito di stregoni; torreggianti Spettrocustodi aspettavano in silenzio ordini trasmessi psichicamente dagli Spettoveggenti loro guide, i motori dei Falcon e dei Prismi ronzavano e l’aria era gremita di un odore acre, originato forse dalla moltitudine di Orki. Il segnale che decretò l’inizio della battaglia fu un possente urlo del comandante nemico: subito le orde si mossero come un mare in tempesta. Grida indistinte provenivano da tutte le parti e il rumore prodotto dalle loro Zpakka saturava l’aria di un sinistro rumore metallico. Quando l’orda era a non meno di 200 metri da noi, la Veggente ordinò di aprire il fuoco: come se fossero state una cosa sola, ogni bocca da fuoco risplendette per un attimo di una luce sinistra; subito dopo, una grandine di morte piovve sul nemico. Ogni fucile Shuriken, Lancia Splendente, Laser di ogni tipo e molto altro ancora vomitò la sua dose di distruzione e ogni colpo sparato trovava rifugio nel corpo di un nemico. Molte linee di Pelleverde caddero esanimi, con i corpi sfigurati, orrendamente martoriati e mutilati; ma questo non bastava: per ogni nemico ucciso, cinque prendevano il suo posto, e come unico risultato ottenemmo che i nemici affrettarono il passo, urlando con maggio ferocia. Continuammo il bombardamento fino a quando la Waaagh! non si trovava a un passo dalle nostre prime linee: a meno di dieci passi, le spade a catena degli Scorpioni Venefici iniziarono a produrre il loro solito ma inquietante rumore di motosega, le spade cariche psichicamente del Consiglio e di ogni psionico presente sul campo iniziò a sfrigolare e si illuminò di scariche multicolori; la troupe di Arlecchini continuò a danzare imperterrita, incurante del pericolo incombente. Gli spettrocostrutti si animarono simultaneamente e si diressero in prima linea e la mia squadra di Cercavia, appostata in quella che una volta avrebbe dovute essere stata un splendida residenza signorile, aspettava un mio ordine per iniziare a sparare. L’impatto fra i due schieramenti fu terribile: molti Eldar finirono parecchi metri per terra, vinti dalle mera forza bruta dei Pelleverde, membra staccate violentemente dai loro corpi partirono in aria; il sangue rosso insozzò il terreno e sporcò con una macchia indelebile il terreno. All’inizio gli Orki sembravano prendere il sopravvento e le nostre prime linee finirono per indietreggiare di parecchi metri, ma ecco che da dietro i combattenti si sentì un grido assordante: molte migliaia di Pelleverde si tapparono le orecchie e molti di più fuggirono in preda al terrore. Le Banshee Urlanti si erano messe all’opera: parecchi gruppi, costituiti da una decina di questi guerrieri letali, comandati da un valente Esarca armato di Lama dell’Esecuzione, comparvero da anfratti e macerie sparse attorno, facendosi strada fra i corpi sparsi qua e la, compiendo così una strage: centinaia di nemici caddero subito, sopraffatti dall’arte marziali aggraziata ma letale dell’unico Aspetto composto da donne. Contemporaneamente, le troupe di Arlecchini, capitanati da una veggente ombra, che fino ad allora si erano esibite in una danza, non preoccupandosi minimamente delle battaglia, scattarono ed iniziarono a distribuire morte e mutilazione ovunque. I loro Baci mietevano vittime in continuazione e ridussero in poltiglia molti Kapi, non subirono alcuna perdita, visto che la magia del veggente e le loro Olovesti rendevano impossibile prenderli di mira. La mia squadra di Cercavia iniziò a fare fuoco e colpì numerosi gruppi di Orki, abbattendone rapidamente il morale; i Falcon trasportavano le squadre di Scorpioni, che, una volta sbarcate, approfittavano del terreno per colpire indisturbati dall’ombra; gli Spettrocustodi, torreggianti e silenziose macchine da guerra usavano i loro lanciafiamme per abbrustolire coloro che si avvicinavano troppo, continuando a demolire Kamion nemici con un singolo colpo di Lancia. Le cose sembravano andare bene, quando, in lontananza, si sentì un rumore profondo, come un gorgoglio proveniente dall’inferno: era un enorme Squiggoth, attorniato da un nutrito numero di Dreadnought orkeschi. Il terrore scosse molti cuori e molti indietreggiarono, continuando però a combattere; a nulla servì concentrare il fuoco sull’enorme colosso, che si avvicinava sempre di più; a nulla servirono gli incitamenti di Taldeer, a nulla gli sforzi di tutto l’esercito per respingere l’orda verde…”.
A questo punto, il Cercavia si interruppe per fare una piccola pausa e in tutto il salone non si sentiva un fiato. “Ogni speranza sembrava perduta, riprese l’uomo, quando uno sparuto gruppo di Vendicatori Implacabili, agli ordini del Principe Fenice Asurmen, la mano di Asuryan, a bordo dell’ultimo Falcon superstite compì un pericoloso salto per tentare l’impossibile: uccidere il possente Kapo Orko. Il veloce veicolo A-Grav atterrò proprio in mezzo al quartier generale dell’armata di Pelleverde: i coraggiosi Guerrieri d’Aspetto diedero fondo a tutti i loro colpi e abbatterono buona parte della guardia d’onore del comandante nemico, per poi ingaggiare i rimanenti in all’arma bianca. Nel frattempo, l’immortale Principe e il gigante verde si studiarono, per poi partire all’attacco all’unisono: i due si scambiarono una serie interminabile di colpi, e a momenti prendeva il sopravvento uno, poi l’altro. Intanto Taldeer scese in campo e combattè a fianco delle nostre truppe; molti Orki caddero sotto i suoi colpi di lama psionica e chi sfuggiva veniva annientato con un colpo di Tempesta psionica. I nemici però erano troppi e la Veggente si trovò presto circondata. Nel frattempo le Lattine avevano raggiunto le nostre linee e incominciarono a mietere vittime: a poco valse il sacrificio dei Draghi di Fuoco e dei Ragni del Warp, che caddero nel tentativo di arrestare l’avanzata meccanica; neanche gli Spettrocustodi riuscirono a fermare l’impeto, ed uno a uno caddero esanimi. Quando tutto sembrava perduto, ecco che si udì un ruggito di dolore: il possente Asurmen era riuscito ad atterrare il colosso verde, finendolo poi con un colpo. Con la morte del loro comandante, l’orda cadde nel panico più totale, e molti fuggirono, altri incominciarono a uccidersi l’uno con l’altro; a noi bastò poco per ripulire la città dalla minaccia orkesca.” Terminato il racconto, uno scroscio di applausi sommerse il narratore, e ci vollero molti minuti per riportare l’ordine.
A cose fatte, un altro Cercavia entrò precipitosamente nella stanza: comunicò con voce ansimante che un’altra flotta, non ben identificata si era avvicinata al pianeta, ed aveva sbarcato le truppe col favore dell’oscurità. Un mormorio si levò dal consiglio, poi parlò Q’sandria: “La minaccia di un’invasione aliena è prossima: non dobbiamo sederci sugli allori, ma prepararci per l’imminente battaglia per la salvezza di Kair-Vanail. Fonti certe testimoniano che il nemico, qualunque esso sia, ha posto il suo accampamento nella capitale, Quercia. Dobbiamo organizzarci in fretta e rispondere all’offesa subita!”. Voci di sostegno si levarono da ogni parte, compreso El-nathal.

Il giorno dopo, El-nathal si diresse allo spazioporto; li vide uno spettacolo mozzafiato: un ingente dispiegamento di forze copriva gran parte delle banchine e si potevano vedere guerrieri provenienti dagli arcamondo più disparati. In molti erano appena giunti da ogni dove, per prestare soccorso; il giovane Veggente era stato scelto per accompagnare Q’sandria, onore grandissimo per un aspirante psionico come lui. Una sirena gli comunicò che il momento della partenza era ormai prossimo, ed il cuore incominciò a battergli più veloce. Mentalmente si preparò allo scontro, concentrando tutto il suo potere e cercando di ricordare tutti gli insegnamenti del suo maestro sull’uso delle rune e sui pericoli del Warp. Non sapeva contro chi avrebbe combattuto, se sarebbe uscito vivo dallo scontro ne se avrebbero vinto. Una cosa però era certa: avrebbe dato tutto se stesso, anche la sua preziosa vita se fosse stata necessaria per il raggiungimento della missione.
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MessaggioInviato: Gio Nov 08, 2007 12:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Golgota golgota da alpe due.
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Golgota per alpe due, avanti.
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La alpe due comunica il raggiungimento della posizione assegnata e resta in ascolto, cambio.
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Kappa, alpe due, chiudo.


Alpe due alpe due da golgota.
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zzzzezduezpezzzlgota, avanti.
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Vi ricevo disturbati, alpe due. Prova comunicazione, cambio.
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zzzzlpe due perzzzlgotazzriceziozzzzue su cinque, due suzzzzzzzzzzz.
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Alpe due, november, uniform, oscar, victor, alfa, papa, oscar, sierra, india, zulu, india, oscar, november, echo, delta, alfa, romeo, alfa, gulf, gulf, india, uniform, november, gulf, echo, romeo, echo, cambio.
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zzlfazzzvictozzzzalfa, novemzzz tango, indzzzzulfzzscar, lima, gulf, oscar, tanzzzzzzzzzz
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Papa, oscar, sierra, india, zulu, india, oscar, november, echo, uno, sette, zero, quattro, cambio.
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zzzno, sette, zerzzzttro, cambzzzz
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Roger per uno, sette, zero, quattro, chiudo.
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zzkappazzzudozzzz
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Mmmmm....
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MessaggioInviato: Ven Feb 01, 2008 9:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Franz - Guardia Imperiale

Operazione: Massa Critica

Vengo da Nuova Jahark. E' uno dei pochi pianeti della frangia orientale dove non è obbligatorio l'arruolamento: io sono un volontario.
Nuova Jahark è lontana dal fronte della guerra contro Zarddham Khuzein, il Signore della Guerra ribelle che ha preso il controllo del sistema i Hyrak e ora minaccia la Federazione Unita dei pianeti di Taahamerika.
Perchè mi sono arruolato?
Perchè credo nell'Imperium, e nella federazione di Taahamerika; credo che la libertà di vivere che l'Imperatore ci fornisce sia l'unica vera speranza. Credo che il pugno armato dell'Imperatore abbia il dovere di schiacciare il tiranno, proteggere l'afflitto e portare la sua luce in ogni angolo della galassia.
Oh, alcuni infami pianeti si rifiutano di attaccare Zarddham, come il vile pianeta Jhran.
E sapete cosa penso di quei pianeti? Che devono essere loro stessi liberati dai loro governanti, e devono tutti provare la libertà che gli può garantire solo la federazione Taahamerikana!

Ora il nostro Signore della Guerra, Yehorge Bahaus Secondo, ha deciso di scatenare tutta la potenza di Taahamerika contro Zarddham, e così è stato istituito il Patriotik Akt, secondo cui a tutti i cittadini della federazione è chiesta una partecipazione attiva alla Guerra. Ovviamente ci sono anche dei "pacifisti" (quelli ci sono sempre). Io li chiamo codardi.
Secondo loro Zarddham non dovrebbe essere attaccato, perchè la Guerra farà vittime tra i civili di Hyrak, Jhran e i pianeti coinvolti. Bah!
Le perdite tra i civili sono accettabili: essi stessi saranno felicissimi di accogliere la libertà di Taahamerika una volta che gliene avremo mostrato la bellezza.
Sono stati stanziati ingenti fondi: la federazione Taahamerikana è ricca e potente. Sono stati costruiti migliaia di carri, addestrati milioni di soldati.

Nuova Jahark è il centro di addestramento per il 65° Reggimento Corazzato, divisione Granatieri. Da lì proviengono i migliori granatieri d'assalto della frangia orientale: l'uso intensivo di mezzi corazzati d'assalto e l'appoggio dei carri delle compagnie corazzate, rende il 65esimo il più flessibile corpo della regione.
Ed è lì che mi sono arruolato: Soldato Scelto Iohan Brawo. A me è stato dato l'onore di portare una "Furia Del Sole", un fucile plasma MkIII di nuova generazione. Avete mai visto un uomo colpito da un colpo di fucile al plasma? In genere si spara al petto, vedrete un buco fuso di cinquanta centimetri di diametro; a volte, se si colpisce solo un braccio una gamba, il povero diavolo non muore subito, ma l’effetto elettrico del plasma paralizzerà il suo sistema nervoso. Per non parlare del fatto che gli mancherà un arto; ma in fondo si tratta di nemici della federazione, tant’è.
Sono assegnato alla 13a squadra granatieri assaltatori, 6° plotone, imbarcati su Chimera. Avrei desiderato far parte degli "artigli", l'unità di paracadutisti; ho fatto domanda, e data l'elevata mortalità dei parà non dubito che prima o poi la mia domanda verrà accolta. Siamo tutti ansiosi di donare le nostre vite per la causa dell'Imperatore, della federazione. La mia squadra ha migliore equipaggiamento disponibile per i soldati dell’imperatore: armatura a carapace completa, dotazione di granate anticarro e a frammentazione, respiratore, elmetto, fucile folgore con puntatore e un fucile plasma ogni due uomini. Vi assicuro, in tutta la frangia orientale non c’è nessun corpo imperiale così ben fornito, tranne gli Astartes.

Il nostro Chimera, la Lama Di Lyira (Lyira era un sergente che da sola, armata con bombe termiche, è scesa in corsa dal chimera ed ha fatto saltare un Leman Russ ribelle, guadagnado con il suo supremo sacrificio il favore dell’Imperatore), ha una corazza frontale di 3 pollici di spessore, un Mitragliatore pesante frontale modello ”Requiem” che spara proiettili autopropellenti da 13.5 millimetri, e un mitragliatore laser a 4 canne da 7.5 megajoule in torretta. Il tutto in grado di trasportare me e la mia squadra in totale autonomia di carburante e razioni per 16 giorni standard. Possiamo essere dislocati in meno di 24 ore entro un raggio di 10000 chilometri, ed entro una settimana in un qualunque pianeta del sistema. Soltanto il corpo degli astartes ci supera per velocità di spostamento mezzi.

Ora siamo in viaggio verso una luna di Harabiy, un pianeta nel sistema Hyrak. Lì sono già stanziati 68 plotoni di granatieri corazzati, e due divisioni di paracatudisti.
Uno potrebbe chiedersi come mai un uso così massiccio di mezzi corazzati; semplice: la guerra deve durare poco, e Yehorge Bahaus vuole mostrare tutta la potenza militare Taahamerikana. Cosicchè se mai altri Signori della Guerra dopo Zarddham Khuzein avessero intenzioni bellicose nei confronti della federazione, sappiano a cosa vanno incontro.
E così l’operazione è stata denominata “Massa Critica”: riempiremo di acciaio e adamantio quel fottuto pianeta fino a che quei terroristi si troveranno davanti un orizzonte di carri armati e mitragliatori puntati contro, dovessimo radere al suolo tutta la superficie, per l’Imperatore!
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MessaggioInviato: Ven Feb 01, 2008 9:10 am    Oggetto: Rispondi citando

Franz - Tau - Draghi Del Gelo
Dal diario dello stregone Janh-Tyji, nei giorni dell’approccio ai Tau sul pianeta Kessara III

“Quando arrivammo sul terzo pianeta del sistema Kessara, ad accoglierci non c’era altro che ghiaccio. Distese sterminate di lastre azzurrognole, a perdita d’occhio.
Il veggente S’emvesha affermava che su quel pianeta, nascosta in basi sotterranee, si trovava una razza che avremmo dovuto istruire e guidare.
Una razza capace di combattere il Caos, immune alle sue tentazioni poiché non contaminata dai viaggi nel warp.

Forse, questa nuova razza non avrebbe fallito come fecero gli Umani; forse loro ci avrebbero dato ascolto, invece che rifiutarsi di seguire i nostri illuminati consigli.

Poco dopo lo sbarco li trovammo. O meglio, loro trovarono noi.
Arrivarono su massicci aeromobili anti-gravitazionali*. In pochi attimi ci trovammo circondati da un nugolo di fucili dalle lunghe canne, e ,quasi contemporaneamente, da nascondigli invisibili nella neve sbucarono centinaia di creature dall’aspetto bestiale, armate con rozze armi da mischia**.
Indubbiamente una dimostrazione di forza ed efficienza tattica: se ci avessero attaccato non avremmo avuto nessuna possibilità.
Ma non eravamo certo lì per combattere; S’emvesha parlò nella loro lingua, chiedendo all’Etereo*** di farsi avanti, poiché noi eravamo giunti in pace, con il solo scopo di elargire conoscenza.
Altri popoli, meno umili e meno saggi – come ad esempio gli umani -, non avrebbero compreso le infinite possibilità che il nostro gesto poteva offrire loro: la conoscenza è di gran lunga l’arma più potente della galassia.
Ma i Tau sono diversi, e l’Etereo che li guidava si fece avanti; “Siate i benvenuti, Maestri delle Stelle. Siamo pronti ad ascoltare ciò che avete da insegnarci”.
Che finalmente la galassia abbia una possibilità di sconfiggere il male? Noi Eldar stiamo morendo, ma l’Impero Tau è appena sorto: sotto la nostra guida riuscirà a divenire grande quanto lo era l’antico impero Eldar. E quando finalmente i deboli umani e il pernicioso caos saranno purgati dalla galassia, noi Eldar riavremo il ruolo che ci spetta come guide supreme delle stelle.“

*davvero una conquista tecnologica incredibile per un popolo così giovane
**scoprii in seguito che questi ultimi sono chiamati ‘kroot’ e sono dei mercenari al soldo dell’Impero Tau

Kessara III, pianeta gelido ai confini dell’impero Tau, è considerato una risorsa essenziale per molte razze. Cristalli di deuterio crescono ovunque sulla sua superficie, rendendo il pianeta un enorme giacimento d’indicibile valore.
Ovviamente per il giovane impero Tau una risorsa così preziosa va difesa con i migliori mezzi disponibili: per questo nel corso degli ultimi 30 anni innumerevoli gruppi di caccia Tau sono stati insediati sul pianeta.
Inevitabilmente Kessara III è caduto anche nelle mire espansionistiche dell’Impero Umano, ben più potente e vasto di quello Tau: flotte di incrociatori hanno mosso verso il sistema, con l’evidente scopo di insediarvisi scacciando i Tau.
A questo punto, però, è accaduto un evento molto importante per la storia di Kessara: un arcamondo Eldar ha contattato i Tau, fornendo conoscenza, tecnologia e strategie tali che, nonostante gli sforzi dell’impero, i contingenti a difesa del pianeta sono riusciti a reggere l’impatto devastante della flotta umana.
Sconfitti gli umani e forti delle nuove tecnologie, i Draghi del Gelo, ovvero la forza di combattimento di Kessara III, sono divenuti anche un’arma offensiva importante per l’Impero Tau; al punto che ora flotte di navi da guerra Tau trasportano i Draghi ovunque nel settore: la tecnologia avanzata, le vastissime risorse di Kessara, e la crescente esperienza dei Guerrieri di Fuoco hanno trasformato i Draghi da forza da difesa planetaria a una forza d’assalto capace di mettere in allarme persino le navi dei temuti Space Marine. Le vittorie si susseguono alle vittorie; alleanze vengono strette con gli Eldar e con le razze autoctone delle nuove colonie; gli accordi commerciali fanno fluire nelle casse Imperiali quantità immense di fondi; milioni di guerrieri vengono preparati ed equipaggiati con armi avanzatissime.
Per migliaia di anni, dai tempi della Caduta, la galassia ha conosciuto paura e oscurità.
Ma ora una luce si è accesa, e l’incrollabile volontà Tau – insieme alla loro potenza di fuoco - porterà il Bene Superiore a prevalere.
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MessaggioInviato: Ven Feb 01, 2008 9:14 am    Oggetto: Rispondi citando

Franz - Templari Neri

BG Templari Neri

Biografia di Jean-Luc De Rocheford, Maresciallo dei Templari Neri, crociata Enclairment.
Capitolo 1 La Vita
Naque su Cervantes, colonia dell’Imperium creata da una spedizione che si riteneva fallita nel millennio XXXVIII. La nave colonica subì anomalie warp tali da impossibilitare le comunicazioni, costirngendo a procedere alla colonizzazione del sistema autonomamente. Perduta la maggior parte della conoscenza e delle possibilita’ tecnologiche, i primi coloni hanno fondato la crecita della colonia su un sistema feudale-medioevale.
Per un millennio non vi sono stati significativi progressi culturali e tecnologici; il credo verso l’Imperatore era mutato verso una religione monoteista improntata su un dio i cui precetti sono paragonabili alla tradizione cavalleresca della terra del I-II millennio: onore, cavalleria, abnegazione, dovere.
Per questo quando il contatto con la colonia perduta venne ristabilito dalla Recherche de la Lumiere, nave crociata del capitolo dei Templari Neri, invece che farne una colonia agricola come previsto dall’Adeptus Ministrorum, venne invece stabilito un rigido sistema di osservazione della colonia al fine di reclutare nuovi Crociati.
Jean-Luc De Rocheford prima del reclutamento era suddito del Duca di Aquitaine, una delle province in cui è frammentato il pianeta. Talentuoso nell’uso della spada, impetuoso e fedele, il Duca rappresentava l’ideale cavalleresco: figlio di un valvassino del precedente duca, attraversò tutti i ranghi dall’armata ducale, dal picchiere all’esploratore, fino a divenire scudiero del duca stesso.
In quel periodo il caos aveva cominciato a contaminare alcune delle provincie limitrofe ad Aquitaine, e arrivò il momento in cui il Duca si trovò di fronte un armata mutata dai perniciosi poteri di Khorne, il dio del sangue; il condottiero di quest’armata scese in battaglia sul dorso di un enorme drago rosso, nemico troppo terribile per l’armata del Duca. Le schiere di Aquitaine vacillarono, ma il Duca e il suo seguito caricarono il condottiero avversario in un momento in cui il drago si trovava vicino terra.
Ma la bestia era decisamente troppo formidabile per dei semplici cavalieri, che venivano abbattuti uno dopo l’altro. Quando anche il Duca fu disarcionato, il suo impavido scudiero, che si trovava poco lontano, in uno slancio di audacia galoppò fin sotto le fauci del mostro: un semplice mortale non avrebbe potuto far nulla alla bestia, ma De Rocheford era estatico, come guidato da una mano divina. Con un ultimo balzo del suo cavallo, piantò la sua picca nella gola del mostro, che impennò ruggendo di dolore. Il cavaliere non potè trattenere il titano impazzito di dolore, che abbandonò il campo di battaglia.
Il Duca, ripresosi dalla aveva visto l’atto portentoso del suo scudiero, e la sera stessa lo nominò suo cavaliere. Passò ben poco tempo prima che De Rocheford divenisse primo cavaliere di Aquitaine, e campione di Isabelle, figlia del Duca.
Sotto la protezione di De Rocheford, Aquitaine non conobbe nemico: la fede lo guidava, le sue abilità marziali divennero ineguagliate e la sua maestria tattica impareggiabile.
E così, grazie al matrimonio con la dama Isabelle, quando venne il tempo della dipartita del Duca, che grazie alla protezione di De Rocheford conobbe una vita particolarmente lunga, non vi furono dubbi sulla successione di Aquitaine.
Capitolo 2 La Morte
Il nuovo Duca non attese a lungo per mostrare il suo desiderio di liberare le provincie dagli influssi degli dei malvagi, e partì immediatamente alla volta della provincia di Pavillion, ove si trovava Ylnesse, capitale del regno di Re Tirone 3° e sede della chiesa di Mira, la divinità cui pregavano i sudditi di Tirone, per supplicarlo di indire una crociata di liberazione contro le provincie ribelli.
Lo slancio devoto e l’aura di sicurezza di De Rocheford richiesero ben poco tempo perchè il Re accogliesse la sua richiesta, mettendolo alla testa della crociata.
Il Castellano Torenois della Recherche de la Lumiere stava già da tempo osservando l’operato di De Rocheford, percependo che l’umano era fuori dal comune, assolutametne superiore in abilità e morale ai suoi conterranei.
Durante la crociata, l’armata della provincia di Aquitaine era sempre in testa alle battaglie, ansiosa di spazzare gli infedeli; schiere innumerevoli di pretendenti al titolo di cavaliere si presentarono alla corte di De Rocheford, consci che quel condottiero poteva condurli a scontro ove la loro fede sarebbe stata messa alla prova.
Alfine, venne un’ora nefasta per la crociata, quando fu trovato il centro stesso dell’adorazione del malvagio Khorne.
E là, De Rocheford ritrovò il cavaliere in sella al drago che molti anni prima aveva messo in fuga; ma ora le cose erano diverse: De Rocheford era in sella al maestoso pegaso Ulygas, dono degli “elfi” (che si presume siano esoditi eldar) dei boschi di Galivar, salvati dalla devastazione del caos da De Rocheford in persona. Vestito in una fulgida armatura dorata, benedetta da Mira, con in pugno la sua enorme lancia argentea lunga oltre nove piedi e lo scudo di Aquitaine, era una sfida non indifferente per il cavaliere di Khorne.
Lo scontro fu titanico, i due avversari si fronteggiarno per un giorno e una notte prima che la lancia spezzata di De Rocheford penetrasse nell’occhio destro del dragone rosso, facendolo precipitare al suolo.
E mentre precipitava, in preda a una furia senza pari, il cavaliere di Khorne urlò blasfeme maledizioni con una foga tale da attirare l’attenzione del dio del sangue; questi gli concesse un dono del sacrificio supremo, facendo esplodere nella sua anima un Divoratore, che si materializzò dall’Empireo sotto gli occhi increduli dei soldati e del Duca.
Un divoratore di Anime era ben oltre le possibilità di un seppur possente guerriero: l’incarnazione della distruzione decapitò Ulygas quando si trovava a poca distanza dal suolo, facendo rotolare De Rochefordper diversi metri.
Quando si rialzò, il titano torreggiava sulla sua miuscola figura; impugnata la spada Ducale, rivolse un’ultima preghiera a Mira; il Demone sferrò il suo colpo, ma incredibilmente De Rocheford riuscì a sostenere il tremendo urto, protetto ben più che dalla sua armatua. La spada colpì il Divoratore al petto e all’inguine, penetrando la blasfema armatura d’ottone del mostro; ma questi era completamente insensibile ai colpi, e afferrò De Rocheford con le bestiali zampe, stritolandolo.
I guerrieri della fazione del caos gridarono alla vittoria, solo per vedere il Demone che si sgretolava perdendo il contatto con la realtà a causa dei colpi subiti.
Il Duca, era ormai ridotto in fin di vita, gli restava solo un ultimo respiro; quando una luce da cielo abbagliò i presenti, che “videro le nuvole aprirsi e un enorme uccello di metallo giungere fin sopra il corpo del Duca, che scomparì come ingoiato dalla creatura“ (così narra la legganda locale; in realtà si trattava di un mezzo di soccorso dell’Imperium).
Entrato nella leggenda, tutt’oggi i suoi sudditi e i suoi discendenti lo venerano quasi fosse una divinità, e le sue gesta sono fonte d’ispirazione per tutti i cavalieri di Aquitaine.
Capitolo 3 La Rinascita

Il Castellano Torenois ovviamente riteneva che il quasi defunto Duca potesse servire l’Imperium come pochi altri, e diede ordine ai tecnopreti di iniziare la trasformazione.
Il Duca, seppur in età relativamente avanzata, era dotato di un vigore eccezionale e gli impianti che lo avrebbero trasformato in Adeptus Astartes vennero assorbiti in brevissimo tempo.
Invece più ardua per lui fu la comprensione della realtà dell’universo: la sua fede incrollabile, infatti, non gli permetteva razionalmente di accettare il fatto che il dio dell’imperium fosse l’Imperatore, un essere in carne ed ossa, rinchiuso in una tomba sulla terra.
Ma la sua abnegazione e il suo senso dell’onore nei confronti del Lord Castellano gli imposero il silenzio e l’accettazione del suo nuovo ruolo di combattente dell’Imperium.
La sua carriera da Neofita fu eccezionalmente breve: preso nel seguito di Torneois, partecipò a una trentina di scontri in cui acquisì le doti necessarie per divenire Iniziato in appena sette mesi.
Subito le sue doti di leader e le sue innate capacità combattive gli permisero una rapida scalata alla gerarchia dei templari della Recherche de la Lumiere; altresì, era evidente anche una certa aura divina che pervadeva Jean-Luc, quasi fosse ancora protetto da Mira, la dea che adorava quand’era su Cervantes.
E anch’egli percepiva questa protezione divina: e proprio per questo iniziò al sua ossessione; come poteva adorare l’Imperatore dopo una vita passata a credere in un altro dio?
Capitolo 3 Il Dubbio

In qualità di Fratello Iniziato, i compiti di De Rocheford lo spinsero a conoscere innumerevoli civiltà, miti e popoli; fu così che conobbe i terribili tyranidi, i possenti orchi e gli enigmatici tau.
E poi scoprì anche gli eldar, con il loro pantheon misterioso, e i tremendi poteri del caos, le incarnazioni della distruzione e del piacere.
Fu allora che cominciò a domandarsi se l’Imperatore, che aveva imparato ad adorare come un dio, e che sicuramente era dotato di poteri incommensurabili, fosse davvero l’unico dio.
Poichè De Rocheford non credeva con la cieca fede dei suoi confratelli, che non si interrogavano sulla nascita dell’Imperatore, sulla sua quasi-morte, e sulle altre divinità; lui era diverso, e ora che aveva acquisito i poteri du un Astartes, i dubbi lo aggredivano minando la forza della sua fede
Cionondimeno era il più fervente zelota della Recherche de la Lumiere e un susseguirsi di gesta leggendarie iniziarono a costellare il suo libro delle gesta: dall’abbattere centoventi orchi all’arma bianca in meno di tre ore standard nei campi di Ygnir, ad un assalto solitario ad un Sarcofagus Insanis di Nurgle; dall’abbordaggio della decaduta nave da guerra Jabadai-Kar con una sola squadra di neofiti all’abbattimanto di un tiranno della bioflotta Sulgidus. Ferito a morte più volte in un numero incontabile di battaglie, è stato persino stato osservato per un periodo dall’inquisitore Tarquinius, dato che l’Inquisizione era insospettita dalla sua miracolosa capacità di sopravvivere.
Le indagini si conclusero con una dichiarazione informale secundo cui De Rocheford era un Santo Vivente, protetto evidentemente in qualche modo dalla volontà dell’imperatore.
La sua nomina a Confratello della Spada fu brevissimo, e i nuovi compiti e responsabilità non fecero altro se non instillare ancora più il dubbio in fondo all’animo di De Rocheford: un Confratello infatti viene iniziato ai segreti dei Templari, ha accesso alle sacre biblioteche, può discutere con i più alti eruditi dell’Imperium.
Il passo che infine portò De Rocheford alla carica di Maresciallo fu la difesa di Ubiquon IV, in inferiorità numerica di trenta uomini a uno contro i terribili necron. Fu lì che Jean-Luc ebbe il suo primo incontro con un Avatar divino, un Noctifero dei Necrontyr.
Prima della battaglia cadde in trance, quasi conscio dell’incontro che sarebbe avvenuto; subito vennero chiamati i reclusiarchi, ed il Maestro della Santità decretò che De Rocheford vestisse l’armatura della fede e brandisse la spada della fede, in quanto era evidente che quel giorno la benedizione dell’imperatore era con lui.
In qualità di Campione Capitolare, De Rocheford abbattè non meno di quaranta necron, per ritrovarsi infine faccia a faccia con l’Avatar del terribile Noctifero. Questo, forte di migliaia di anni di esperienza, e di forza e resistenza di luoghi al di fuori di questo universo, non poteva essere sconfitto da un umano, per quanto benedetto e armato con le più antiche tecnologie.
La falce calò più volte contro De Rocheford, e ogni volta incontrava la Spada Nera, crepitante di energia. Ma per un infinitesimale attimo, l’abilità dell’Avatar venne meno, e il Campione dell’Imperatore scagliò la sua unica difesa, la sua spada, nelle oscure vesti del mostro. Il colpo avrebbe abbattuto qualunque creatura vivente, ma il Noctifero era troppo potente; ciononostante il colpo lo costrinse a ritirarsi dal campo di battaglia, ferito da una forza che anche lui stentava a comprendere. E nell’attimo in cui la spada si conficcava nel corpo faasico dell’Avatar, il tessuto della realtà si lacerò, e per un attimo De Rochefor fu toccato dal divino.
Capitolo 4 La Ricerca
Con quel gesto, la nomina a Maresciallo per Jean-Luc fu immediata. La vittoria risuonò in tutti i sistemi vicini, portando una ventata di speranza e di fede.
E anche Jean-Luc De Rocheford si sentì rinnovato: nell’attimo in cui la realtà veniva alterata dallo squarcio dell’Immaterium, una voce gli parlò, imponendogli di iniziare una Cerca per placare il tumulto della sua fede.
E così la Recherche de la Lumiere iniziò a viaggiare, innanzitutto verso gli arcamondi Eldar, custodi di una conoscenza dimenticata, per la sua Ricerca della Verità.
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Franz - Angeli Sanguinari

Diario di Astaroth, Codicista degli Angeli Ardenti. 01223.807.M41


Sono perseguitato dagli incubi.
Anche questa notte ho sognato lui, come sempre, del resto; lo chiamero’ Tantalus, perche’ sta cercando di rubarmi il fuoco che alimenta l'anima.
Stavolta era piu’ grosso, piu’ feroce; ululava e sbraitava, con quelle enormi fauci insanguinate. Un demone degli inferi. Ma perche’ ne parlo come se fosse un altro? Ero io. Io vedevo attraverso i suoi occhi..Attaccavo il nemico, lo dilaniavo spinto da una rabbia insaziablie. E poi rivolgevo la rabbia verso i miei stessi alleati, senza piu’ distinguere il bene e il male. Ormai sono mesi -o anni?- che faccio sempre lo stesso incubo, e le mie facolta’ psioniche mi dicono che non si tratta solo di un'esperienza onirica.
Ades, il cappellano, dice che e’ il riflesso dell'urlo psichico di Sanguinius, che cerca di trascinarmi nella sete rossa. Ma il terrore mi attanaglia. Ho paura, ma non per la mia vita, o per quella dei miei uomini. Per le nostre anime, perche’ non credo sia Sanguinius ad attirarci a se’, ma un entita’ piu’ terribile e malvagia.

Sono passati settantasette anni da quel giorno; io e i miei uomini portiamo cicatrici invisibili ma cionondimeno laceranti. Ci eravamo da poco battezzati 'Angeli Ardenti'; si confaceva a Gheena, il nostro pianeta natale. Brullo, costellato di vulcani e solcato da fiumi di lava. Per esorcizzare la paura, usavamo nomi che piu’ d'un Inquisitore defini’ blasfemi: mefisto, inferno, cerbero, lucifero.. Dicevano che avremmo attirato troppo l'attenzione degli esseri del Warp. A quel tempo ero arrogante, e credevo di conoscere tutti i segreti dell'Immaterium. Quanto ero sciocco..per una volta avevano ragione gli Inquisitori.
Ci mandarono a ripulire un maledetto relitto spaziale, perche’ qualche fottuto astropate era certo di aver percepito il riverbero psichico di un qualche potente artefatto. Beh, forse in fondo non aveva tutti i torti.
Su un relitto spaziale ci si puo’ aspettare qualunque orrore, ma quello che trovammo era troppo..Il dolore che mi provoca il ricordo mi rende impossibile trascrivere tutto cio’ che vedemmo, era come guardare il campo di battaglia di una guerra combattuta dagli dei. Corpi di esseri soprannaturali, simboli talmente blasfemi da essere inguardabili, odore di morte consumata da millenni. E un'aura di malvagita’ talmente potente da poter essere percepita anche dai non-psionici.
Non uno di noi perse la vita.
Eppure..
Non trovammo mai l'artefatto. O meglio, nessuno si ricorda di averne trovati. Ma qualcosa successe, perche’ da quel giorno cambiammo: la rabbia, l'orgoglio, la forza. I miei uomini sono agguerriti, potenti. Troppo, forse, anche per degli Astartes.
E' sempre piu’ difficile controllarli, e molti soffrono di incubi e allucinazioni.

Cosa devo fare? Ades per placarci continua a guidarci in una battaglia diero l'altra, in nome dell'Imperatore.
L'Imperatore. Ormai la sua presenza nel Warp e’ pressocche’ impercettibile. Un tempo tutto il mio cuore e tutto il mio spirito erano protesi verso di lui; l'indottrinamento a cui venivo sottoposto, sia da civile che da Space Marine, mi hanno sempre fatto credere che fosse lui l'essere supremo, il faro che ci guida. Anche Sanguinius lo credeva..
Ma ora so che esistono altri dei, piu’ potenti e terribili; e il problema, la mia piu’ grande paura, risiede nella mia mancanza di odio per loro: se non provo repulsione per queste divinita’ corrotte e per i loro ideali distorti, se il mio subconscio continua a mandarmi visioni infernali..
Io, e i miei uomini, combattiamo in nome dell'Imperium una guerra senza fine. Con ferocia, odio, e onore. Sentimenti di guerra, sentimenti che attirano inevitabilmente verso un dio crudele e malvagio..
Dovrei per questo togliermi la vita? Dovrei distruggere il mio corpo, e quello dei miei uomini?
Non so nemmeno chi sia contaminato..Ma una cosa e’ certa: stiamo peggiorando.
Non abbiamo altro ideale che la vittoria in battaglia, e questo fa seguire vittorie alle vittorie. Ma quando tutto cessa e’ sempre piu’ difficile riprendere il controllo.
E di volta in volta diventa piu’ piacevole farsi trascinare dalla furia; posso sentire la mia -o e’ la sua?- forza che fluisce quando la lama psionica entra nelle carni del nemico.
Il bene e il male..L'onore e l'infamia.
Tutto si mescola, eppure tutto e’ cosi’ chiaro.
Forse non trovero’ mai il vero motivo per cui combattiamo; pero’ so che c'e’ un dio nell'universo che sara’ compiaciuto, sia che io vinca, sia che io venga sconfitto.
L'importante e’ che il sangue scorra...
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"Alea iacta est, fricum feratur sit"
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